“La vita secondo la Fede è un sacrificio a Dio e
più ancora la fede stessa è sacrificio concernente addirittura la parte più
nobile dell'uomo, la sua intellettualità. Eppure, se è vero che nel credere la
ragione si piega all'infinita Divina Verità compiendo un ossequio che
scaturisce dalla ragione e, realizzandosi sotto la sua guida, merita di essere
chiamato ragionevole, tale ossequio non comporta per nulla l'annullamento
dell'umano intelletto, ma ben al contrario la sua somma e nobilissima
elevazione. La ragione, aderendo alla rivelazione, non diventa meno, ma più che
mai ragionevole. Pensare che per acquistare la fede, occorre rinunciare alla
ragione è cattiva teologia”.
Tomas Tyn o. p.
Al presente la
vitalità del pensiero cattolico si manifesta nelle opere degli autori
irriducibili alla moda crepuscolare in desolata/estenuata circolazione oltre il
margine di quel conformismo clericale, che è istigato dalla suggestiva
emanazione dei respiri agonici della scolastica laica e progressista.
La appiccicosa autorità conquistata, in
Italia, da lugubri e ridicoli attori del coma moderno, quali la mammana
Bonino e il leopardiano in sedicesimo Scalfari, è misura della debolezza e
della fatiscenza delle suggestioni scivolate e insinuate tra le righe della
nuova teologia
Nell'alto, eletto numero dei pensatori
cattolici del Novecento, refrattari alle suggestioni squillanti e festanti nel
funerale della modernità, si annovera il geniale padre domenicano Tomas Tyn
(Brno 1950 – Heidelberg 1990).
Nella collana di If Press, editrice in
Roma (info@if-press.com), l'autorevole
studioso, Gianni T. Battisti, ha curato la pubblicazione di una antologia dei
magistrali saggi scritti dal compianto padre domenicano, originario della
repubblica ceca.
I testi del compianto filosofo e teologo
domenicano, che nell'agitato e tormentato periodo del post concilio, fu
illuminato e strenuo difensore delle verità tradizionali (e sul quale è stata
avviata la causa canonica in vista della beatificazione), sono presentati e
introdotti da pregevoli scritti dell'autorevole padre Giovanni Cavalcoli o. p.
e dell'editore Battisti.
Opportunamente rammenta padre Cavalcoli che la
missione divinamente ispirata a padre Tyn “fu quella di conservare,
ricordare, illustrare, esplicitare e difendere il patrimonio della teologia
cattolica precedente il Concilio Vaticano II, senza per questo mancare di
rispetto per gli sviluppi dottrinali di questo grande Concilio”.
Padre Calvacoli afferma di seguito che
l'infaticabile attività di padre Tyn a difesa della indeclinabile
Tradizione cattolica “si rivela provvidenziale in un tempo come il nostro,
nel quale – ormai la cosa è sempre più chiara – un certo progresso o
rinnovamento, che una corrente all'interno del cattolicesimo sta sbandierando
da decenni come interpretazione e sviluppo del Vaticano II, in realtà quella di
un rinnovato modernismo, assai peggiore e più insidioso di quello dei tempi di
San Pio X”.
La lettura dei testi di padre Tyn è un
sussidio indispensabile al fedele che vuole uscire dalla palude degli errori in
velenosa/desolante circolazione nelle prediche dei buonisti e nei loro sciatti
riti: grazie alle magistrali analisi del domenicano ceco “si potrà
comprendere come quello che a volte vien chiamato progresso in realtà è
deviazione e regresso. Padre Tyn, ricordandoci quella parola di Dio che non
passa … è maestro di sapienza per il nostro tempo, un grande teologo che ci
indica su quali basi costruire il futuro che ci conduce“.
Gianni Battisti, dal suo canto, sottolinea il
contributo di padre Tyn alla demolizione dell'ateismo dei filosofi (Hobbes,
Hegel ecc.) i quali “prima di cominciare ad indottrinarci, chiedono di
rinunziare a qualcuna delle nostre più luminose evidenze: solo a tale
condizione si riservano di rivelarci ogni sorta di meraviglie … come fa il
ciarlatano che promette di arricchirci chiedendo prima il portafoglio”.
Padre Tyn avversò risolutamente i ciarlatani
da sempre squillanti nei margini perdonisti della cattiva - “orribile” -
teologia progressista. E scriveva, quasi a segnare i limiti entro quale la vera
teologia deve mantenere il dialogo con l'errore filosofante: ”Proprio oggi
ho letto un discorso di Ockham, il quale dice che Dio predetermina il peccato
dell'uomo, ma senza averne la colpa perché Dio non è tenuto da nessuna legge.
E' un discorso assurdo questo. Iddio buono non è tenuto e sottomesso alla legge
ma è la legge. Quindi Dio è impeccabile, buono e santo. … Iddio non predestina
ugualmente al male e al bene. Dice giustamente San Tommaso d'Aquino che c'è
dissimmetria tra il bene e il male. Il bene e il male non si oppongono alla
pari. Il bene è la pienezza, il male è il venir meno di quella pienezza. Quindi
il bene è l'essere, il male è sì anche l'essere, ma non pienezza d'essere. Ciò
che fa sì che il male sia male è più il mancare dell'essere piuttosto che
l'avere l'essere.”
Di conseguenza è ristabilita la verità
della teologia alterata dall'errore buonista intorno all'inferno vuoto. Padre
Tyn ha dimostrato, infatti, che “la causalità di Dio si estende di per sé
solo al bene. Perciò Dio predestina si, ma solo, in assoluto, alla salvezza.
Nessuno è immediatamente ed assolutamente predestinato alla dannazione. ..
Mentre Iddio vuole la salvezza in assoluto, la dannazione la vuole, ahimé, per
la sua giustizia, ma la vuole non in assoluto, la vuole supponendo il peccato
dell'uomo”. Di qui la differenza che corre tra la predestinazione assoluta
alla salvezza e la predestinazione condizionata alla dannazione.
Il rigore con cui padre Tomas Tyn affronta i
nodi della teologia, a cominciare dallo spinoso problema della predestinazione,
rappresenta il filo del rasoio che separa la verità cattolica dalle
escandescenze della teologia buonista.
Piero Vassallo
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