martedì 26 luglio 2016

ERDOGAN È PIÙ INIQUO DELL'OCCIDENTE? (di Piero Nicola)

  Lasciando da parte l'empietà attuata dall'Europa Unita col suo rinnegamento delle radici cristiane, essa ha assassinato la legge naturale - la quale rientra nella Legge divina - bensì con norme sociali che gridano vendetta al cospetto di Dio. E sarebbe question finita. È del tutto screditato il pulpito dal quale l'UE predica contro l'iniquità del nuovo Sultano. Il resto dell'Occidente che ancora nelle sue costituzioni riconoscerebbe Dio, del pari Lo ha offeso, Lo ha tradito e abusa del suo Nome.
  Ma se vogliamo entrare nel merito, in particolare riguardo alle infrazioni della giustizia contestate al Presidente della Turchia, esse per lo più sono fasulle.
  Poiché il consorzio civile richiede un ordine che lo preservi, la differenza fra i provvedimenti adottati da Erdogan e quelli usati dai paesi ex-cristiani è una sola: il primo mette al bando, mediante chiari decreti, coloro che sono nemici del governo nazionale o che gli infilano i bastoni tra le ruote; i secondi mettono fuori gioco i loro sostanziali oppositori e quanti pongono intralcio, adoprando sistemi ipocriti, ingannevoli, sofistici, e nondimeno coercitivi e punitivi. Questi ultimi derivano dall'imputazione di essere antidemocratici e da quella di non rispettare i diritti umani, anche quando sono, in effetti, diritti disumani.
  L'accusa di autoritarismo antidemocratico è in genere pretestuosa. Anzitutto può essere legittimamente ritorta contro ogni regime democratico vigente, in cui, di fatto, la volontà popolare viene raggirata e guidata da oligarchie, che propagandano e inculcano principi errati e altresì criminosi. D'altronde, il sistema della sovranità popolare e della legge della maggioranza è evidentemente inumano, perché lascia la giustizia alla mercé dell'arbitrio della massa e dei suoi rappresentanti, a loro volta in balia della tara del peccato originale. Forma istituzionale codesta, che la Chiesa già definì disastrosa per il bene comune.
  Ne consegue che, mentre un regime autoritario può rispettare o meno i giusti diritti, un regime democratico basato sul volere del popolo reca con sé un grave e pregiudizievole vizio d'origine. Altro è il consenso dei cittadini; altra è l'ipoteca da essi imposta sulla legislazione, essendovi la libertà incondizionata di determinarla.
  L'obiezione solita dei sognatori rivendicatori della perfetta società (che, in ogni caso, non può essere quella dei figli di Adamo) lamenta il difetto della costruttiva opposizione politica. Se una ipotetica onesta e utile opposizione debba essere eliminata, chi non riconosce la necessità di un sacrificio, dovrà di sicuro sopportare un sacrificio peggiore. Il principio che garantisce voci e azioni discordanti, di necessità partigiane (partiti), genera lotte intestine, debolezze deleterie e decadenza. La storia lo attesta, a prescindere dalla qualità delle costituzioni statali e dalla qualità dei governi. D'altro canto, tale contesa è anche una commedia, che consente di mantenere il potere a chi lo ha arraffato, essendo reso intangibile dalle consacrate civiche libertà. Di fatto, la critica producente opera nell'ambito d'un programma politico onesto, definito e unanime, che i detrattori chiamano totalitarismo.
  I diritti civili decretati dal sistema laico e liberale attualmente in vigore sono la negazione del vero Diritto. Tanto si è abusato della democrazia incondizionata che, per governare il popolo, si sono dovuti coerentemente introdurre aberranti seduzioni materiali e ideali. I diritti degni di Sodoma e Gomorra vanno pure nello stesso senso psicologico.
  Su quest'ultimo punto, occorre riconoscere che una repubblica islamica, integrale o parziale, non incorre in una simile vergogna. I suoi delitti saranno altri e solamente alcuni di essi non ci appartengono.
  L'empietà della falsa religione maomettana viene contestata dall'Occidente per alcuni suoi aspetti legali. Si critica la disuguaglianza stabilita a danno della donna, e tuttavia con cautela per non urtare il mondo islamico, che si vuole venga accolto, soprattutto in Italia, con milioni di immigrati. Così si tralasciano o si trascurano diverse iniquità e immoralità contenute in quella religione, tra le quali il fine della guerra santa e la legge del Corano che molto discrimina lo straniero infedele.
  Siffatto procedimento machiavellico  degli occidentali - per niente giustificato, tendendo alla disgregazione delle nazioni e del cattolicesimo - completa la riduzione a sottozero dell'autorità morale dell'ormai vecchio e viepiù degenere Mondo Libero.
  A beneficio dei dubbiosi aggiungo un'azione esemplare dell'impostura democratica.
  Chi non sarebbe disposto a riconoscere che il diritto all'autodeterminazione dei popoli è almeno importante quanto il riconoscimento delle politiche minoranze interne? Orbene, siffatto diritto della popolazione del Sud Tirolo (Alto Adige, etnicamente non italiano),  è stato negato con argomenti contrari al principio enunciato dalla stessa ONU. Il che è avvenuto a causa della politica complicità di vari Paesi interessati al mantenimento dello status quo. Un regime forte avrebbe potuto rivendicare la necessità di assicurarsi i confini geografici includenti l'Alto Adige, appellarsi a un risarcimento per il sacrificio da noi consumato nella Grande Guerra, per le storiche occupazioni austriache delle regioni italiane prima irredente. Ma un regime uniformatosi alla Carta dell'ONU si sbugiarda penosamente calpestandone un punto capitale. Eppure gli italiani sono stati quasi tutti persuasi che il Sud Tirolo debba appartenerci, e che i sudtirolesi, battendosi per l'indipendenza (prima che quella gente la barattasse con un materiale tornaconto), avessero torto marcio.
  Gli Stati Uniti, da parte loro, si arrampicarono sugli specchi volendo giustificare l''indebita annessione dei territori appartenenti agli indigeni, né risulta che abbiano fatto marcia indietro in modo equo.
  In definitiva, gli stati non liberali rispetto ai democratici parlano chiaro, sono meno ingannevoli, e in essi ci si assume maggiormente le proprie responsabilità, si risponde molto più di persona.
  E dovremmo tacere dello Stato del Vaticano, dal quale partono diuturni avvelenamenti delle anime, oltre ad ammaestramenti contrari alla morale, talché pontifica disastrosamente?
 Caso mai qualcuno non abbia presente tali misfatti, riporto un passo dell'introduzione alla messa della X Domenica dopo Pentecoste, nel Messalino di D. C. Lefebvre O.S.B.:
  "La nostra santificazione è impossibile se vogliamo raggiungerla da soli, perché, abbandonati a noi stessi noi non siamo che impotenti e peccatori".
  Donde l'avvio all'inferno di quanti non ottengono la santificazione mediante lo Spirito Santo, ovvero mediante i Sacramenti validamente ricevuti. È facile dedurne le eresie vaticane che, piaggiando l'umanità e coltivandone l'orgoglio, attribuiscono alle coscienze e alle false religioni un potere redentivo.
  "L'umile [il contrario dell'attuale cittadino sovrano democratico] riconosce il proprio nulla perché sa che solo a questa condizione discenderà su lui la virtù di Cristo".
  Questa sedicente chiesa approva questa democrazia, e la cosiddetta società multietnica, inquinata da ogni sorta di errori e di disordini, e ignora l'incompatibilità sussistente tra musulmani ed eredi, volenti o nolenti, del cristianesimo.


Piero Nicola

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