L'attualità
storica e il suo passato
Sospettose ombre sulla
gloriosa,
pacifica, indiscussa
ideologia dei benefattori liberali
Alcuni
fatti accertati, trascritti in documenti insospettabile e commentati da storici
neutrali, indirizzano l'osservatore curioso e impavido a condividere la non
marginale rettifica del giudizio canonico sulle cause della seconda
guerra mondiale di liberazione.
L'insospettabile storico Alan John Percival
Taylor, che nel 1961 pubblicò “The
Origins of the Second World War”, (l'edizione italiana fu pubblicata da
Laterza lo stesso anno), con il sussidio di una impressionante mole di
documenti ufficiali e di testimonianze attendibili e insospettabili, ad
esempio, dimostrò che l’insipienza degli anglo-francesi conferì il titolo di supremo
arbitro della pace all'irremovibile, testardo e bellicoso ministro polacco
Joseph Beck .
Taylor
sostiene pertanto che gli incauti Georges Bonnet e Arthur Chamberlain furono
responsabili di una scelta, che in seguito obbligò Francia e Inghilterra ad entrare in guerra “per difendere quella parte dell’assetto della pace [Danzica] che per tanto tempo avevano considerato la
meno sostenibile” [1].
Taylor rammenta al proposito che Edward
Halifax (ministro degli esteri inglese dal 2 marzo 1938) era favorevole a una
pacifica soluzione del nodo di Danzica, ovvero alla sottoscrizione di un
accordo in larga misura conforme alle richieste non irragionevoli dal governo
tedesco.
Nella convulsa
primavera del 1939 la politica degli anglo-francesi fu oggetto di un radicale
irrigidimento onde la imprudente e improvvida decisione di attribuire ai
polacchi il potere di decidere sulla questione di Danzica.
Dagli
atti della diplomazia vaticana durante la seconda guerra mondiale, documenti
pubblicati per volontà di Paolo VI, si evince che l'opinione della diplomazia
vaticana sul rischio incombente era già stata espressa, in una nota indirizzata
al card. Domenico Tardini, dal Nunzio apostolico a Parigi, mons. Luigi
Maglione, il quale, dopo un incontro con Bonnet giudicò la temeraria decisione
di assegnare a Beck il titolo di arbitro della pace un chiaro segno della
volontà anglo-francese di preparare la guerra alla Germania.
E' ovvio che l'accertamento della verità sull'ingente contributo anglo-francese
allo scatenamento della seconda guerra mondiale non attenua la gravità dei
crimini commessi dai nazisti durante il conflitto. D'altra parte i futuri
crimini dei nazisti non giustificano la (spesso anticipata) punizione pedagogica
(bombardiera) inflitta alla popolazione civile tedesca, giapponese (e
italiana).
La
memoria delle inspiegabili omissioni e delle colpevole leggerezze compiute
dai governi di Francia e Inghilterra alla vigilia della seconda guerra mondiale
e nei primi mesi di essa [perché, ad esempio, gli anglo-francesi non
dichiararono guerra alla Russia di Stalin, alleata e complice dei nazisti
nell'aggressione alla Polonia? perché la potente marina e l'aviazione degli
inglesi non ostacolarono gli invasori della Polonia?] non è finalizzata
alla impossibile riabilitazione di Hitler, ma alla indicazione del male
liberale, coautore, terzo/nascosto/assolto o addirittura incensato,
degli orrori della seconda guerra mondiale e dei freddi malesseri del
dopoguerra.
La
cultura cattolica non può uscire dalla cattività mediatica senza diventare
consapevole del devastante errore rappresentato dall'ideologia liberale, madre
inglese di alcune fra le più criminose e devastanti sciagure (ad esempio la
guerra dell'oppio) che hanno tormentato l'età moderna.
Il
qualunque tentativo di risollevare l'economia italiana e di arrestare la corso
del diritto neopagano in direzione della rovente pederastia, d'altra parte, è
destinato a fallire miseramente fino a quando agli italiani sarà impedito di
capire che sul loro malessere è impresso il marchio della maladetta
ideologia liberale.
Uscire
dalla crisi economica in atto in Occidente senza rompere le sbarre della gabbia
liberale è un'illusione paragonabile a un progetto scientifico inteso a curare
un malato di Tbc senza aggredire il bacillo di Koch.
Ora
per uscire dalla cattività liberale - dalla camicia di forza atlantica -
occorre attuare le tradizionali contromisure attuate in Italia e nell'America
del New Deal: severo controllo dell'attività dei banchieri, intervento dello
stato nell'economia, partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili
d'impresa.
Nel
secondo dopoguerra il miracolo economico italiano fu ottenuto da statisti
cattolici che non disprezzavano le tesi dell'economia mista e non esitarono a
usare idee e istituzioni del precedente regime.
Il
loro esempio è la traccia indirizzata all'uscita dell'Italia dal soffocante
labirinto euro-liberale. Ed è l'unica via percorribile da una destra intesa a
rifiutare l'umiliante subordinazione ai banchieri atlantici. E a ridisegnare la sua figura a partire dalla rinuncia
all'avversione contro gli interventi dello stato nell'economia e alla
partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese (visto
che i lavoratori stanno partecipando dolorosamente alle perdite delle aziende
mal gestite).
In
conclusione: l'Italia non può risollevarsi senza prima riconoscere ed avversare
la causa liberale della crisi in atto- Il rimanente rappresenta la patetica
velleità di una scienza subordinata alla mitologia di quella mano magica del
mercato che consiglia l'applicazione medicinale di inutili cataplasmi (ad
esempio gli ottanta euro del governo
Renzi), sadiche tasse intese all'affondamento delle imprese, trucidi
tagli sulla pelle dei borghesi piccolissimi.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento