Inconsolabili
è
il titolo di una silloge, or ora pubblicata per i tipi di Tabula Fati, da nove
autori controcorrente, fustigatori dei costumi non già per partito preso. Chi
sono gli inconsolabili? Sono le vittime innocenti o meno di questo mondo
decaduto, pervertito e iniquo. Pregiudizi insensati, innaturali, vili e feroci tormentano
bimbi ignari, adolescenti privati dei valori, adulti condannati a non reggersi
dritti. Di fronte a questo disastro di falsità, che alimenta il velleitarismo e
il masochismo, l'efficienza o la crisi economica diventano assolutamente
secondarie.
Il racconto Pugno chiuso (di Dionisio Di Francescantonio) ci
presenta la vicenda di un figlio di famiglia spezzata da genitori che, come
tanti altri, non sono all'altezza per affrontare le conseguenze delle
lusinghevoli soluzioni fornite da una società corrotta fin nelle leggi. Sicché,
al protagonista, per sua natura introverso ma retto, anche quando è divenuto
adulto viene chiuso ogni varco che possa liberarlo da rancori e diffidenza, che
possa salvarlo da un disperato isolamento.
Dal finestrino (di Barbara Marugo) riassume una vita
femminile segnata di nuovo dal divorzio dei genitori, che secondò un marito
egoista e violento e rivelò una madre debole e inetta. La figlia, già dissipata,
incapace di amare, pur giunta alla sistemazione del matrimonio e adesso madre
di buoni propositi, non sa perdonare e si
rassegna al rimorso di aver continuato a respingere la mamma, che tuttavia
l'amò.
Con chi dormi (di Maria Cristina Morsia): Tenero quadretto d'una
bambina desolata dalla separazione dei suoi.
Il loro amore scemato li ha divisi. Il generoso sacrificio è scomparso
dall'orizzonte della felicità da perseguire storditamente; poiché quale
pienezza si ottiene sacrificando un figlioletto e il suo sviluppo?
Disposizioni testamentarie (di Miriam Pastorino). Racconto di
largo respiro, particolarmente ben dosato nello stile impeccabile e ben
articolato nella trama; verte, infine, sulla pillola, oltre che sul cedimento alle seduzioni dei costumi, che
inducono agli errori orgogliosi. La pillola
provoca non di rado la frigidità, e questa non di rado produce un dramma
familiare. La madre morente vuole avvertire la figlia (da tempo separata da lei
per un loro contrasto insanabile) del pericolo che per la donna, moglie ancor
giovane, si trasformò in una sventura. Ma la figlia ha già ricalcato gli sbagli
materni.
Pornografia (di Fabrizio Fratus). È la succinta
rappresentazione di una particolare piaga postmoderna: la diffusione del vizio
sessuale solitario, alimentato dagli spettacoli osceni. Vizio trattato, come
altri (vedi la ludopatia), alla stregua di fenomeno patologico. La breve storia
purtroppo non approfondisce l'aspetto morale, e termina con il ravvedimento dell'uomo
caduto, sebbene lo spettro della pratica vergognosa incomba ancora su di lui.
Promettimi che non crescerai (di Rossana Tasselli). Un altro
genitore se n'è andato, o dovuto andare, di casa; un'altra bimba disorientata e
sballottata tra due abitazioni. La sua dimora è doppia, ma dimezzata della
presenza di papà e mamma, alternativamente assenti. La bambina prova in sé una medesima,
irrimediabile menomazione. Famiglia distrutta, litigi tra i separati, ragazzina
contesa e ingannata. Ella si rifugia nell'immaginaria, affettuosa comprensione
tra lei e il micio di stoffa, che non mente; e gli chiede di non cambiare mai.
Cuori in affanno (di Dionisio Di Francescantonio). Elaborata psicologia d'una
coppia di divorziati. Il grande accordo sentimentale e carnale tra i due entra
in crisi a motivo della gelosia provata dalla donna verso la figlia del
compagno, la quale a sua volta è ostile alla signora che prenderebbe il posto
di sua madre. Il padre, anteponendo l'attaccamento per la figlia e per la
nipotina ai desideri di colei che ha buoni motivi per ambire al matrimonio, provoca
la frustrazione dell'amata e una schermaglia, in cui non si escludono i colpi
bassi. Il maschile senso del dovere e degli affetti paterni si contrappone alla
femminile rivendicazione del diritto alla felicità amorosa. Il dissidio nel
legame, fattosi avvilente e tormentoso, non avrà rimedio.
Ritroviamo
qui una densa esposizione delle complicazioni dovute ai divorzi, che mettono a
nudo l'umana vulnerabilità, la debolezza destinata a peggiorare dovendo
sostenere certe prove. L'amore che genera la passione necessita d'una stabilità
familiare in cui compiere il suo ciclo, ha bisogno di vivere in una cittadella che
è ormai smantellata.
Da Warda a Rosa (di Elisabetta Ali e Leyla Ziliotto), Il racconto, a mio
avviso scritto quasi ottimamente da due giovani, l'una italo-egiziana, l'altra
italo-marocchina, evidenzia l'incompatibilità delle culture troppo differenti e
l'insufficienza dell'attuale nostra civiltà snervata e stravolta. La narrazione
fa giustizia degli stereotipi ingiusti, legalizzati, con cui si conferisce alle
donne colpevoli l'immunità e i più incredibili privilegi.
Il libro ristabilisce coraggiosamente il vero sulla condizione umana di
questo tempo calamitoso, e va reso il merito spettante agli autori per
l'impegno e per il molteplice interesse che sono stati abili a suscitare.
Piero Nicola
Miriam Pastorino (a cura di)
INCONSOLABILI
Vite sconclusionate al tempo dell’irragionevolezza e della paura
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-595-0]
Pagg. 216 - € 16,00