Un nuovo, graffiante saggio di Piero Vassallo
Icone della falsa destra e destra delle false icone
Dai laboriosi torchi di Marco Solfanelli, editore anticonformista in Chieti, esce in questi giorni un saggio di Piero Vassallo, Icone della falsa destra trattato sugli errori in circolazione nell'avventurosa e tormentata destra dell'abbaglio trasversale e bipolare ed elenco delle acrobazie ideologiche, che i politici avveduti dovrebbero evitare con somma cura.
Il saggio di Vassallo si raccomanda quale strumento indispensabile alla ricognizione delle metastasi neognostiche, degli stati d'animo confusionari e degli impulsi trasformistici che stanno devastando il corpo senescente delle ideologie di matrice illuministica e minacciando (di rimbalzo) l'integrità della cultura di destra.
Ora la prima parte del saggio è costituita da medaglioni dedicati agli autori che hanno depistato e inquinato il pensiero dei militanti di destra, ora avviandoli nelle paludi della contraffatta religiosità [Simone Weil, Cristina Campo, René Guénon] ora arroventando la sindrome disfattista [Cioran, Nietzsche] ora iniziandoli al pensiero multiforme [Evola] o alla mistica salottiera [Gomez Davila].
La seconda parte del saggio è dedicata ai simboli usati per inquinare la cultura della destra, ad esempio il tricolore di Reggio Emilia, strumento della metamorfosi giacobina dell'amor di Patria.
L'alterazione della cultura di destra è inspiegabile poiché "nel nuovo e imprevisto scenario allestito dagli ultramoderni, l'insignificanza giornalistica ha improvvisamente abbandonato il pensiero tradizionale per rovesciarsi sulle elucubrazione radical chic".
E' pertanto urgente arrestare la furente tarantella messa in scena dagli intellettuali tatuati dalla fandonia neodestra, uomini mutanti ed elucubranti in sintonia con i pensieri della banca e con le facezie lasciate in eredità dal polifrenico Armandino Plebe. In definitiva, Vassallo sostiene che occorre uscire dalla depressione scavata, nel cuore del Msi e di An, dal conformismo e dall'inconsulta smania di novità tanto normalizzanti quanto dispersive per ritrovare l'anima religiosa della destra popolare.
Girate le spalle alle false icone, i protagonisti del movimento politico intitolato alla vera destra potrebbero avviarsi alla riscoperta di quei valori tradizionali, che furono interpretati fedelmente e strenuamente difesi dal migliore Novecento italiano. Valori scialacquati dalla impaziente frivolezza di una classe politica intesa a fare futuro con i cascami della defunta sinistra.
Lette le bozze del saggio sulla destra della icone equivoche, un anziano militante nella corrente giovanile del Msi, Sergio Pessot, ha concluso realisticamente che l'autore prepara la raccolta di un nuovo, alto numero di suoi contestatori viscerali: "L'arte di farsi nemici, peraltro, è esercitata dal Vassallo con un'assiduità impressionante".
A nostra domanda, sostiene, invece, l'autore: "Se non è sempre vero che tanti nemici tanto onore è molto probabile che da certi nemici si ottiene un onore certo. Per quanto mi riguarda, oso rammentare che, nel 1994, dissi che cosa conveniva a Gianfranco Fini: scaricare la zavorra neodestra [neopagana] gravante ottusamente sul futuro del Msi. La risposta fu il silenzio imbarazzato di Fini, a margine di un coro di ingiurie lanciate contro di me dalla curva del superomismo festante nella nella marginalità. Dopo che gli irriducibili allora urlanti nella curva neodestro hanno affondato la destra dell'obnubilato Fini nei consensi a numeri decimali, posso esibire, quale segno di un onore certo, l'inimicizia di certe comparse sulla scena dell'effimero e del fittizio. Quanto agli amici miei, posso dire in tranquillità che non mancano del tutto, se è vero quel che mi confida Marco Solfanelli (al quale non saprei come non credere) circa l'incoraggiante successo del mio saggio Itinerari della destra cattolica".
Il volume sulle icone della destra allo sbando, 120 pagine, euro 10, può essere prenotato nella qualunque attrezzata libreria o ordinato direttamente all'editore Solfanelli telefonando al numero 087163210.
Osvaldo Olivieri