venerdì 19 febbraio 2016

MA QUALI PASTORI? (di Piero Nicola)

La gerarchia cattolica nel suo complesso è distante dalla verità del Vangelo e la contraddice in punti essenziali. Qualche prelato cerca di correggere gli errori più grossi, ma siccome non si oppone validamente ai confratelli erranti e non si separa da essi, con tali omissioni svaluta la propria azione. Lo abbiamo toccato con mano in merito all'ultimo esecrabile sinodo sulla famiglia. Eminenze e monsignori che si professavano fedeli al cattolicesimo, non hanno fatto altro che votare contro una risoluzione non solo inaccettabile, ma contraria alla parola di Cristo e alla dignità della Sua Sposa.
  Tra coloro che suonano nell'orchestra sotto la bacchetta di Bergoglio, qualcuno talvolta introduce una nota stonata, confortante perché corrisponde con chiarezza alla parola del Signore. Ma direi che ciò accade disgraziatamente. Anche il capo in testa rompe con benedette stonature la propria cantilena, che culla i viziosi nelle loro speranze, ma così facendo può meglio affascinare il duttile gregge che lo stima.
  Il cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, è uno degli alti pastori più nocivi, proprio perché talvolta afferma concetti che piacerebbero a Dio. Alcune sue azioni corrette hanno già urtato Bergoglio, purtroppo tenendo nell'incertezza coloro che non si risolvono a disconoscere una gerarchia ereticale e, quando maggiormente ortodossa, tuttavia connivente, per omissione, con i più deviati.
  "Mi stupisco come così presto passate da colui che vi chiamò alla grazia di Cristo ad un altro Vangelo. Quantunque non ve ne sia un altro, ma vi sono alcuni che vi turbano e vogliono stravolgere il Vangelo di Cristo.
  "Ma quand'anche noi, o un angelo del cielo, evangelizzi a voi oltre quello che abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema. Come dissi per l'innanzi, dico anche adesso: Se qualcuno evangelizzerà a voi oltre quello che avete appreso, si anatema" (Gal. 1, 6-9).
  Dunque, San Paolo stabiliva rigorosamente la dottrina e la condanna per i trasgressori dell'evangelizzazione. Forse poteva farlo in proprio, senza Pietro, essendo un destinatario della Rivelazione. Ad ogni modo, egli riteneva l'insegnamento comprensibile e sufficientemente acquisito dai fedeli, che tuttavia potevano dar retta a falsi profeti; e riteneva fossero comprensibili ai suoi le adulterazioni dottrinali. Sicché non sono giustificate le deviazioni di quelli che dovrebbero essere gli attuali successori degli Apostoli, e nemmeno si giustifica l'indulgenza verso di essi da parte dei loro confratelli.
  La stampa riporta questa dichiarazione del cardinale arcivescovo, presidente della Cei: "Ci auguriamo tutti che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico e tutti possano esprimersi ed essere considerate le loro obiezioni, e che la libertà di coscienza di ciascuno sui temi così delicati e fondamentali per la vita della società e delle persone sia non solo rispettata ma anche promossa con una votazione e scrutinio segreto".
  Di questi impliciti tradimenti - conviene ormai ripetere il concetto di tradimento - ne sono stati perpetrati parecchi. Viene posta una questione che cadrebbe affatto, qualora fosse negato il suo presupposto. E qui, invero, il presupposto è inammissibile. Quando si discute e si decide l'approvazione o la bocciatura di una risoluzione eretica (p.e. al sinodo sulla famiglia) ovvero, in questo caso, di una legge opposta alla legge naturale e divina, l'autorità religiosa che dispone, permette o ammette quel dibattito e voto cessa di esistere: parteciperebbe dell'eresia e dell'ingiustizia.
  Non esiste "libertà di coscienza" dovendosi votare un ddl Cirinnà, ossia il riconoscimento legale di coppie di fatto, incluse quelle omosessuali. Il dovere della Chiesa è soltanto uno: ordinare ai fedeli di rigettare il ddl, in qualsiasi sede. Inoltre, ai parlamentari potrebbe imporsi il non expedit. C'è da chiedersi se questo potere democratico, che da falsi principi deduce diritti abominevoli, equivalga al famoso potere empio ed iniquo del tiranno: potestà illegittima, alla quale non è lecito aderire.
  Bagnasco non si prende la briga di distinguere, nei provvedimenti soggetti alla votazione, il più perverso, cioè l'adozione del figlio del compagno omosessuale nella coppia omosessuale.
  Questa nota, che mostra tutta l'aberrazione delle norme proposte e la colpa di chi non le condanna pubblicamente, non toglie affatto che il semplice riconoscimento delle unioni civili, né matrimoniali né sacramentali, sia da condannare con forza.
  Qualcuno obietterà che Bagnasco e lo stesso Bergoglio hanno già implicitamente disapprovato quelle unioni.
  Riguardo a Bergoglio, egli si è limitato a dire che uomo e donna formano l'unica vera famiglia, senza pronunciarsi sulle altre convivenze di persone dello stesso sesso o di concubini.
  Riguardo al presidente della Cei, visto lo stato dei fatti, doveva dichiarare gravemente peccaminose tali società fuori del matrimonio. Un capo pastore che fosse autentico, che non fosse mercenario per  timore dei lupi, né predicatore di un altro Vangelo (Gal. 1, 6-9), di fronte a una minaccia così grave per il suo gregge non esiterebbe a metterlo in guardia, non lo confonderebbe facendo concessioni al una "coscienza" di deputati, che prende in considerazione una legge di Sodoma e Gomorra. Ammesso e non concesso che a Sodoma e Gomorra fossero legali le coppie di sodomiti o di lesbiche e la loro adozione di bambini.


Piero Nicola

1 commento:

  1. Il fatto che si discuta una legge infame e bestiale quale è la Cirinnà dimostra il degrado della classe politica italiana

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