domenica 17 gennaio 2016

GIRARE INTORNO AL PROBLEMA (di Piero Nicola)

Sul quotidiano piuttosto diffuso della destra attuale è comparso in rete una specie di articolo di fondo, che è tutto un poema sull'inconcludenza da cui sono afflitti i pensatori e comunicatori maggiormente accreditati presso l'opposizione alla sinistra dominante. La loro tara è d'essere essi stessi malati di progressismo: propensi alla regolamentazione delle unioni di fatto, ambigui circa i diritti degli omosessuali, incerti se stare con Putin e rinnegare in qualche misura l'America. Nella migliore delle ipotesi, si barcamenano servendo certe loro sane convinzioni mediante i compromessi, senza i quali perderebbero il posto, come se i compromessi potessero sortire dei vantaggi morali.
  La questione proposta dall'editoriale prende lo spunto dalla polemica in corso tra il presidente della Commissione europea e il gagliardo Matteo Renzi, per poi giudicare la conduzione del governo.
  Che cosa ci sia dietro lo scambio di frecciate tra Juncker e l'Enfant terrible della politica nostrana non è facile capirlo. Potrebbe essere la solita messinscena, o un ambizioso atto di coraggio per avventura lodevole, o un mero espediente per procacciare voti di centro-destra al Pd alle prossime elezioni.
  Il giornalista dice di parteggiare per Renzino solo per amor di Patria, e trattandosi di salvare il principio della sovranità nazionale. Inoltre riconosce che gli arroganti burocrati di Bruxelles sono causa della maggior parte dei nostri guai.
  Da queste belle premesse che cosa ne ricava? Non di certo l'essenziale. Anzi perde l'occasione per le rette deduzioni e la proposta d'un'equa soluzione. Ma senza di esse si continua a brancolare nel buio.
  Quindi, parte l'attacco al presidente del Consiglio. Un attacco che, per quanto possa essere giusto, lo si può scambiare benissimo per una critica proveniente da uomo di parte. Renzi ha dimostrato di non essere un grande, si mette contro degli stranieri che lo sovrastano in ogni modo, in Europa conta un fico secco, cerca invano di gabbare Juncker e soci con parole, artifici e nessun fatto positivo.
  Su quest'ultimo punto c'è molto da ridire. Che egli abbia dato gli 80 euro ai lavoratori e che tolga l'imposta sulla casa per comprare consenso, sarà vero; che abbia truccato i conti o cerchi di truccarli, può darsi; che stia millantando una procurata crescita economica per giunta inesistente, siamo d'accordo; ma che l'intento di sforzare il tetto del debito pubblico imposto dall'UE sia un errore, in quanto siamo sull'orlo della bancarotta, non è vero, e mette in gioco il nocciolo di tutti i problemi.
  Le parole saranno parole, ma aver dichiarato che l'Europa delle regole austere non va bene, è cosa in sé pregevole. Negandolo in qualche modo, l'articolista si contraddice. La sua affermazione secondo cui Bruxelles ci danneggia collima con le proteste renziane e il prendersi libertà col bilancio statale.
  Il debito pubblico è stato prodotto alquanto artificiosamente. Se ci sono colpe dell'Italia cicala, ci sono almeno altrettante colpe altrui: di speculazioni, abusi e truffe. Certo avremmo dovuto opporci prima a tali manovre, ciò non toglie che avremmo ragione di metterle in conto. Ne consegue che )a proposito della sovranità nazionale da ricuperare!) o l'Europa dovrebbe riconoscere l'onesto conteggio - tenendo anche presente l'incongruità d'una moneta unica per stati di condizioni socio-economiche disparate - o peggio per lei. Che il peso dell'Italia sia scarso è una barzelletta. Qualora essa minacciasse di tirarsi fuori, l'UE si spaventerebbe. Se venissimo estromessi, non crolla il mondo. Il modo è vasto: ci vivono discretamente anche quelli che non rientrano nella sfera Euro-Americana. Sarebbe un'opportunità di una rinascita mettersi al riparo nella sfera russa. Partita difficile da giocare? Chi non risica non rosica.
  Si capisce che non sarà un Renzino a salvarci, uno che legifera a pro delle perversioni, né un Berlusca incline a riconoscere diritti pervertiti. Oggi si può nutrire qualche speranza in Matteo Salvini. Egli andrebbe aiutato e spronato a seguire i buoni esempi di alcuni stati europei (Polonia, Ungheria, Slovacchia) che si fanno valere.
  Un altro giornalista moderato, che sa farsi sentire e svolge una critica apparentemente anticonformista, citato nello stesso articolo, sembra deluso di Renzi, dopo averlo portato un palma di mano, sembra dare ragione a chi lo soppesa trovandolo "leggerino". Restiamo nell'ambito delle futilità.


Piero Nicola

1 commento:

  1. eccellente l'articolo di Piero Nicola e puntuale (tristemente puntuale) il riconoscimento dell'estinzione della destra italiana (pugnalata e strozzata da esponenti senza qualità e senza dignità)

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