giovedì 7 agosto 2014

Un cattolico conciliare contestava la fede di un ex comunista

Raniero La Valle e Claudio Napoleoni, un dibattito rivelatore

 Un cattolico conciliare contestava la fede di un ex comunista

 La decriptazione dei fumosi pensieri soggiacenti all'illusorio entusiasmo destato dalla teologia serpeggiante fra le righe del Vaticano II, può essere facilitata dalla lettura del verbale della  discussione sull'Eucarestia, in cui si cimentarono, il 12 maggio 1988, l'ex direttore dell'Avvenire d'Italia, Raniero La Valle (1931) e il comunista convertito Claudio Napoleoni (1924-1988).
 Il testo dell'acceso confronto tra i due parlamentari della sinistra, fu pubblicato nel luglio del 1990, in un supplemento al settimanale Il Sabato, un opuscolo che mi è stato spedito in questi giorni da un dotto e cortese amico, proprietario di un robusto e prezioso archivio.
 Napoleoni, il brillante economista, che aveva confessato a Del Noce di aver maturato una completa sfiducia nell'ideologia marxista, prossima a rovesciarsi nell'incubo tecnocratico & finanziario, sosteneva la presenza reale di Cristo nel pane eucaristico mentre La Valle (coerente apologeta delle nuova teologia) obiettava che la presenza "non c'è in questo modo fisicistico [reale] a cui si è voluto ridurre" [dal magistero infallibile]. 
 A Napoleoni che insisteva su una indeclinabile verità di fede, La Valle obiettava formulando una domanda retorica, che, in qualche modo, era in sintonia con la infondata e temeraria opinione dell'eresiarca Martin Lutero: "Ti sembra più importante la presenza di Cristo nell'ostia che la presenza di Cristo in te e in me in questo momento?"
 E Napoleoni rispondeva puntualmente: "Perché se no il Cristianesimo diventa uno spiritualismo".
 "No, replicava La Valle infervorandosi, il Cristianesimo diventa l'andare al Padre senza mediazioni che non sia la sua, diventa questa liberazione in atto, diventa il ritorno al Genesi, diventa la restaurazione precisamente della condizione del giardino".  
 L'elusivo/confuso fraseggio di La Valle fa sospettare l'adesione al pensiero dei teologi modernizzanti, che progettarono la trasformazione del sacramento eucaristico in amicale banchetto intitolato alla religione buonista.
 Il rifiuto opposto da Napoleoni alla teologia dimezzata e abbassata al social-sentimentale da La Valle merita una seria riflessione poiché svela il carattere illusorio della riforma conciliare, finalizzata alla conversione dei miscredenti mediante il dimezzamento dei dogmi e l'inaridimento della liturgia. In uscita dall'inganno ideologico, Napoleoni si era affidato alla fede che supera ogni senso. Irremovibile nella convinzione della inderogabile necessità di scendere a patti con il pensiero moderno, La Valle rifiutava di vedere la prossimità della rovina incombente sul sistema sovietico,  paradiso infernale, costruito dai nemici della verità cristiana.
 Il profilo ideologico di La Valle non è completo finché non si rammenta il viaggio da lui compiuto, nel 1974, in compagnia di Giampaolo Meucci (l'indulgente giudice del Forteto) nell'ammirata e applaudita Cina concentrazionaria di Mao-Tse-Tung. Viaggio compiuto nel segno della programmata cecità davanti ai crimini dell'ideologia di Marx.
 Schierata sulla linea dell'illusione, che nutriva il pensiero di La Valle, una vociante, imperterrita pletora di vescovi, quasi usciti dalla vignette del giornale satirico "Don Basilio", tenta di nascondere la degenerazione nichilista (nietzschiana/heideggeriana) della filosofia dopo Cartesio, per giustificare la trasformazione della fede cattolica in teologia della liberazione (dalla verità?).
 Il risultato di tale affannoso e anacronistico inseguimento della chimera era già leggibile nella risposta di Napoleoni a La Valle: la negazione della presenza reale di Cristo nel cibo eucaristico abbassa la fede cattolica al livello  di uno fra i tanti, sterili e inutili spiritualismi, che sono prodotti e spacciati dalle società di pensiero in disperata azione dove il deserto della ragione avanza. 
 Il numero dei credenti diminuisce in proporzione all'avanzamento della teologia che abbassa il sacrificio eucaristico al livello di un'anodina cerimonia, che prepara la stretta di mano scambiata da amici momentanei, spronati dal suono delle cacofoniche chitarre, che accompagnano sgangherati componimenti in rima (baciata dalla mediocrità). 
 Alla mente dei cattolici sordi al rumore delle ecumeniche canzonette e refrattari alla suggestione modernizzante, si affacciano intanto le minacciose parole del Signore: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc., 18, 8)


Piero Vassallo

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