lunedì 11 gennaio 2016

DAVID BOWIE (di Piero Nicola)

Dir male d'un morto ancora caldo sembra impietoso. Il fatto è che per controbattere coloro che lo mitizzano, mitizzando il vizio, per una reazione tempestiva ed efficace, bisogna colpire peccato e peccatore.
  I cristianucci se ne stiano buoni: li abbiamo visti esultare all'uccisione di quelli che erano loro antipatici, e danzare sulle loro tombe.
  Abbiamo dovuto sorbirci i panegirici su David Bowie fin dal primo annuncio del suo decesso. Gli scandalosi e fumettistici telegiornali di massimo ascolto, si sono aperti propinandoci dai cinque ai dieci minuti di apologia della perversione, in esaltazioni di nenie nordiche, di variazioni sul tema rock, di aneddoti buffoneschi.
  L'idolo osannato dai media di ogni ordine e grado, pianto come la grave perdita dai giornali cosiddetti seri, se compose qualche canzone degna di nota, si fece in quattro per fare scalpore con ogni sorta di volgari espedienti. Volendo salire alla notorietà dovette far colpo sulla feccia del popolo, sulla suburra, che si fa incantare dalla stravaganza lussuosa, dalla sensazionale omosessualità, dai travestimenti osceni, dalle parole scurrili, dai versi maliziosi, dagli inneggiamenti alle libertà dei porci e delle canaglie, dalle messe in scena aliene e macabre. Il mondo perbene ha tenuto commemorazioni altamente elogiative di un rappresentate della negazione dell'onestà, dalla verità, del rispetto di Dio.
  Capisco: dalla nostra parte più accreditata si stanno già stendendo righe su righe dello stesso tenore. Ma si dà il caso che si salvi qualcosa, che si ometta qualcosa, per esempio, evitando di dire che questo mondo, così com'è, sarebbe molto meglio se perisse in fretta, se toccasse al più presto quel famoso fondo su cui bisogna rimbalzare.
  I miei obiettori troveranno che gettando alle ortiche il creatore di personaggi da lui impersonati (Ziggy Stardust, il Duca Bianco), di motivi originali in cui entra abilmente il soul, il funk, il pop (i Beatles non cesserebbero d'essere gli empi che sono, quand'anche avessero composto l'Aida), mandandolo a quel paese come efficace attore cinematografico ingaggiato da registi del calibro di Nagisa Oshima, si offende l'Arte, si distrugge un tempio greco, di emulano i tagliagole iconoclasti che abbattono i monumenti millenari.
  Cari signori, l'arte precristiana può suggerire idee pagane, ma non è rivolta a negare Dio. Invece gli artisti che, dopo l'avvento del Salvatore, oltraggiano la SS. Trinità, più o meno direttamente, vanno collocati nel posto che loro compete e, possibilmente, andrebbero censurati.
  Il motivo è enorme come è enorme la folla dei seguaci di queste stelle, amate e apprezzate senza riserve da masse di individui influenzabili e influenzati.
  Davanti al dilemma: o Dio o i suoi avversari, dovremmo tergiversare? Chi tergiversa aiuta il demonio.
  Per carità, non ci si venga a raccontare la favola della libertà intangibile, della dignità umana libera e inviolabile, dell'umanità oggi in grado di scegliere, di fare le debite distinzioni, di passare attraverso le fiamme del peccato e dell'errore senza bruciarsi, e qualche altra panzana non disinfettata.
  I primi a considerare la gente una spugna che assorbe qualsiasi suggestione dannosa sono i progressisti, i politici libertari, i fautori dei diritti da riconoscere alle più estreme anomalie, i nuovi modernisti. Tutti questi non tollerano una parola filonazista, temono un detto che possa propagandare l'assolutismo, perseguono chi manifesti un'opinione contraria a leggi infami, che legalizzano vizi e aberrazioni sociali e nazionali, ostracizzano i cattolici ortodossi. E poiché hanno paura che il bene possa mandare all'aria i loro interessi, figuriamoci quanta presa può fare il male sugli indifesi contro di esso. Infatti è un dogma, che la progenie dei colpevoli Progenitori sia inclinata al male. Non c'è barba di misericordia bergogliana che possa negarlo.
  Ora, non solo i responsabili della comunità abbandonano i cittadini alla corruzione di profeti menestrelli e urlatori arrochiti dalla droga, ma a costoro si erigono monumenti, si intitolano le piazze, si annoverano tra i campioni dell'umanità nei repertori enciclopedici cartacei e in rete.
  A questa larva di civiltà anticipiamo pure il de profundis.


Piero Nicola

1 commento:

  1. Il telegiornale di Rai1 alle 13 di oggi in apertura ha mandato in onda un lungo patetico servizio sul cantante Bowie. Siamo all'unione ipostatica del grottesco con l'animalesco.

    RispondiElimina