Lasciando da parte l'empietà attuata
dall'Europa Unita col suo rinnegamento delle radici cristiane, essa ha
assassinato la legge naturale - la quale rientra nella Legge divina - bensì con
norme sociali che gridano vendetta al cospetto di Dio. E sarebbe question
finita. È del tutto screditato il pulpito dal quale l'UE predica contro l'iniquità
del nuovo Sultano. Il resto
dell'Occidente che ancora nelle sue costituzioni riconoscerebbe Dio, del pari Lo
ha offeso, Lo ha tradito e abusa del suo Nome.
Ma se vogliamo entrare nel merito, in
particolare riguardo alle infrazioni della giustizia contestate al Presidente
della Turchia, esse per lo più sono fasulle.
Poiché il consorzio civile richiede un ordine
che lo preservi, la differenza fra i provvedimenti adottati da Erdogan e quelli
usati dai paesi ex-cristiani è una sola: il primo mette al bando, mediante chiari
decreti, coloro che sono nemici del governo nazionale o che gli infilano i
bastoni tra le ruote; i secondi mettono fuori gioco i loro sostanziali oppositori
e quanti pongono intralcio, adoprando sistemi ipocriti, ingannevoli, sofistici,
e nondimeno coercitivi e punitivi. Questi ultimi derivano dall'imputazione di
essere antidemocratici e da quella di non rispettare i diritti umani, anche
quando sono, in effetti, diritti disumani.
L'accusa di autoritarismo antidemocratico è in
genere pretestuosa. Anzitutto può essere legittimamente ritorta contro ogni
regime democratico vigente, in cui, di fatto, la volontà popolare viene raggirata
e guidata da oligarchie, che propagandano e inculcano principi errati e altresì
criminosi. D'altronde, il sistema della sovranità popolare e della legge della
maggioranza è evidentemente inumano, perché lascia la giustizia alla mercé dell'arbitrio
della massa e dei suoi rappresentanti, a loro volta in balia della tara del
peccato originale. Forma istituzionale codesta, che la Chiesa già definì
disastrosa per il bene comune.
Ne consegue che, mentre un regime autoritario
può rispettare o meno i giusti diritti, un regime democratico basato sul volere
del popolo reca con sé un grave e pregiudizievole vizio d'origine. Altro è il
consenso dei cittadini; altra è l'ipoteca da essi imposta sulla legislazione,
essendovi la libertà incondizionata di determinarla.
L'obiezione solita dei sognatori
rivendicatori della perfetta società (che, in ogni caso, non può essere quella
dei figli di Adamo) lamenta il difetto della costruttiva opposizione politica.
Se una ipotetica onesta e utile opposizione debba essere eliminata, chi non
riconosce la necessità di un sacrificio, dovrà di sicuro sopportare un
sacrificio peggiore. Il principio che garantisce voci e azioni discordanti, di
necessità partigiane (partiti), genera lotte intestine, debolezze deleterie e
decadenza. La storia lo attesta, a prescindere dalla qualità delle costituzioni
statali e dalla qualità dei governi. D'altro canto, tale contesa è anche una
commedia, che consente di mantenere il potere a chi lo ha arraffato, essendo reso
intangibile dalle consacrate civiche libertà. Di fatto, la critica producente
opera nell'ambito d'un programma politico onesto, definito e unanime, che i
detrattori chiamano totalitarismo.
I diritti civili decretati dal sistema laico
e liberale attualmente in vigore sono la negazione del vero Diritto. Tanto si è
abusato della democrazia incondizionata che, per governare il popolo, si sono
dovuti coerentemente introdurre aberranti seduzioni materiali e ideali. I diritti
degni di Sodoma e Gomorra vanno pure nello stesso senso psicologico.
Su quest'ultimo punto, occorre riconoscere
che una repubblica islamica, integrale o parziale, non incorre in una simile
vergogna. I suoi delitti saranno altri e solamente alcuni di essi non ci
appartengono.
L'empietà della falsa religione maomettana
viene contestata dall'Occidente per alcuni suoi aspetti legali. Si critica la disuguaglianza
stabilita a danno della donna, e tuttavia con cautela per non urtare il mondo
islamico, che si vuole venga accolto, soprattutto in Italia, con milioni di
immigrati. Così si tralasciano o si trascurano diverse iniquità e immoralità
contenute in quella religione, tra le quali il fine della guerra santa e la
legge del Corano che molto discrimina lo straniero infedele.
Siffatto procedimento machiavellico degli occidentali - per niente giustificato,
tendendo alla disgregazione delle nazioni e del cattolicesimo - completa la
riduzione a sottozero dell'autorità morale dell'ormai vecchio e viepiù degenere
Mondo Libero.
A beneficio dei dubbiosi aggiungo un'azione
esemplare dell'impostura democratica.
Chi non sarebbe disposto a riconoscere che il
diritto all'autodeterminazione dei popoli è almeno importante quanto il
riconoscimento delle politiche minoranze interne? Orbene, siffatto diritto
della popolazione del Sud Tirolo (Alto Adige, etnicamente non italiano), è stato negato con argomenti contrari al
principio enunciato dalla stessa ONU. Il che è avvenuto a causa della politica
complicità di vari Paesi interessati al mantenimento dello status quo. Un regime forte
avrebbe potuto rivendicare la necessità di assicurarsi i confini geografici
includenti l'Alto Adige, appellarsi a un risarcimento per il sacrificio da noi
consumato nella Grande Guerra, per le storiche occupazioni austriache delle
regioni italiane prima irredente. Ma un regime uniformatosi alla Carta dell'ONU
si sbugiarda penosamente calpestandone un punto capitale. Eppure gli italiani
sono stati quasi tutti persuasi che il Sud Tirolo debba appartenerci, e che i
sudtirolesi, battendosi per l'indipendenza (prima che quella gente la
barattasse con un materiale tornaconto), avessero torto marcio.
Gli Stati Uniti, da parte loro, si
arrampicarono sugli specchi volendo giustificare l''indebita annessione dei
territori appartenenti agli indigeni, né risulta che abbiano fatto marcia
indietro in modo equo.
In definitiva, gli stati non liberali
rispetto ai democratici parlano chiaro, sono meno ingannevoli, e in essi ci si
assume maggiormente le proprie responsabilità, si risponde molto più di persona.
E dovremmo tacere dello Stato del Vaticano,
dal quale partono diuturni avvelenamenti delle anime, oltre ad ammaestramenti
contrari alla morale, talché pontifica disastrosamente?
Caso mai qualcuno non abbia presente tali
misfatti, riporto un passo dell'introduzione alla messa della X Domenica dopo
Pentecoste, nel Messalino di D. C. Lefebvre O.S.B.:
"La nostra santificazione è impossibile
se vogliamo raggiungerla da soli, perché, abbandonati a noi stessi noi non
siamo che impotenti e peccatori".
Donde l'avvio all'inferno di quanti non
ottengono la santificazione mediante lo Spirito Santo, ovvero mediante i
Sacramenti validamente ricevuti. È facile dedurne le eresie vaticane che,
piaggiando l'umanità e coltivandone l'orgoglio, attribuiscono alle coscienze e
alle false religioni un potere redentivo.
"L'umile [il contrario dell'attuale
cittadino sovrano democratico] riconosce il proprio nulla perché sa che solo a
questa condizione discenderà su lui la virtù di Cristo".
Questa sedicente chiesa approva questa
democrazia, e la cosiddetta società multietnica, inquinata da ogni sorta di
errori e di disordini, e ignora l'incompatibilità sussistente tra musulmani ed eredi,
volenti o nolenti, del cristianesimo.
Piero
Nicola