Monica Cirinnà è nata
a Roma il 15 febbraio 1963, avvocatessa non più
iscritta all'albo, imprenditrice agricola con attività
agrituristica in Capalbio (GR), attivista dei verdi ed eletta in Consiglio
Comunale a Roma dal 1993 al 2008. Passa
al PD e viene "nominata" senatrice nelle elezioni del 2013.
Ma
veniamo agli ultimi avvenimenti che la riguardano e che ben conosciamo, se non
altro per una sovraesposizione mediatica, per un problema assolutamente
marginale e trascurabile per la quasi totalità
degli italiani. A dicembre il pinocchio
di Palazzo Chigi, dopo avere portato a casa quelle che lui definisce le riforme
fondamentali per l'italia che faranno aumentare la considerazione di cui gode
il Paese in Europa (sì, come no!), utilizzando
la compravendita di senatori, si sente forte, anzi fortissimo, ed alza il tiro
dichiarando che il primo provvedimento che il Parlamento dovrà
licenziare nell'anno in arrivo, sarà quello delle unioni
civili.
In
linea generale sarebbe anche abbastanza corretto cercare di dare un
inquadramento giuridico ad uno status personale di convivenza tra persone dello
stesso sesso, per avere una qualche forma di riconoscimento in termini di
diritti e doveri reciproci.
La
persona "giusta" per portare avanti questo disegno di legge in
commissione è la senatrice Cirinnà,
da tanti anni in politica ed esponente di spicco della lobby gay/lesbiche.
Alacremente
la commissione lavora sotto la regia delle relatrice, alla quale però
non basta vincere una battaglia, ma desidera "stravincerla",
infilando l'argomento delle adozioni dei minori figli di un genitore
gay/lesbica (evidentemente non del tutto gay/lesbica, almeno in una vita
precedente) nella legge in discussione. Inoltre tenta di equiparare in tutto e
per tutto l'unione civile tra persone dello stesso sesso al matrimonio secondo
il codice civile, che è un'altra delle forzature
sulle quali poi si andrà a fracassare.
Qui
incominciano i problemi, perchè queste ultime due
forzature non erano mai state concordate in nessun programma elettorale del PD,
e una cospicua parte del partito di Monica (corrispondente ai cosiddetti
cattodem) si sfila rumorosamente.
A
quel punto il pinocchio toscano cerca
di metterci una pezza, dichiarando che il partito lascerà
libertà di voto ai suoi senatori
sui due punti contestati, contando sulla possibilità
di approvare la legge con una maggioranza trasversale nella quale inserisce i
senatori del M5S, in modo del tutto arbitrario e confondendo i suoi desideri
con la realtà.
Nei
giorni successivi, da metà gennaio in poi, si
susseguono le seguenti situazioni:
1
– Feroce polemica tra pinocchio
ed i vertici europei che non sono più disposti a tollerare
l'aumento del debito pubblico italiano, sulla base del quale ha appena
licenziato la legge di bilancio relativa al 2016. Questa polemica porterà
probabilmente ad una bocciatura della medesima legge da parte della Commissione
Europea, con probabile aumento iva e ricomparsa di una patrimoniale.
2
– Grave deterioramento della situazione siriana, con l'apertura di
uno scenario da tutti contro tutti, specie se dovessero intervenire con truppe
di terra l'Iran e l'Arabia Saudita. Pinocchio
non dice nulla.
3
– Crollo verticale dei valori delle azioni di aziende bancarie
(specialmente italiane) e di aziende petrolifere, con una perdita di
capitalizzazione in borsa di un 25% circa.
Pinocchio fa finta di nulla, si vanta di avere salvato la banca
dell'amichetta, e soprattutto fa finta di non capire che ciò
è dovuto all'assurda regola del ball in salsa italiana.
In
risposta a tutte queste emergenze che richiederebbero una guida salda a Palazzo
Chigi, pinocchio twitta e posta su
facebook sulle unioni civili e solo su questo argomento, forse rendendosi conto
che cercare di governare (cosa della quale va in giro per il mondo vantandosi)
tutto il resto, è al di fuori della sua
portata.
Tra
un post ed un twitt trova anche il tempo di mettere in piedi un'imbarazzante
visita in Italia di un aguzzino iraniano. Dato che all'ayatollah (che però
porta soldoni pesanti) non piacciono tanto i corpi umani nudi, dal momento che
la sua religione è assolutamente
iconoclastica, pinocchio si cimenta
in una penosa costruzione di parallelepipedi di compensato intorno alle opere
millenarie per le quali tutto il mondo ci invidia.
E
nel frattempo cosa fa la nostra eroina? Tranquilli, non si è
dimenticata della sua missione per la quale smaniano (!?) 57 milioni di italiani.
Lei va avanti per la sua strada come un carro armato, licenziando finalmente
dalla commissione un testo di legge da portare in aula al senato. Il tutto tra
gridolini commossi di fan di Sanremo e di Vendola, tutti eccitati al pensiero
che finalmente il nostro nicolino e il suo amico canadese potrebbero presto
andare ad intestarsi un bambino in giro per il mondo, per poi rientrare in
Italia ed intestarselo anche secondo la nostra anagrafe. La stampa nostrana, la
TV generalista e satellitare, i salotti dell'italia intera sono favorevoli al
passaggio trionfale di questa legge sic
et simpliciter, che non va toccata nemmeno di una virgola. A dire la verità
ci sarebbe anche qualche milionata di italiani che non sarebbero tanto
d'accordo che gay e lesbiche andassero in giro per il mondo a comprare o
procreare (o entrambe le cose) dei bambini che non potranno mai avere una
famiglia normale, secondo le attuali leggi dello stato italiano, nonchè
della natura.
Ma
sull'opinione di questi ultimi cala la mannaia della sacerdotessa littizzetto
che definisce con sottile ironia i protagonisti del family day come un gruppo
di puttanieri, mentre fabiofazioaspesedeicontribuentiitaliani (volutamente
tutto attaccato) annuisce con sorriso da angioletto.
Il
pinocchio toscano sente odore di
trionfo e, in tempi di critiche e vacche magre, cerca di intestare al governo
quello che sembra il risultato di un Real Madrid –
Foggia. Manda avanti la ministra Boschi (che però
ultimamente deve portare un pò sfiga, bisogna che
qualcuno glielo dica a Matteo) e poi interviene in prima persona. Si dimentica
però che così facendo trasforma in atto
politicamente "rilevante" il voto a favore del testo di legge.
Errore
imperdonabile, specie se non hai la maggioranza
abbastanza forte per fare passare la legge, ed hai bisogno di truppe
cammellate per l'approvazione. Grillo ed il M5S magari saranno un pò
folcloristici, ma di sicuro non sono stupidi, e soprattutto il costo dei loro
voti, se diventano funzionali al governo, non è
quello di qualche posto da sottosegretario. Di fronte ad una mossa
"politica" rispondono in modo "politico" e chiedono che i
circa 500 emendamenti al testo della legge vengano discussi uno per uno, e
accettando che si possa eventualmente votarne qualcuno con la procedura del
voto segreto.
La
Monica avverte gran puzza di bruciato e, sperando di non avere già
combinato il disastro, manda avanti un senatore PD, tal Martelli, che propone
di accorpare la discussione ed il voto su tutti gli emendamenti in una sola
volta, per di più a voto palese.
Proposta
bocciata con il voto decisivo, a scrutinio palese, dei senatori del M5S, fine
dei sogni e della ricreazione, quasi un mese di vuote discussioni del
parlamento italiano giustamente azzerate, sospensione di una settimana, generosamente
concessa da un arbitro che in realtà fa parte della squadra
del governo, per evitare al PD di affondare nel guano, e dargli l'opportunità
di comprarsi in una settimana i voti dei senatori sufficienti a licenziare
questa legge.
Nel
frattempo in Tv, salotti buoni, talk show, si scatena il linciaggio degli
odiati senatori M5S e del traditore Grillo, che, da bravo guitto, come in tutte
le commedie che si rispettino, è riuscito ad inventarsi un
finale a sorpresa..
Tutto
molto bello e tutto molto molto inutile, direi perfettamente italiano. La
situazione è grave, anzi gravissima, e
non è seria.
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To
be continued
Paolo
Vassallo
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