venerdì 8 gennaio 2016

Stargate (recensione di Emilo Biagini)

STARGATE:
COME GLI EROICI SOLDATI E I GENIALI SCIENZIATI
A STELLE E STRISCE PORTARONO LA LIBERTÀ
AL TERZO MONDO IN IMPAZIENTE ATTESA

Interpretato da Kurt Russell e James Spader, e diretto da Roland Emmerich (il quale, nel 2015, si è reso benemerito presso gli omosessuali dirigendo un film sulla rivolta di Stonewall del 1969), Stargate è un film di fantascienza del 1994, in cui un piccolo reparto di soldati statunitensi, comandati dal colonnello Kurt Russell e accompagnati dal geniale egittologo James Spader, varcano un portale stellare (non chiedetemi cmne funziona) che li trasporta dall’altra parte dell’universo, dove un altro portale stellare li scodella su un pianeta dove esiste una popolazione molto somigliante a quella nordafricana del pianeta Terra, e con imponenti tracce di civiltà egizia, rappresentati da una copia perfetta della piramide di Giza. I locali arabi sono impegnati a scavare minerale radioattivo da consegnare a un despota stellare che li tiene schiavi.
Il despota arriva a bordo di un’astronave a forma di piramide, che si incastra sulla copia locale della piramide di Giza, mentre l’egittologo stringe una tenera amicizia con una dolce fanciulla araba, che il capo arabo gli offre come moglie. Il despota stellare è in realtà un vecchissimo alieno che ha scoperto il modo di ringiovanire e di rinascere mediante un trattamento ad alta tecnologia spaziale in uno speciale sarcofago ultratecnologico (non chiedetemi come funziona) che restituisce vegliardi alla più fiorente gioventù e cadaveri alla vita più vispa e saltellante.
Il despota stellare si rende conto che l’arrivo degli intrepidi soldati a stelle e strisce è una grave minaccia al suo impero, tanto più che il colonnello Kurt Russell, all’insaputa di tutti, si è portato dietro una bombetta atomica per ogni evenienza. Infatti con gli alieni non si sa mai. Russell vorrebbe far saltare con la bombetta il portale stellare locale, in modo da interrompere per sempre ogni comunicazione con la Terra, salvando il nostro pianeta da future invasioni spaziali, ma il despota sventa la minaccia impadronendosi della bombetta, e si prepara a rispedirla sulla Terra, dopo averla potenziata col minerale radioattivo estratto dagli schiavi arabi, in modo da generare un’esplosione capace di distruggere l’umanità.
Il despota commette però l’errore di dare un’arma (stellare, naturalmente, e non chiedetemi come funziona) in mano a James Spader perché uccida i suoi compagni davanti al popolo radunato. L’obiettivo del despota sarebbe quello di mostrare agli schiavi che il geniale egittologo, venerato dagli arabi per il simbolo del dio Ra che porta appeso al collo, non è che un servo a lui obbediente. Ma Spader, all’ultimo momento, punta l’arma sugli sgherri del despota e ne fa secco uno. Questo è il segnale dell’insurrezione dei giovani arabi più illuminati, disapprovata però dal capo, il quale crede, come la maggior parte del suo superstizioso popolo, che sia il despota che i suoi scagnozzi siano dei.
Il momento cruciale del film giunge quando l’egittologo dimostra agli stupiti arabi che i guerrieri del despota stellare non sono affatto dei, e tanto meno un dio è l’aborrito despota. Abbattute così le divinità, gli arabi fanno causa comune con gli eroici liberatori americani, e dopo una violenta battaglia, recuperano la bombetta e costringono il despota a reimbarcarsi sulla sua astronave a forma di piramide per sottrarsi al linciaggio. Intanto però la bombetta è stata innescata, fa tic tac e sta per esplodere. Ma, con un colpo di genio, il colonnello Russell e l’egittologo Spader riescono a teletrasportare l’ordigno sull’astronave che ormai ha decollato e si sta allontanando nello spazio con il cattivo alieno a bordo. Costui fa finalmente una brutta fine e, grazie ai liberatori americani, gli arabi del pianeta possono tripudiare, in un grande americanoso tripudio di americanica tripudiosità.

Un’innocua storia di fantascienza? Non proprio. Piuttosto un pesante esercizio di propaganda imperialistica, che comunica un ben preciso messaggio: “Ecco, arriviamo noi a portare la libertà. Solo noi sappiamo che cos’è. La libertà americana vi farà liberi e potrete cercare la felice felicità americana come più vi aggrada, dopo che avrete accettato il nostro modo di vita, dopo che avrete distrutto i vostri dei e i vostri capi, dopo che sarete diventati piccole copie del grande modello americano, l’unico valido per tutti i popoli, tutte le culture, tutti gli uomini, tutte le donne, tutti gli arci-indecisi.”

Emilio Biagini

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