Raniero
La Valle e Claudio Napoleoni, un dibattito rivelatore
Un cattolico conciliare contestava la fede di
un ex comunista
La
decriptazione dei fumosi pensieri soggiacenti all'illusorio entusiasmo destato
dalla teologia serpeggiante fra le righe del Vaticano II, può essere
facilitata dalla lettura del verbale della
discussione sull'Eucarestia, in cui si cimentarono, il 12 maggio 1988, l 'ex direttore
dell'Avvenire d'Italia, Raniero La Valle (1931) e il comunista convertito
Claudio Napoleoni (1924-1988).
Il
testo dell'acceso confronto tra i due parlamentari della sinistra, fu
pubblicato nel luglio del 1990,
in un supplemento al settimanale Il Sabato, un opuscolo
che mi è stato spedito in questi giorni da un dotto e cortese amico,
proprietario di un robusto e prezioso archivio.
Napoleoni,
il brillante economista, che aveva confessato a Del Noce di aver maturato una
completa sfiducia nell'ideologia marxista, prossima a rovesciarsi nell'incubo
tecnocratico & finanziario, sosteneva la presenza reale di Cristo nel pane
eucaristico mentre La Valle (coerente apologeta delle nuova teologia) obiettava
che la presenza "non c'è in questo modo fisicistico [reale] a cui si è
voluto ridurre" [dal magistero infallibile].
A
Napoleoni che insisteva su una indeclinabile verità di fede, La Valle obiettava
formulando una domanda retorica, che, in qualche modo, era in sintonia con la
infondata e temeraria opinione dell'eresiarca Martin Lutero: "Ti sembra
più importante la presenza di Cristo nell'ostia che la presenza di Cristo in te
e in me in questo momento?"
E
Napoleoni rispondeva puntualmente: "Perché se no il Cristianesimo diventa
uno spiritualismo".
"No,
replicava La Valle infervorandosi, il Cristianesimo diventa l'andare al Padre
senza mediazioni che non sia la sua, diventa questa liberazione in atto,
diventa il ritorno al Genesi, diventa la restaurazione precisamente della
condizione del giardino".
L'elusivo/confuso
fraseggio di La Valle fa sospettare l'adesione al pensiero dei teologi
modernizzanti, che progettarono la trasformazione del sacramento eucaristico in
amicale banchetto intitolato alla religione buonista.
Il
rifiuto opposto da Napoleoni alla teologia dimezzata e abbassata al social-sentimentale
da La Valle merita una seria riflessione poiché svela il carattere illusorio
della riforma conciliare, finalizzata alla conversione dei miscredenti mediante
il dimezzamento dei dogmi e l'inaridimento della liturgia. In uscita
dall'inganno ideologico, Napoleoni si era affidato alla fede che supera ogni
senso. Irremovibile nella convinzione della inderogabile necessità di
scendere a patti con il pensiero moderno, La Valle rifiutava di vedere la
prossimità della rovina incombente sul sistema sovietico, paradiso infernale, costruito dai
nemici della verità cristiana.
Il
profilo ideologico di La Valle non è completo finché non si rammenta il viaggio
da lui compiuto, nel 1974,
in compagnia di Giampaolo Meucci (l'indulgente giudice
del Forteto) nell'ammirata e applaudita Cina concentrazionaria di Mao-Tse-Tung.
Viaggio compiuto nel segno della programmata cecità davanti ai crimini
dell'ideologia di Marx.
Schierata
sulla linea dell'illusione, che nutriva il pensiero di La Valle, una vociante,
imperterrita pletora di vescovi, quasi usciti dalla vignette del giornale
satirico "Don Basilio", tenta di nascondere la degenerazione
nichilista (nietzschiana/heideggeriana) della filosofia dopo Cartesio,
per giustificare la trasformazione della fede cattolica in teologia della
liberazione (dalla verità?).
Il
risultato di tale affannoso e anacronistico inseguimento della chimera era già
leggibile nella risposta di Napoleoni a La Valle: la negazione della presenza
reale di Cristo nel cibo eucaristico abbassa la fede cattolica al livello di uno fra i tanti, sterili e inutili spiritualismi,
che sono prodotti e spacciati dalle società di pensiero in disperata azione
dove il deserto della ragione avanza.
Il
numero dei credenti diminuisce in proporzione all'avanzamento della teologia
che abbassa il sacrificio eucaristico al livello di un'anodina cerimonia, che
prepara la stretta di mano scambiata da amici momentanei, spronati dal suono
delle cacofoniche chitarre, che accompagnano sgangherati componimenti in rima
(baciata dalla mediocrità).
Alla
mente dei cattolici sordi al rumore delle ecumeniche canzonette e refrattari
alla suggestione modernizzante, si affacciano intanto le minacciose parole del
Signore: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?" (Lc., 18, 8)
Piero Vassallo
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