mercoledì 21 febbraio 2018

FACILE PROFEZIA (di Piero Nicola)


Tutto dipende da una presunzione: quella di avere mantenuto autorità e popolarità. Perché costoro smarriscono la visione obiettiva? Perché accecandosi non vedono il proprio fallimento, la loro vita pubblica finita nel discredito, le loro convinzioni perite miseramente.
  Sicuro: sto parlando di politica. Il fatto nascosto agli occhi di quegli ottimati è il rifiuto opposto dalla maggioranza degli elettori alla classe partitica, ovvero al sistema instaurato che la mantiene al potere. Lo dimostrano le percentuali dei votanti, di quelli che votano turandosi il naso, di quelli che votano partiti supposti anti-sistema.
  Perciò è sorprendente come i grandi capi rappresentativi del sistema, avendo ricoperto o ricoprendo le massime cariche, si spendano nell'appoggiare candidati e partiti; e tanto più sprovveduti sono questi ultimi, che accettano tale sorta di sostegno.
  Quando Barack Obama si prodigò per raccomandare Hillary Clinton all'elettorato statunitense affinché venisse eletta presidente degli USA, entrambi non dovettero rendersi conto del sentimento disilluso e rivoluzionario che animava la gran parte degli americani. Non capirono che molti volevano voltar pagina, farla finita con i soliti slogan ingannevoli; non capirono che si era sfogliata l'indoratura dei sogni e dei miraggi, della cui apparenza, quasi fosse sostanza, il loro paese aveva saputo gloriarsi per secoli. Forse la Clinton non sarebbe riuscita comunque a fingere un programma atto a ridare agli Stati Uniti la vernice e quel poco di giustizia del passato, ma è certo che Obama le nocque, togliendo ogni speranza a quanti erano nostalgici e desideravano maggior cura del generale benessere, maggiori possibilità di promozione individuale, e difesa dell'integrità, degli interessi, dell'orgoglio nazionali.
  Veniamo agli affari nostri. Il mite presidente Mattarella, l'ex presidente Napolitano, comunista convertito al mondialismo, e Prodi, veterano dei palazzi del potere, che da Bologna la grassa rilascia saggezza professorale, queste tre colonne vetuste fanno un'assidua propaganda a favore del partito renziano. Così, contribuiscono alla sua rovina. Da parte loro, né il fiorentino né il suo concorrente Gentiloni hanno appreso la lezione del referendum, che è stata una generica bocciatura, per rimediare alla quale sarebbe occorsa una sterzata forte e decisa, mentre essi ripetono il frusto vanto della ripresa economica, cui il loro governo avrebbe dato impulso, talché sarebbe un male grande cambiare rotta. La massa non vede benefici da nessuna parte, vorrebbe un cambiamento efficace, non senza un certo ritorno ai tempi migliori, alla perduta stabilità. La massa se ne infischia altamente dei progressi ottenuti con i novelli, presunti diritti civili, ed è a metà diffidente a metà insofferente verso la UE, verso la solidarietà con gli emigranti, verso il fantasioso vantaggio che essi ci porterebbero, verso le promesse di integrazione e di regolazione dei ricevimenti dal mare. Alla massa non sfugge più la smaccata propaganda pro-governativa messa in atto dalle televisioni, è infastidita dalla retorica di regime, dalla libera informazione che in qualche modo mostra piaghe cui non fanno mai riscontro leggi sane, sani provvedimenti. Tutto ciò, proprio come è successo in America.
  Qui però stiamo sotto la UE, e sia Grillo che Berlusconi non hanno niente a che vedere con il Tycoon. Berlusconi guarda ancora ai moderati, che ormai sono una minoranza aderente a partitini settari; egli ha preso per alleati questi ultimi, che di certo gli legheranno le mani o lo tradiranno; è andato a Bruxelles a render conto ai grossi burocrati, che, se non eseguirà i loro ordini, gli faranno un'altra volta lo sgambetto. Nemmeno lui ha capito l'antifona ventilata dal popolo, confuso sì, maggioranza abbastanza silenziosa, va bene, ma intimamente rivoluzionaria e decisamente ricalcitrante.

Piero Nicola

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