“Se
l'universalità della famiglia non è effetto di una legge naturale come si spiega che la si trova dappertutto?”
Claude Levy
Strauss
Il paese reale ha preso le distanze dal paese
irreale, lo strato/vespasiano, in cui si agitano i promotori dell'immoralismo
progressivo e i loro squillanti discepoli e claquers.
Sabato 30 gennaio, due milioni di Italiani, in
rappresentanza della maggioranza ignorata , vilipesa e oppressa dal potere progressivo,
sono convenuti a Roma, a proprie spese dunque con sacrificio e con fatica, per
difendere gli indeclinabili princìpi del diritto naturale. Princìpi condivisi
dalla teologia cattolica e dalla cultura laica (al proposito è stato citato
Levy Strauss).
Una festosa folla di italiani di condizione
economica modesta e di nobile e ricco sentire, ha manifestato la refrattarietà
degli uomini viventi nella normalità e nell'autentica società familiare
all'utopia cadaverica dei sodomiti ambo sessi.
L'entusiasmo della folla è stato purtroppo
mitigato dall'oscillante pensiero degli organizzatori. Paolo Deotto, nel sito Riscossa
cristiana, ha infatti segnalato le contraddizioni presenti nelle interviste
concesse da Massimo Gandolfini alla Bussola e a Repubblica.
La pacifica folla, radunata nel circo massimo,
ha dimostrato, nondimeno, l'esistenza di una maggioranza civilmente
irriducibile al sottobosco rumoroso/vizioso in cui si agitano le spirituali
doppiezze dei fantasmi democristiani e gli incubi della “società inclusiva”.
Il sottobosco aperturista è concimato
dal denaro di una torbida e disgraziata oligarchia e applaudito dalla
desolante/squillante società della chiacchiera progressiva intorno al vizio.
Ai politicanti favorevoli al progetto
surrealistico, concepito da ideologici storditi dalle squillanti mitologie
intorno al sesso contro natura, una robusta rappresentanza del popolo italiano
ha impartito una esemplare lezione di civiltà.
Maria Elisabetta Casellati, insigne giurista,
attiva nel Consiglio superiore della Magistratura, sostiene risolutamente che “il
tema della unioni solidali [nome democratico degli accoppiamenti contro
natura] lo stiamo affrontando tardi e male”.
In realtà il problema pederastico/lesbico è
stato risolto onestamente e felicemente dalle vigenti leggi, che vietano di
perseguitare e oltraggiare i soggetti accesi dalla passione omofila.
Sviluppare le leggi vigenti a tutela e
protezione delle scelte omosessuali è un progetto nascostamente finalizzato ad
attribuire alle coppie lesbiche e/o pederastiche il diritto di adottare ed
educare i minori.
Il matrimonio pederastico (ove fosse
equiparato al matrimonio propriamente detto) contemplerebbe inoltre la
reversibilità delle pensioni, una situazione che fornirebbe auree occasioni
alle imprese truffaldine di pensionati dell'Inps. Inoltre il matrimonio
pederastico caricherebbe un ulteriore peso sulle sofferenti casse di un ente
costretto ad aumentare l'età pensionabile per dare respiro al suo faticoso
bilancio.
Il progetto inteso a rovesciare la pensione
del marito sul compagno pederasta, in ultima analisi è ispirato dall'ideologia
sessantottina e ordinato alla totale inversione dell'ordine sociale secondo
natura.
Intossicati dai fumi tombali, elevati dalla
ammucchiata marxiana/freudiana/californiana, i sedicenti progressisti intendono
adeguare la società italiana ai disastrosi modelli costituiti dalle nazioni
libertine e decadenti, che sono destinata e in alcuni casi già prossime a
diventare colonie islamiche.
Di qui il dovere, che incombe sui cattolici
refrattari alla schiavitù promossa dai seguaci del falso profeta Maometto, di
animare una irriducibile opposizione ai promotori delle spregevoli leggi,
intese a inquinare e devastare la famiglia e, insieme con le cellule vitali
della società, i poteri costituiti a difesa della libertà dei cittadini.
Ove simili leggi fossero approvate, infine,
diventerebbero leciti il disprezzo e la disobbedienza a uno stato la cui dignità
sarebbe scesa al livello del vespasiano inteso come sacro tempio della famiglia
pederastica promossa da Scalfarotto.
Piero Vassallo
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