Avete notato come il nostro Presidente
del Consiglio e Francesco I vanno di pari passo? Che pensiero e azione di
Bergoglio fossero sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda dei magni poteri
mondani già si sapeva, tuttavia il capo in Vaticano, sino al suo rinnovato
indirizzo sull'immigrazione, dava ancora a vedere un'autonomia morale colorata
di cristianesimo. Circa l'indipendenza spirituale non se ne parla, essendosi la
Chiesa declassata da depositaria della Verità a religione dialogante, che
riconosce le molteplici confessioni come se non fossero erranti: Abolizione
pratica del dogma sull'eresia.
Rivenendo alla morale e alle sue sentenze, la politica governativa è
passata dall'intangibile e illimitata accoglienza degli stranieri (giunti sul
sacro suolo della Patria con qualsiasi mezzo e senza alcun vaglio preventivo per
distinguere gli aventi qualche diritto di rifugiati dai semplici clandestini), è
dunque passata da tale apertura (bensì sfornita di efficaci rimpatri successivi,
legalmente previsti) a una certa regola restrittiva da imporre alle navi dei
presunti soccorritori, collaboranti con i criminali che esercitano la tratta di
africani e asiatici. Il ministro dell'Interno, uscito in avanscoperta, ha
trattato con i capi libici per la limitazione degli imbarchi e dei trasbordi
degli emigranti, nonché la riduzione dei flussi di genti provenienti dal centro
dell'Africa. Dopo che egli ha assorbito gli strali degli scandalizzati
umanitari d'ogni specie, Renzi e Gentiloni sono intervenuti a spiegare che è
umano fare sì che i poveri neri siano aiutati a casa loro, e non si espongano
ai pericoli del viaggio migratorio, e non debbano abbandonare le loro radici e
i loro cari. Renzi ha ricordato che l'aveva sempre detto di voler aiutare i
miseri là dove vivevano. Le organizzazioni che andavano a prelevare i naufraghi
fin dentro le acque libiche, previo appuntamento preso con gli scafisti, hanno
presto cessato di protestare, si sono ritirate dal traffico e, dopo anni, si
sono accorte che i campi di raccolta dei destinati a sbarcare in Italia erano
orribili luoghi di prigionia. La UE e lo stesso ONU si sono mostrati
comprensivi delle buone ragioni per cui è stato effettuato un contenimento
dell'invasione dei profughi e dei disgraziati, tanto più che il principio della
loro accoglienza resta intatto. Ma di fatto anche Bruxelles ha ripiegato;
"ha fatto marcia indietro" avrebbe detto la stampa di grande
diffusione, se si fosse trattato del signor Trump, cattivone privo di
attenuanti.
La UE e gli stati europei che contano hanno convenuto che la massa degli
extracomunitari da noi ospitati deve essere in congrua parte ridistribuita
nelle altre nazioni dell'Unione. Si è parlato di rivedere il Trattato di
Dublino, che prevede che la gestione degli immigrati debba essere a carico del
paese che li ha ricevuti. Parole buone, intenti encomiabili. Gentiloni, andato
nei paesi dell'Est europeo meno intransigenti in materia di immigrazione per
aprirvi una breccia, ha ricevuto comprensione per le sue belle frasi emanate dal
podio, diffuse dai canali televisivi. Ma, in sostanza, quei duri di cuore
continuano ad essere fiscali, attaccati alle regole.
Intanto qui le tivù e i giornali filogovernativi hanno trovato
ragionevole che l'accoglienza degli stranieri perseguitati e disagiati debba
risolversi in una degna integrazione. Occorre evitare che si generino
emarginati e poveri in contrasto con i poveri italiani, per cui è giusto che
l'afflusso sulle nostre coste venga moderato così da poter sistemare i nuovi
arrivati. Il presidente della Repubblica ha concordato, migliorando con la sua
pacata saggezza il pensiero un poco discorde manifestato in precedenza.
Uno
solo mancava alla generale concordia, alla conversione - che dico? -
all'acquisto di una più meditata bontà, che lo slancio generoso aveva un po'
fatto smarrire.
Così è giunta l'ora di Bergoglio. Egli ha semplicemente condiviso la
ragionevolezza del potere civile, ponendo in non cale la predica reiterata
circa i muri da abbattere, i ponti da gettare, le porte aperte senza
condizione, come è incondizionata la sua misericordia.
Alcuni pignoli si sono chiesti in che modo si giustifichi una simile
inversione di rotta. Di certo non si può credere a un indurimento del suo cuore.
Noi siamo convinti che non sia in questione una rinuncia all'importazione di
masse d'altra fede e d'altri costumi, assai diversi dai nostri, una rinuncia al
bene della diversità. Deve trattarsi di una stasi necessaria, mentre il
processo della convivenza multirazziale e multiculturale continua a fare il suo
corso. Tuttavia la domanda dei sofistici merita un approfondimento. La risposta
sta nella democrazia, che a volte dimostra un'insufficienza. Il difetto non
consiste già nella disuguaglianza morale e di competenze dei cittadini
elettori, nemmeno nella gara
spregiudicata dei candidati all'elezione, ma nella sussistente, irragionevole
mutevolezza popolare, nei rigurgiti d'una presunzione di capire al di là del
giusto. Un tempo circolava lo stupido adagio contadino: scarpe grosse e cervello fino. In effetti questo popolo
ancora soggetto a ricadere nell'immaturità, brontolone e emotivo, talvolta
pretende di avere più intelligenza e maggiori conoscenze dei conduttori
televisivi e dei loro ospiti esperti, e persino più criterio del papa. Siccome poi
ci sono partiti populisti che, essendo all'opposizione, sobillano e traviano la
gente, ecco che le lezioni diventano una grana grossa per i partiti accreditati
presso le massime autorità in campo europeo e mondiale.
Ne consegue che i sondaggi di opinione fanno testo, quando risulta che
molti, troppi non si persuadono più che conviene ospitare lo straniero e farsi
da parte per fargli posto, perché ne verranno grandi vantaggi materiali e
morali.
Tutto qui. La gente non ha ancora imparato a vedere lontano, a stare al
passo coi tempi, a credere abbastanza nella fraternità,
dopo aver creduto nella libertà e
nell'uguaglianza. Perciò l'elettorato
va assecondato nelle sue paure, in attesa che la sua maturazione giunga a
compimento. Intanto i populismi lasciano il tempo che trovano, sorgono e
tramontano presto. Intanto, per il bene delle sue anime il benemerito Begoglio
aggiusta la dottrina, ora in un senso ora nell'altro, secondo che tira il vento
dei sondaggi di opinione.
Piero Nicola