I piani alti della sapiente pedofilia
Sotto
l’ermellino neopagano
I buonisti che versano lacrime
psicosociologiche sulle disgustose imprese dei pedofili – uso della prostituzione minorile, commercio
di immagini orribili, sevizie e uccisioni rituali di minori – si sottraggono
tuttavia all'obbligo di salire alle fonti alte
del male.
Si ha pertanto il sospetto che ingegnosi
persuasori/dirottatori inducano l’indagine criminologica ad insistere sulle
cause periferiche dell'orrore, l'incontinenza e la protervia della borghesia
danarosa e gaudente, l'avidità delle madri mezzane, l'incoscienza delle
giovanissime prostitute, ad esempio.
Si ha la sensazione che in alto sito si
desideri evitare il qualunque avvicinamento ai santuari thanatofili, nei
quali una pregiata, insindacabile e intoccabile cultura almanacca e
promuove la perversione totale/finale dei popoli cristiani.
La prima causa delle turpitudini, infatti, è
il trasbordo dell'Occidente dalla razionalità cristiana all’irrazionalismo
pagano/dionisiaco, una caduta che il potere culturale/oscurantista ha
organizzato con scienza squisita,
nascondendo la tenebrosa corruzione negli splendori (presunti) della mitologia
classica.
La torbida, elementare ferocia della
religiosità arcaica, dopo esser passata attraverso il porno-delirio di uno
raffinato squadrone di intellettuali da porcile - Donatien Alphonse
François de Sade, Max Stirner, Friedrich Nietzsche, Otto Weininger, Tristan
Tzara, Henri Miller, Jean Paul Sartre, Simone De Beauvoir, Georges Bataille, Herbert
Marcuse, il metafisico del sesso Julius Evola, Jacob Taubes, Elemire
Zolla, Giovanni, Testori, Sergio Quinzio
ecc. - è entrata, a spron battuto, nel circuito della cultura di massa,
sotto le vesti giovanili del piacere, riabilitato e festante nella California francofortese
e nella Parigi del joli mai.
Dietro il palcoscenico porno-mistico,
acclamati dai trombettieri che prosperano sulle rovine della falsa destra e
della sinistra a misura del vespasiano, agiscono indisturbate le lobbies
dei pervertiti dalle mani pulite, rispettate associazioni culturali per delinquere,
invano denunciate dal disperato coraggio del Telefono Arcobaleno.
Ora Nume e Lume dell’oligarchia libertina è
l'editoria iniziatica, che ha prodotto un’enorme quantità di libri per specialisti aperti in tutte le direzioni
del morbido vizio e della tagliente ferocia.
L'aggiornato catalogo si estende dai
caliginosi testi dell’ateologo Pierre Klossowski (fratello del celebrato
pittore di fanciulli Balthus) un autore, che, nella follia di Nietzsche, ha
contemplato l’esito meraviglioso della vita orientata al turpe e al
subumano, ai saggi di James Hillman, teologo
delle malattie mentali (il suo assioma
fondamentale proclama che “la pazzia è
una dea”) e apologeta delle divine devianze, connesse alla
paranoia, dal californiano Marcuse dal neo-francofortese Taubes.
Sopra l’armoniosa linea culturale, è
collocata la dottrina tantrica di Mircea
Eliade, (ectoplasma buddista, magnificamente smascherato e descritto da Renato
Dal Bosco), sapienza il cui messaggio fu rilanciato dal
defunto professor Elémire Zolla: “il
maestro procede fino al rito supremo, quando introduce una vezzosa e mestruata
dodicenne con cui amoreggerà, per coinvolgere alla fine anche il discepolo, che
dovrà in seguito offrire una undicenne al maestro”
(Corriere della Sera, Cultura e Spettacolo, 6 novembre 1995).
L’audacia iniziatica di Zolla si arrestava
alla dodicenne, e non diceva nulla sull’età e sul ruolo del discepolo invitato.
Il venerato Roberto Calasso, nell’autunno
del 1997, nella prima pagina dell’autorevole Corsera, quotidiano dei
benpensanti, interpretava come amplesso
sacro la violenza sessuale sui minori: “Il
corpo delle ninfe [dodicenni e undicenni] è il luogo stesso di una conoscenza terribile, che dà la chiaroveggenza”.
Data queste premesse sapienziali non è
difficile indovinare l’esito finale: le lezioni oxfordiane di Calasso,
presentano, nella cornice della giungla salottiera, la nuova ed estrema spiritualità.
Oxford è una sede ideale per le prestazioni di
quel genere, lo ha sottolineato Massimo Caprara in un capitolo della sua opera
(“Gramsci e i suoi carcerieri”) dedicato all’iniziato Piero Sraffa e ai suoi amici.
Sorprende e provoca disagio quello che un
esponente della disgregata e fortunatamente defunta cultura della destra
polifrenica, Mario Bernardi Guardi, nella vacua cupidigia di stravaganza,
scriveva, nel benpensante quotidiano “Tempo” del 20 febbraio 2000, a proposito del
saggio calassiano: “Lolita è un demone
immortale travestito da bambina, in un mondo dove i nympholeptoi [termine inconsueto, che indica, nascondendoli
nella nube della ricercatezza filologica, i razziatori di bambini a scopo
sessuale - i pederasti, quando decidessimo finalmente di abolire il quasi
vezzeggiativo e indulgente termine “pedofili”] possono scegliere soltanto tra essere considerati criminali o
psicopatici. … Ninfa è il «medium» dove gli dei e gli uomini avventurosi (sic!)
s’incontrano”.
In realtà, Calasso è stato uditore di Jacob
Taubes e di Pierre Klossowski, autori che si sono opposti al decalogo di Mosé e
alla redenzione di Cristo, lodando e sacralizzando la trasgressione mistica.
Nell’estate del 2000, i quotidiani hanno
ricordato le ributtanti prodezze pederastiche consumate negli asili e vantate,
senza ombra di ritegno, da Daniel Cohn-Bendit, uno dei più coerenti discepoli
di Taubes.
Le imprese rivoluzionarie di
Cohn-Bendit dimostrano, in modo inequivocabile che la zavorra iniziatica
progetta l’affondamento della civiltà
occidentale in una fogna. E’ questa la terra promessa della nuova rivoluzione, promossa dagli
stregoni officianti nell'invincibile banca thanatofila? E' questa la via
americana alla felicità? E' questo l'orrore che i cattolici non devono
giudicare secondo secondo giusto giudizio?
Piero Vassallo
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