La
Chiesa, i cui giudizi sono giustamente ponderati, considera assai la
pervicacia. Si astiene dal condannare per eresia l'errante che non si sia dimostrato
pervicace nel trasgredire l'insegnamento del Magistero, continuando a sostenere
i propri errori dogmatici.
Parlo
della vera Chiesa, non di quella apparente, che persiste nel proclamare il diritto
alla libertà religiosa e contraddice diversi dogmi come il primato assoluto
della papale autorità e potestà, la coincidenza di Corpo Mistico e Chiesa,
della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica, al di fuori della quale (di
norma) non c'è salvezza, l'assoluta nocività delle false religioni, anche
cosiddette cristiane, il dovere di recare il Vangelo a impenitenti e non
cattolici predicandolo al fine di convertire e fare proseliti. ecc.
Nessun
dubbio che Bergoglio stia battendo la strada di tali negazioni della verità, già
adottate dai predecessori. Tuttavia c'è modo e modo di scandalizzare, c'è pure
una misura nel trasgredire. I precedenti occupanti del Vaticano, che hanno
potuto giovarsi del fatto di non avere al di sopra di loro chi avesse la
giurisdizione per ammonirli e condannarli, che quindi possono aver goduto del
beneficio del dubbio circa la buona fede nel compiere i tradimenti del Vangelo,
si mossero con cautela per dare l'impressione di non calpestare i dogmi e usarono
ambiguità, pur dovendo essere incoerenti.
Viceversa Bergoglio non si perita dallo scandalizzare apertamente. Ogni
giorno avanza una provocazione, ogni giorno porta oltre e più in chiaro la
falsa dottrina e la falsa prassi. Di certo un merito gli va riconosciuto. Egli
non si contraddice o, meglio, ha talmente stabilito gli errori, che la contraddizione
delle verità appare sempre più nascosta.
In
questi giorni, egli molto si compiace dell'incontro che avrà col patriarca
Kirill della chiesa ortodossa di Mosca. Non mi risulta che la stampa riveli quale
compromesso abbia attuato la diplomazia vaticana per ottenere che egli possa
gettare questo "ponte" tra cattolicesimo e scisma (scisma non privo
di eresie). Infatti sinora gli ortodossi di Russia si erano rifiutati di
accettare qualsiasi comunione religiosa con Roma. Fra le righe però, qualcosa
del compromesso appare. L'uomo venuto dall'Argentina ha detto che l'Occidente si
è sbagliato promuovendo le primavere del
Nord Africa e che Putin non ha tutti i torti.
I
peggiori ingannatori dicono sempre qualcosa di giusto e di condivisibile per
accreditarsi presso la massa e per confondere le idee agli avveduti. Evviva! Bergoglio
contrasta l'America, l'edonismo, i fabbricanti di armi! Ma guai se così non
fosse! La stucchevole monotonia lo sommergerebbe. Del resto, all'America ha sempre
fatto comodo la critica, esterna ed interna. Guai se non fosse democratica,
perfezionabile e progressista! Peccato che in essa non ci sia quasi nulla da
perfezionare; semmai essa è da riformare in
toto, come la pseudochiesa bergogliana.
Ma vengo al sodo. Il grande agente o succube
del regno oscuro ha lodato "tre grandi italiani", fra i quali l'ex
ministro degli esteri Emma Bonino. Perché "È la persona che conosce meglio
l'Africa. E ha offerto il miglior servizio all'Italia per conoscere l'Africa. Mi
dicono" egli soggiunge: "è gente che la pensa in modo molto diverso
da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che
fanno".
Essere
del partito radicale, propagandare il libero aborto, il matrimonio omosessuale
e varie nefandezze, promuovere ogni sorta di offese a Dio, per Bergoglio non
sarebbero azioni cui "guardare".
È così:
siamo in un mondo in cui la facoltà razionale ha perso valore, salvo che per
farla servire ai vizi.
Gli
altri due "grandi italiani", ingiustamente negletti, sarebbero
l'incredulo Giorgio Napolitano e Giusi Nicolini, sindachessa ambientalista e
fautrice dell'accoglienza sentimentale
prestata agli stranieri, a prescindere dal diritto che abbiano d'essere accolti.
A questo
genere di pervicacia, dopo i riconoscimenti tributati a Scalfari e ad altri individui
in potere dell'empietà, ormai abbiamo fatto l'abitudine, essa non merita
commento.
Piero Nicola
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