lunedì 24 novembre 2014

Sospettose ombre sulla gloriosa, pacifica, indiscussa ideologia dei benefattori liberali

L'attualità storica e il suo passato

Sospettose ombre sulla gloriosa,
pacifica, indiscussa ideologia dei benefattori liberali

 Alcuni fatti accertati, trascritti in documenti insospettabile e commentati da storici neutrali, indirizzano l'osservatore curioso e impavido a condividere la non marginale rettifica del giudizio canonico sulle cause della seconda guerra mondiale di liberazione.
 L'insospettabile storico Alan John Percival Taylor, che nel 1961 pubblicò “The Origins of the Second World War”, (l'edizione italiana fu pubblicata da Laterza lo stesso anno), con il sussidio di una impressionante mole di documenti ufficiali e di testimonianze attendibili e insospettabili, ad esempio, dimostrò che l’insipienza degli anglo-francesi conferì il titolo di supremo arbitro della pace all'irremovibile, testardo e bellicoso ministro polacco Joseph Beck . 
 Taylor sostiene pertanto che gli incauti Georges Bonnet e Arthur Chamberlain furono responsabili di una scelta, che in seguito obbligò Francia e Inghilterra  ad entrare in guerra “per difendere quella parte dell’assetto della pace [Danzica] che per tanto tempo avevano considerato la meno sostenibile” [1].
 Taylor rammenta al proposito che Edward Halifax (ministro degli esteri inglese dal 2 marzo 1938) era favorevole a una pacifica soluzione del nodo di Danzica, ovvero alla sottoscrizione di un accordo in larga misura conforme alle richieste non irragionevoli dal governo tedesco.
 Nella convulsa primavera del 1939 la politica degli anglo-francesi fu oggetto di un radicale irrigidimento onde la imprudente e improvvida decisione di attribuire ai polacchi il potere di decidere sulla questione di Danzica. 
 Dagli atti della diplomazia vaticana durante la seconda guerra mondiale, documenti pubblicati per volontà di Paolo VI, si evince che l'opinione della diplomazia vaticana sul rischio incombente era già stata espressa, in una nota indirizzata al card. Domenico Tardini, dal Nunzio apostolico a Parigi, mons. Luigi Maglione, il quale, dopo un incontro con Bonnet giudicò la temeraria decisione di assegnare a Beck il titolo di arbitro della pace un chiaro segno della volontà anglo-francese di preparare la guerra alla Germania.
 E' ovvio che l'accertamento della verità sull'ingente contributo anglo-francese allo scatenamento della seconda guerra mondiale non attenua la gravità dei crimini commessi dai nazisti durante il conflitto. D'altra parte i futuri crimini dei nazisti non giustificano la (spesso anticipata) punizione pedagogica (bombardiera) inflitta alla popolazione civile tedesca, giapponese (e italiana).
 La memoria delle inspiegabili omissioni e delle colpevole leggerezze compiute dai governi di Francia e Inghilterra alla vigilia della seconda guerra mondiale e nei primi mesi di essa [perché, ad esempio, gli anglo-francesi non dichiararono guerra alla Russia di Stalin, alleata e complice dei nazisti nell'aggressione alla Polonia? perché la potente marina e l'aviazione degli inglesi non ostacolarono gli invasori della Polonia?] non è finalizzata alla impossibile riabilitazione di Hitler, ma alla indicazione del male liberale, coautore, terzo/nascosto/assolto o addirittura incensato, degli orrori della seconda guerra mondiale e dei freddi malesseri del dopoguerra.
 La cultura cattolica non può uscire dalla cattività mediatica senza diventare consapevole del devastante errore rappresentato dall'ideologia liberale, madre inglese di alcune fra le più criminose e devastanti sciagure (ad esempio la guerra dell'oppio) che hanno tormentato l'età moderna.
 Il qualunque tentativo di risollevare l'economia italiana e di arrestare la corso del diritto neopagano in direzione della rovente pederastia, d'altra parte, è destinato a fallire miseramente fino a quando agli italiani sarà impedito di capire che sul loro malessere è impresso il marchio della maladetta ideologia liberale.
 Uscire dalla crisi economica in atto in Occidente senza rompere le sbarre della gabbia liberale è un'illusione paragonabile a un progetto scientifico inteso a curare un malato di Tbc senza aggredire il bacillo di Koch. 
 Ora per uscire dalla cattività liberale - dalla camicia di forza atlantica - occorre attuare le tradizionali contromisure attuate in Italia e nell'America del New Deal: severo controllo dell'attività dei banchieri, intervento dello stato nell'economia, partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili d'impresa.
 Nel secondo dopoguerra il miracolo economico italiano fu ottenuto da statisti cattolici che non disprezzavano le tesi dell'economia mista e non esitarono a usare idee e istituzioni del precedente regime.
 Il loro esempio è la traccia indirizzata all'uscita dell'Italia dal soffocante labirinto euro-liberale. Ed è l'unica via percorribile da una destra intesa a rifiutare l'umiliante subordinazione ai banchieri atlantici. E a ridisegnare  la sua figura a partire dalla rinuncia all'avversione contro gli interventi dello stato nell'economia e alla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese (visto che i lavoratori stanno partecipando dolorosamente alle perdite delle aziende mal gestite).
 In conclusione: l'Italia non può risollevarsi senza prima riconoscere ed avversare la causa liberale della crisi in atto- Il rimanente rappresenta la patetica velleità di una scienza subordinata alla mitologia di quella mano magica del mercato che consiglia l'applicazione medicinale di inutili cataplasmi (ad esempio  gli ottanta euro del governo Renzi), sadiche tasse intese all'affondamento delle imprese, trucidi tagli sulla pelle dei borghesi piccolissimi

Piero Vassallo




[1]             Cfr, "Le origini della seconda guerra mondiale", Laterza, Bari 1961, pag. 403.

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