Dir male d'un morto ancora caldo sembra
impietoso. Il fatto è che per controbattere coloro che lo mitizzano, mitizzando
il vizio, per una reazione tempestiva ed efficace, bisogna colpire peccato e
peccatore.
I
cristianucci se ne stiano buoni: li abbiamo visti esultare all'uccisione di
quelli che erano loro antipatici, e danzare sulle loro tombe.
Abbiamo
dovuto sorbirci i panegirici su David Bowie fin dal primo annuncio del suo
decesso. Gli scandalosi e fumettistici telegiornali di massimo ascolto, si sono
aperti propinandoci dai cinque ai dieci minuti di apologia della perversione,
in esaltazioni di nenie nordiche, di variazioni sul tema rock, di aneddoti
buffoneschi.
L'idolo
osannato dai media di ogni ordine e grado, pianto come la grave perdita dai giornali cosiddetti seri, se compose qualche
canzone degna di nota, si fece in quattro per fare scalpore con ogni sorta di volgari
espedienti. Volendo salire alla notorietà dovette far colpo sulla feccia del
popolo, sulla suburra, che si fa incantare dalla stravaganza lussuosa, dalla
sensazionale omosessualità, dai travestimenti osceni, dalle parole scurrili,
dai versi maliziosi, dagli inneggiamenti alle libertà dei porci e delle
canaglie, dalle messe in scena aliene e macabre. Il mondo perbene ha tenuto
commemorazioni altamente elogiative di un rappresentate della negazione
dell'onestà, dalla verità, del rispetto di Dio.
Capisco:
dalla nostra parte più accreditata si stanno già stendendo righe su righe dello
stesso tenore. Ma si dà il caso che si salvi qualcosa, che si ometta qualcosa, per
esempio, evitando di dire che questo mondo, così com'è, sarebbe molto meglio se
perisse in fretta, se toccasse al più presto quel famoso fondo su cui bisogna
rimbalzare.
I miei
obiettori troveranno che gettando alle ortiche il creatore di personaggi da lui
impersonati (Ziggy Stardust, il Duca Bianco), di motivi originali in cui entra
abilmente il soul, il funk, il pop (i Beatles non cesserebbero d'essere gli empi che sono,
quand'anche avessero composto l'Aida), mandandolo a quel paese come efficace
attore cinematografico ingaggiato da registi del calibro di Nagisa Oshima, si
offende l'Arte, si distrugge un tempio greco, di emulano i tagliagole
iconoclasti che abbattono i monumenti millenari.
Cari
signori, l'arte precristiana può suggerire idee pagane, ma non è rivolta a negare
Dio. Invece gli artisti che, dopo l'avvento del Salvatore, oltraggiano la SS.
Trinità, più o meno direttamente, vanno collocati nel posto che loro compete e,
possibilmente, andrebbero censurati.
Il
motivo è enorme come è enorme la folla dei seguaci di queste stelle, amate e
apprezzate senza riserve da masse di individui influenzabili e influenzati.
Davanti
al dilemma: o Dio o i suoi avversari, dovremmo tergiversare? Chi tergiversa
aiuta il demonio.
Per
carità, non ci si venga a raccontare la favola della libertà intangibile, della
dignità umana libera e inviolabile, dell'umanità oggi in grado di scegliere, di
fare le debite distinzioni, di passare attraverso le fiamme del peccato e
dell'errore senza bruciarsi, e qualche altra panzana non disinfettata.
I primi
a considerare la gente una spugna che assorbe qualsiasi suggestione dannosa
sono i progressisti, i politici libertari, i fautori dei diritti da riconoscere
alle più estreme anomalie, i nuovi modernisti. Tutti questi non tollerano una
parola filonazista, temono un detto che possa propagandare l'assolutismo,
perseguono chi manifesti un'opinione contraria a leggi infami, che legalizzano
vizi e aberrazioni sociali e nazionali, ostracizzano i cattolici ortodossi. E
poiché hanno paura che il bene possa mandare all'aria i loro interessi,
figuriamoci quanta presa può fare il male sugli indifesi contro di esso.
Infatti è un dogma, che la progenie dei colpevoli Progenitori sia inclinata al
male. Non c'è barba di misericordia bergogliana che possa negarlo.
Ora, non
solo i responsabili della comunità abbandonano i cittadini alla corruzione di
profeti menestrelli e urlatori arrochiti dalla droga, ma a costoro si erigono
monumenti, si intitolano le piazze, si annoverano tra i campioni dell'umanità
nei repertori enciclopedici cartacei e in rete.
A questa
larva di civiltà anticipiamo pure il de
profundis.
Piero Nicola
Il telegiornale di Rai1 alle 13 di oggi in apertura ha mandato in onda un lungo patetico servizio sul cantante Bowie. Siamo all'unione ipostatica del grottesco con l'animalesco.
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