Un milite diciottenne arruolato per una missione in territorio occupato
dal nemico; una ventunenne laureata, agente segreto, dunque non più alle prime
armi nella vita. L'Italia è divisa in due, durante l'ultimo periodo del
conflitto mondiale, entrambi hanno
scelto di combattere per una fede, per degli ideali, per l'onore della Patria.
Fede e ideali che possono essere in qualche modo definiti, ma varrebbero poco
se non fossero fondati nel mondo vissuto precedentemente, se nell'esperienza non
si trovasse la loro sintesi, la loro sostanza. S'intende che l'esperienza della
gioventù è soggetta a entusiasmi e a indulgenze: campata su una scena dai
velati difetti, dalle velate caducità, ma non campata in aria e nei sogni. La
purezza dell'anelito giovanile ha i suoi diritti rispetto alla possibilità d'un
mondo appagante, un mondo che già non ha tradito l'aspettativa e potrà non
tradirla in seguito. Questi ragazzi godono altresì del conforto di adulti che
condividono i loro sentimenti elevati, disinteressati, e la comune drammatica
sorte (vedi l'esempio di Giovanni Gentile).
Né dall'uno, né dall'altra, traspare il minimo cinismo, un cenno di vile
interesse, un qualche volgare carpe diem,
un qualsiasi senso di disperazione, una tendenza suicida o autolesionistica. La
loro fede resta semplice e intatta, anche nei dispiaceri e nei dolori.
La
storia è pure essenziale. Nell'attraversamento del campo minato lungo il fronte,
il giovane milite perde il camerata, ucciso da un'esplosione, e il sopravvissuto
non potrà trovarsi all'appuntamento fissato in una città dell'Italia invasa
dagli Alleati. Ma la persona da incontrare, oltrepassato il confine tra gli
eserciti contrapposti, gli è venuta incontro con importanti documenti sottratti
al comando alleato, nei cui uffici era impiegata come interprete. Il ragazzo
prende in consegna il fascicolo dei piani segreti, che recapiterà al Ministero
degli Interni sul Lago di Garda. Contemporaneamente, deve scortare la bella
spia fino alla stessa destinazione, dove riferirà ciò che ha appreso al Sud. Durante
il viaggio i due si dichiarano il reciproco amore. Lei si fa giurare da lui
che, finite le vicende belliche da cui saranno separarti, la cercherà perché si
uniscano per sempre. Il rapporto sentimentale si svolge delicatamente, in linea
con l'ideale abbracciato.
Mentre compie una nuova missione, il ragazzo viene fatto prigioniero. A
guerra finita, egli si dà a una vana ricerca dell'amata. Qualche anno dopo
apprende che lei, ausiliaria, è caduta combattendo a Firenze, in un reparto che
si sacrificò per proteggere la ritirata.
"Un amore nella bufera" è un racconto lungo edito da Tabula fati.
Di questo piccolo gioiello, fu autore Marino Solfanelli, mancato alcuni anni or
sono: uomo di lettere, esperto nel campo editoriale, padre di Marco Solfanelli.
La sua vita, e l'onestà che lo distinse, conferirono alla sua opera il valore della
testimonianza.
Piero
Nicola
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