giovedì 18 febbraio 2016

MONICA CIRINNA' PASIONARIA DEI DIRITTI LG. (di Paolo Vassallo)

Monica Cirinnà è nata a Roma il 15 febbraio 1963, avvocatessa non più iscritta all'albo, imprenditrice agricola con attività agrituristica in Capalbio (GR), attivista dei verdi ed eletta in Consiglio Comunale a Roma dal 1993 al 2008. Passa al PD e viene "nominata" senatrice nelle elezioni del 2013.

Ma veniamo agli ultimi avvenimenti che la riguardano e che ben conosciamo, se non altro per una sovraesposizione mediatica, per un problema assolutamente marginale e trascurabile per la quasi totalità degli italiani. A dicembre il pinocchio di Palazzo Chigi, dopo avere portato a casa quelle che lui definisce le riforme fondamentali per l'italia che faranno aumentare la considerazione di cui gode il Paese in Europa (sì, come no!), utilizzando la compravendita di senatori, si sente forte, anzi fortissimo, ed alza il tiro dichiarando che il primo provvedimento che il Parlamento dovrà licenziare nell'anno in arrivo, sarà quello delle unioni civili.                                            
In linea generale sarebbe anche abbastanza corretto cercare di dare un inquadramento giuridico ad uno status personale di convivenza tra persone dello stesso sesso, per avere una qualche forma di riconoscimento in termini di diritti e doveri reciproci.
La persona "giusta" per portare avanti questo disegno di legge in commissione è la senatrice Cirinnà, da tanti anni in politica ed esponente di spicco della lobby gay/lesbiche.
Alacremente la commissione lavora sotto la regia delle relatrice, alla quale però non basta vincere una battaglia, ma desidera "stravincerla", infilando l'argomento delle adozioni dei minori figli di un genitore gay/lesbica (evidentemente non del tutto gay/lesbica, almeno in una vita precedente) nella legge in discussione. Inoltre tenta di equiparare in tutto e per tutto l'unione civile tra persone dello stesso sesso al matrimonio secondo il codice civile, che è un'altra delle forzature sulle quali poi si andrà a fracassare.
Qui incominciano i problemi, perchè queste ultime due forzature non erano mai state concordate in nessun programma elettorale del PD, e una cospicua parte del partito di Monica (corrispondente ai cosiddetti cattodem) si sfila rumorosamente.
A quel punto il pinocchio toscano cerca di metterci una pezza, dichiarando che il partito lascerà libertà di voto ai suoi senatori sui due punti contestati, contando sulla possibilità di approvare la legge con una maggioranza trasversale nella quale inserisce i senatori del M5S, in modo del tutto arbitrario e confondendo i suoi desideri con la realtà.
Nei giorni successivi, da metà gennaio in poi, si susseguono   le seguenti situazioni:
1 Feroce polemica tra pinocchio ed i vertici europei che non sono più disposti a tollerare l'aumento del debito pubblico italiano, sulla base del quale ha appena licenziato la legge di bilancio relativa al 2016. Questa polemica porterà probabilmente ad una bocciatura della medesima legge da parte della Commissione Europea, con probabile aumento iva e ricomparsa di una patrimoniale.
2 Grave deterioramento della situazione siriana, con l'apertura di uno scenario da tutti contro tutti, specie se dovessero intervenire con truppe di terra l'Iran e l'Arabia Saudita. Pinocchio non dice nulla.
3 Crollo verticale dei valori delle azioni di aziende bancarie (specialmente italiane) e di aziende petrolifere, con una perdita di capitalizzazione in borsa di un 25% circa.
Pinocchio fa finta di nulla, si vanta di avere salvato la banca dell'amichetta, e soprattutto fa finta di non capire che ciò è dovuto all'assurda regola del ball in salsa italiana.
In risposta a tutte queste emergenze che richiederebbero una guida salda a Palazzo Chigi, pinocchio twitta e posta su facebook sulle unioni civili e solo su questo argomento, forse rendendosi conto che cercare di governare (cosa della quale va in giro per il mondo vantandosi) tutto il resto, è al di fuori della sua portata.
Tra un post ed un twitt trova anche il tempo di mettere in piedi un'imbarazzante visita in Italia di un aguzzino iraniano. Dato che all'ayatollah (che però porta soldoni pesanti) non piacciono tanto i corpi umani nudi, dal momento che la sua religione è assolutamente iconoclastica, pinocchio si cimenta in una penosa costruzione di parallelepipedi di compensato intorno alle opere millenarie per le quali tutto il mondo ci invidia.
E nel frattempo cosa fa la nostra eroina? Tranquilli, non si è dimenticata della sua missione per la quale smaniano (!?) 57 milioni di italiani. Lei va avanti per la sua strada come un carro armato, licenziando finalmente dalla commissione un testo di legge da portare in aula al senato. Il tutto tra gridolini commossi di fan di Sanremo e di Vendola, tutti eccitati al pensiero che finalmente il nostro nicolino e il suo amico canadese potrebbero presto andare ad intestarsi un bambino in giro per il mondo, per poi rientrare in Italia ed intestarselo anche secondo la nostra anagrafe. La stampa nostrana, la TV generalista e satellitare, i salotti dell'italia intera sono favorevoli al passaggio trionfale di questa legge sic et simpliciter, che non va toccata nemmeno di una virgola.  A dire la verità ci sarebbe anche qualche milionata di italiani che non sarebbero tanto d'accordo che gay e lesbiche andassero in giro per il mondo a comprare o procreare (o entrambe le cose) dei bambini che non potranno mai avere una famiglia normale, secondo le attuali leggi dello stato italiano, nonchè della natura.
Ma sull'opinione di questi ultimi cala la mannaia della sacerdotessa littizzetto che definisce con sottile ironia i protagonisti del family day come un gruppo di puttanieri, mentre fabiofazioaspesedeicontribuentiitaliani (volutamente tutto attaccato) annuisce con sorriso da angioletto.
Il pinocchio toscano sente odore di trionfo e, in tempi di critiche e vacche magre, cerca di intestare al governo quello che sembra il risultato di un Real Madrid Foggia. Manda avanti la ministra Boschi (che però ultimamente deve portare un pò sfiga, bisogna che qualcuno glielo dica a Matteo) e poi interviene in prima persona. Si dimentica però che così facendo trasforma in atto politicamente "rilevante" il voto a favore del testo di legge.
Errore imperdonabile, specie se non hai la maggioranza  abbastanza forte per fare passare la legge, ed hai bisogno di truppe cammellate per l'approvazione. Grillo ed il M5S magari saranno un pò folcloristici, ma di sicuro non sono stupidi, e soprattutto il costo dei loro voti, se diventano funzionali al governo, non è quello di qualche posto da sottosegretario. Di fronte ad una mossa "politica" rispondono in modo "politico" e chiedono che i circa 500 emendamenti al testo della legge vengano discussi uno per uno, e accettando che si possa eventualmente votarne qualcuno con la procedura del voto segreto.
La Monica avverte gran puzza di bruciato e, sperando di non avere già combinato il disastro, manda avanti un senatore PD, tal Martelli, che propone di accorpare la discussione ed il voto su tutti gli emendamenti in una sola volta, per di più a voto palese.
Proposta bocciata con il voto decisivo, a scrutinio palese, dei senatori del M5S, fine dei sogni e della ricreazione, quasi un mese di vuote discussioni del parlamento italiano giustamente azzerate, sospensione di una settimana, generosamente concessa da un arbitro che in realtà fa parte della squadra del governo, per evitare al PD di affondare nel guano, e dargli l'opportunità di comprarsi in una settimana i voti dei senatori sufficienti a licenziare questa legge.
Nel frattempo in Tv, salotti buoni, talk show, si scatena il linciaggio degli odiati senatori M5S e del traditore Grillo, che, da bravo guitto, come in tutte le commedie che si rispettino, è riuscito ad inventarsi un finale a sorpresa..
Tutto molto bello e tutto molto molto inutile, direi perfettamente italiano. La situazione è grave, anzi gravissima, e non è seria.

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To be continued


Paolo Vassallo

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