Pochi tempi come questi ultimi hanno
svelato il retroscena della politica. Di solito i teorici, i divulgatori e gli
applicatori/manipolatori degli stereotipi democratici avevano avuto partita
vinta tenendo in scacco gli avversari. La dietrologia, sebbene fosse nel
giusto, impugnava un'arma spuntata: priva di adeguati mezzi di diffusione,
priva di prove lampanti. Quanti accertavano che il voto popolare e il
parlamentarismo erano determinati e manovrati a piacimento da oligarchie mascherate, non vedevano affermarsi le loro
denunce, non speravano che il sistema potesse venir meno. Si noti che di fronte
all'influenza sempre esercitata dalla classe partitica sull'opinione pubblica,
è una bazzecola l'orientamento di opinione attuata da coloro i quali
acquistarono da Face book un certa quantità di dati personali, bazzecola-fumo-negli-occhi
che ha ormai fatto il suo tempo, come tanti altri espedienti per restare in
sella autorevolmente.
Oggi, in qualche modo, è accaduto l'imprevisto. Invero era già successo
che fascismo e nazismo fossero sorti attraverso le elezioni, ma allora i nuovi
movimenti totalitari erano guidati da capipopolo fuori del comune. Adesso, il
malessere delle masse forse supera la capacità di proposta e di guida dei novatori.
Inoltre, non è crollata tanto la fede democratica, quanto la fiducia nel potere
instaurato.
La propaganda dei manovratori, con tutto il potere culturale,
d'informazione, finanziario e di istituti di cui dispongono, non riesce più a
prevalere. Il gioco è durato troppo a lungo e mostra la corda. In parole
povere, il potere congregato ha perduto la credibilità, la piovra ha dovuto
allentare la presa; è bastata una qualsiasi opposizione (nel nostro caso Lega e
M5s) perché la massa scontenta (ancorché alquanto confusa), avesse modo di
sfuggire e prendere posizione.
Il fenomeno cominciò nei Paesi dell'Est europeo, primo fra i quali
l'Ungheria; di recente hanno fatto seguito l'Austria e ieri la Slovenia. Ma la
stampa e le tv riuscivano a mettervi la sordina, a coprire la svolta con il
silenzio o il discredito ("populismo antidemocratico, antiumanitario").
Sebbene gli argomenti stessero diventando sempre più deboli, di fronte al
rifiuto di un'immigrazione dannosa e pericolosa.
Il colpo grosso lo fece Trump, dimostrando che gli americani erano stufi
di essere presi in giro dal mito del cittadino qualunque che poteva farsi da sé,
raggiungendo vertici o almeno contando qualcosa, e dal mito dell'afferrabile
felicità, offerta alla portata di tutti. Anche lì, l'immigrazione sregolata e
il mondialismo furono la goccia che fece traboccare il vaso.
Poi c'è stata la brexit, che ha manifestato l'insofferenza e
l'incredulità degli inglesi. A tale proposito, la telenovela dei regnanti con i
loro democratici sponsali, intesa ad avvalorare e incoraggiare l'attaccamento
di quella gente alla Corona, non sono che patetici tentativi di condurre alla
rianimazione convinzioni politiche agonizzanti e di coprire la rivolta in atto
(non tanto alla Corona quanto al cosmopolitismo).
In Francia e in Germania il vecchio potere ce l'ha fatta a tenere, ma
l'andamento del consenso non gli è per nulla favorevole. Né i Balcani e la
Grecia stanno allegri.
Insomma, lo strapotere plutocratico senza Patria, senza Famiglia e senza
Dio (da noi p.e. attivo con la speculazione politica dello spread) si è visto
smascherato a vantaggio del cosiddetto sovranismo. La pianta del sovranismo può
contare sulle radici. Il patrimonio artistico e di bellezze naturali, che si è
costretti a tenere alti (sia per ovviare alla desolazione dilagante, sia per
motivi economici) stanno lì a smentire la vantata società multietnica,
d'altronde inferma, impotente e sterile. Né l'umanitarismo contro natura può
ancora fare molta presa attraverso i diritti umani, vista l'intrinseca sua
inconsistenza e visto il discredito dei suoi paladini, che sono gli stessi
nemici dei patri valori e delle patrie glorie
C'è da farsi illusioni? È presto per dirlo. Anzi, i cattolici antimodernisti
sanno che il mondo potrebbe raddrizzarsi soltanto onorando Dio e la sua Legge.
E di questo non si vedono i segni. Ciò non toglie che sia in corso una
rivoluzione o, meglio, una sorta di laica controrivoluzione.
Piero Nicola
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