Può accadere che, pur stando dalla stessa buona parte, ci si trovi in
disaccordo. È cosa discreta, da parte del collaboratore d'una rivista, evitare
aperte contraddizioni, specie verso colleghi più dotti e titolati. Ma ora purtroppo
devo chiedere venia perché, tenendo fede a quella che ritengo essere la
giustizia, nel redigere l'articolo non riuscirei a sfumare il suddetto contrasto
senza ledere il presupposto della mia partecipazione al blog: testimoniare il
vero, oltre che in materia religiosa, nelle diverse questioni morali.
Il Re soldato tenne una condotta encomiabile nella Prima Guerra
Mondiale. Tuttavia bisogna notare che la Triplice Alleanza, dell'Italia con gli
Imperi Centrali, rinnovata da Giolitti nel 1912, restò valida fino alla sua
denuncia unilaterale italiana (4 maggio 1915), venti giorni prima della nostra dichiarazione
di guerra all'Austria. e dopo che l'Italia aveva firmato il Patto di Londra con
la Triplice Intesa, il 26 aprile dello stesso anno. Quantunque regnante in un
regime democratico, è innegabile che Vittorio Emanuele III partecipò a tale atto
di slealtà, comunque lo si voglia giustificare, destinato ad avere un certo peso
nell'avvenire.
Il Re intervenne direttamente dopo la Marcia su Roma, quando conferì a
Mussolini l'incarico di capo del governo. Dopodiché il sovrano aderì a tutto il
processo del fascismo: dittatura, Guerra d'Etiopia, Guerra d'Albania, assumendo
il titolo di imperatore d'Etiopia e Re d'Albania. Infine egli sottoscrisse le
leggi razziali, ricevette Hitler a Roma (come non fece il Papa), sottoscrisse
le dichiarazioni di guerra a Francia, Inghilterra, Stati Uniti.
A tutti è lecito riconoscere i propri errori e pentirsene, in certi casi
anche smentendo la parola data, sempre che la buona coscienza lo richieda. Ma
occorre corrispondere ad essa coerentemente e dignitosamente. Inoltre, l'uomo
onesto non si sottrae al pagamento dei falli da lui commessi. Al contrario,
Vittorio Emanuele III non fece pubblica ammenda dei suoi eventuali misfatti,
passò nel campo nemico dall'oggi al domani, immediatamente dopo un armistizio
concluso all'insaputa e a danno dell'alleato, con un armistizio sui generis, consistente in una resa
incondizionata. Abbandonando il suo posto per rifugiarsi sotto la protezione
anglo-americana, egli diede una molteplice grama prova di sé. Lasciò sbandato
un esercito che, nonostante tutto, sarebbe stato in grado di difendere la
Patria (la IV Armata dislocata tra Italia e Francia costituiva ancora una forza
fresca e notevole). Anziché abdicare consegnandosi al nemico, istituì un fantomatico
Regno del Sud, in una mezza Italia governata (molto male) da eserciti stranieri.
Qualora
le potenze dell'Asse fossero riuscite vittoriose, il Re avrebbe ugualmente
licenziato il capo del fascismo e sciolto il sodalizio con la Germania nazista?
Fu evidente, e rimane certo, che non avrebbe agito così. Pertanto il suo
comportamento in tali circostanze si ridusse a un'azione utilitaristica e
machiavellica. Lo stesso principe Umberto, durante il loro trasferimento a
Brindisi, manifestò il suo disappunto rispetto al giudizio che la Storia
avrebbe dato su quella fuga. Poco importa che altri capi di stato alleati della
Germania si siano condotti allo stesso modo in prossimità della sconfitta. La
morale non cambia. Tanto più che costoro lasciarono che le proprie nazioni
passassero da un'egemonia germanica al dominio sovietico, non meno irreligioso
e feroce.
Quanto
agli Alleati, la loro iniquità e empietà (sotto la copertura di una libertà indeterminata,
quindi perversa, oltreché propagandistica) ci ha portato in una condizione deplorevole.
Il frutto della loro egemonia si è rivelato appieno, come d'altronde qualcuno
aveva avvertito che dovesse succedere.
Piero Nicola
salve
RispondiEliminasi, è vero che anche Romania e Bulgaria, passarono con i soviet a guerra in corso ma, è altrettanto vero che avvisarono tedeschi e italiani (RSI) per tempo dando loro l'opportunità di ritirasi; insomma non fu per niente una replica del vergognoso 8 settembre nostrano.
Si comportarono cavallerescamente ...
un saluto
Piero e famiglia
Non si comportarono cavallerescamente... non diciamo sciocchezze, firmarono una resa anche loro senza avvisare i tedeschi e rivolsero le armi contro di loro, né più né meno di quello che fece l'Italia. Anzi l'8 settembre fu disastroso e vergognoso proprio perché l'esercito italiano non riuscì o non volle resistere ai tedeschi.
RispondiEliminasalve
Eliminano dico sciocchezze, l'ho letto nel libro di memorie di un reduce RSi colà impiegato
un saluto
Piero e famiglia