Stiamo vivendo nei giorni dell'apocalisse, gli ultimi
giorni della nostra epoca. Le due grandi forze del Corpo mistico di Cristo e
del Corpo mistico dell'Anticristo, stanno cominciando a elaborare le linee di
battaglia per la fine.
Arcivescovo Fulton Sheen
Ogniqualvolta una confessione religiosa abbassa
l'asticella per adeguarsi al costume mondano
o per accalappiare fedeli decreta il proprio suicidio.
Rodney Stark
Cosa propone lei [Bergoglio] alla Chiesa e
al mondo in questo tempo decisivo? Un'enciclica
sull'ecologia. Sì ha lanciato con grande clamore un'enciclica sulla raccolta
differenziata della spazzatura, sull'abuso dei bicchieri di plastica e dei condizionatori.
Lei è sicuro che sia proprio la risposta che un Vicario di Cristo dovrebbe dare
davanti a una crisi spirituale davvero apocalittica?
Antonio Socci
Aborto a spese dell'erario, sesso contro
natura, eutanasia benedetta dalle autorità, strozzinaggio al galoppo, politica
a costi esorbitanti e a risultati grotteschi, cultura mortificata dal
nichilismo e agitata dalla stupidità, pornografia squillante, giornalismo
asservito al delirio di sedicenti filosofi.
Non è lecito affermare con certezza
invincibile che tali delittuose/disgraziate/trionfanti sciagure, i nomi delle
quali sono impressi da un fuoco insaziabile e mortifero sul labaro degli
eversori saliti dal vespasiano, coincidano con le devastazioni causate dai
sinistri cavalieri, dei quali il libro dell'Apocalisse annuncia la sconvolgente
irruzione alla fine dei tempi.
Desta tuttavia inquietudine e legittimo
spavento la somiglianza delle cadaveriche rivoluzioni ultramoderne alle
profezie intorno alla corruzione dell'umanità nei giorni del finimondo: “La
terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini
adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la
bestia dicendo: Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?” (Apocalisse,
13, 3-4).
Non tutti i cristiani obbediscono ai comandi
gridati dai banditori del disordine mentale. Nella ridotta dell'ortodossia
resistono, insieme con i Francescani dell'Immacolata e alcuni intrepidi
prelati, numerosi studiosi d'alto profilo [1].
L'inquietante scenario del conflitto è sotto
lo sguardo penetrante di Antonio Socci, coraggioso e inflessibile testimone
della fede e autore di una accorata e angosciata lettera, (“La profezia
finale”), indirizzata a José Bergoglio, per rammentargli il dramma della
Chiesa in tempo di guerra.
Socci sta nella prima fila degli studiosi
cattolici, che si oppongono strenuamente e autorevolmente all'irruzione nella
Chiesa della mondana e feroce stupidità.
Pubblicato da Rizzoli in Milano, il testo di
Socci svela il “bilancio catastrofico” di un pontificato applaudito dal
giornalismo ateologico e modaiolo perché sfiducia i teologi ortodossi,
mentre semina carinerie intorno a pensieri putrefatti e azzarda
incaute aperture allo squillante/salottiero parolaio, che ha invaso,
deformato e devastato l'universo delle moderne ideologie.
Non per caso il libro è stato sdegnosamente
respinto dai gestori delle librerie cattoliche, conformisti incapaci di
percepire il disordine in corsa rumorosa e fulminante negli ambulacri della
nuova teologia.
Socci intende confutare le ragioni (ammesso
che tali siano) che inducono Bergoglio a seminare confusione e disagio ora
alterando la dottrina e mortificando la liturgia ora tributando calorosi apprezzamenti
e adulazioni sperticate a personalità militanti sotto le insegne di ideologie
anticristiane, quali Emma Bonino. Eugenio Scalfari e Giorgio Napolitano.
Atti di esagerato e quasi furente buonismo,
contrastano con la rivelazione mariana di “una prova terribile per la Chiesa
e per il mondo”, cioè una attuata da eversori militanti nel partito dei
sedicenti illuminati.
Al proposito Socci rammenta la rivelazione che
la Madonna ha dato ai piccoli veggenti de La Salette: “la Chiesa vivrà una
crisi molto profonda. Sarà il tempo delle tenebre”.
Segnale della crisi in atto nei ragionamenti
dell'autorità cattolica è la persecuzione dei Francescani dell'Immacolata,
attuata da Bergoglio senza alcuna seria ragione.
Allo sconcertante episodio Socci dedica alcune
pagine magistrali, che è impossibile leggere senza subire i morsi del dubbio e
dell'angoscia.
Bergoglio, infatti, riconosce e loda
apertamente la spiritualità dei Francescani dell'Immacolata: “Il vostro
carisma è un carisma singolare, c'è lo spirito di San Massimiliano Kolbe, un
martire, e c'è lo spirito di san Francesco, l'amore della povertà l'amore a
Gesù spogliato. … Ma c'è un'altra cosa che a me fa capire perché il demonio è
tanto arrabbiato con voi: la Madonna. … [il demonio] non tollera la
Madonna, non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome
Immacolata”.
La lode dei Francescani dell'Immacolata
proferita da Bergoglio è purtroppo incastonata in un enigma sconcertante.
Scrive al proposito Socci, rivolgendosi a Bergoglio: “Sinceramente non si
capisce il senso di queste parole: lei rivendica a sé il commissariamento e le
scelte che hanno portato i Francescani dell'Immacolata in una situazione di
sofferenza e poi li invita a considerare quello che vivono come una
persecuzione diabolica perché il diavolo odia i frati a causa
dell'Immacolata. Che intendeva dire? Non sarebbe meglio chiarire per evitare
fraintendimenti?”
Fraintendimenti, doppi sensi ed equivoci,
purtroppo, corrono a perdifiato nelle dichiarazioni e negli scritti di
Bergoglio e negli atti della sua modernizzante curia.
Danilo Castellano, ad esempio, segnala il
disordine causato dal Motu proprio Mitis Iudex Dominus, un documento
inteso ad abbreviare i processi canonici e che purtroppo rischia d'insinuare
nella giurisprudenza riguardante il matrimonio il lassismo, che Bergoglio dice di
temere: “La brevità del processo, condotto sulla base del nuovo sistema di
prove finisce nella stragrande maggioranza dei casi per favorire scioglimenti
di matrimoni validi. La nullità per mancanza di fede sarà una specie di
amnistia matrimoniale; e così via”.
Socci, infine, denuncia l'abbandono
dell'appello al pentimento e alla conversione, un taglio suggerito dalla
dichiarata intenzione che considera il proselitismo una antiquata sciocchezza:
“l'enfatizzazione della formula Giubileo della misericordia, vuole
dare una nuova accezione alla parola misericordia, che sembra diventata,
adesso, quasi un perdono preventivo e a prescindere, come se fosse possibile un
perdono senza confessione e senza un vero pentimento dei peccati, un perdono
senza conversione”.
Il risultato di tale improvvida
innovazione è forse visibile nella lunghezza della fila costituita dai fedeli
che si comunicano e dalla ristrettezza del numero dei peccatori che si recano
al confessionale.
Le brevi note di cui sopra suggeriscono la
lettura del libro di Socci, un autore che osa interrompere la festa che si
celebra intorno alle chiacchiere circolanti nella Chiesa del post concilio.
Piero Vassallo
[1] Fra i
numerosi autori scesi in campo per difendere la verità cattolica si segnalano
Paolo Pasqualucci, Pier Paolo Ottonello, Elisabetta Frezza, Roberto De Mattei,
Maria Guarini, Pucci Cipriani, Roberto Dal Bosco, Mauro Stenico, Danilo Quinto,
Paolo Deotto, Emilio Artiglieri, Emilio Biagini, Tommaso Romano, Fausto
Biroslavo, Clemente Sparaco, Bruno Dente, Giovanni Lugaresi.
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