venerdì 1 dicembre 2017

INCONSOLABILI (Recensione di Piero Nicola)

Inconsolabili è il titolo di una silloge, or ora pubblicata per i tipi di Tabula Fati, da nove autori controcorrente, fustigatori dei costumi non già per partito preso. Chi sono gli inconsolabili? Sono le vittime innocenti o meno di questo mondo decaduto, pervertito e iniquo. Pregiudizi insensati, innaturali, vili e feroci tormentano bimbi ignari, adolescenti privati dei valori, adulti condannati a non reggersi dritti. Di fronte a questo disastro di falsità, che alimenta il velleitarismo e il masochismo, l'efficienza o la crisi economica diventano assolutamente secondarie.
   Il racconto Pugno chiuso (di Dionisio Di Francescantonio) ci presenta la vicenda di un figlio di famiglia spezzata da genitori che, come tanti altri, non sono all'altezza per affrontare le conseguenze delle lusinghevoli soluzioni fornite da una società corrotta fin nelle leggi. Sicché, al protagonista, per sua natura introverso ma retto, anche quando è divenuto adulto viene chiuso ogni varco che possa liberarlo da rancori e diffidenza, che possa salvarlo da un disperato isolamento.
  Dal finestrino (di Barbara Marugo) riassume una vita femminile segnata di nuovo dal divorzio dei genitori, che secondò un marito egoista e violento e rivelò una madre debole e inetta. La figlia, già dissipata, incapace di amare, pur giunta alla sistemazione del matrimonio e adesso madre di buoni propositi, non sa  perdonare e si rassegna al rimorso di aver continuato a respingere la mamma, che tuttavia l'amò.
  Con chi dormi (di Maria Cristina Morsia): Tenero quadretto d'una bambina desolata dalla separazione dei suoi.  Il loro amore scemato li ha divisi. Il generoso sacrificio è scomparso dall'orizzonte della felicità da perseguire storditamente; poiché quale pienezza si ottiene sacrificando un figlioletto e il suo sviluppo?
  Disposizioni testamentarie (di Miriam Pastorino). Racconto di largo respiro, particolarmente ben dosato nello stile impeccabile e ben articolato nella trama; verte, infine, sulla pillola, oltre che sul cedimento alle seduzioni dei costumi, che inducono agli errori orgogliosi. La pillola provoca non di rado la frigidità, e questa non di rado produce un dramma familiare. La madre morente vuole avvertire la figlia (da tempo separata da lei per un loro contrasto insanabile) del pericolo che per la donna, moglie ancor giovane, si trasformò in una sventura. Ma la figlia ha già ricalcato gli sbagli materni.
  Pornografia (di Fabrizio Fratus). È la succinta rappresentazione di una particolare piaga postmoderna: la diffusione del vizio sessuale solitario, alimentato dagli spettacoli osceni. Vizio trattato, come altri (vedi la ludopatia), alla stregua di fenomeno patologico. La breve storia purtroppo non approfondisce l'aspetto morale, e termina con il ravvedimento dell'uomo caduto, sebbene lo spettro della pratica vergognosa incomba ancora su di lui.
  Promettimi che non crescerai (di Rossana Tasselli). Un altro genitore se n'è andato, o dovuto andare, di casa; un'altra bimba disorientata e sballottata tra due abitazioni. La sua dimora è doppia, ma dimezzata della presenza di papà e mamma, alternativamente assenti. La bambina prova in sé una medesima, irrimediabile menomazione. Famiglia distrutta, litigi tra i separati, ragazzina contesa e ingannata. Ella si rifugia nell'immaginaria, affettuosa comprensione tra lei e il micio di stoffa, che non mente; e gli chiede di non cambiare mai.
  Cuori in affanno (di Dionisio Di Francescantonio). Elaborata psicologia d'una coppia di divorziati. Il grande accordo sentimentale e carnale tra i due entra in crisi a motivo della gelosia provata dalla donna verso la figlia del compagno, la quale a sua volta è ostile alla signora che prenderebbe il posto di sua madre. Il padre, anteponendo l'attaccamento per la figlia e per la nipotina ai desideri di colei che ha buoni motivi per ambire al matrimonio, provoca la frustrazione dell'amata e una schermaglia, in cui non si escludono i colpi bassi. Il maschile senso del dovere e degli affetti paterni si contrappone alla femminile rivendicazione del diritto alla felicità amorosa. Il dissidio nel legame, fattosi avvilente e tormentoso, non avrà rimedio.
  Ritroviamo qui una densa esposizione delle complicazioni dovute ai divorzi, che mettono a nudo l'umana vulnerabilità, la debolezza destinata a peggiorare dovendo sostenere certe prove. L'amore che genera la passione necessita d'una stabilità familiare in cui compiere il suo ciclo, ha bisogno di vivere in una cittadella che è ormai smantellata.
  Da Warda a Rosa (di Elisabetta Ali e Leyla Ziliotto), Il racconto, a mio avviso scritto quasi ottimamente da due giovani, l'una italo-egiziana, l'altra italo-marocchina, evidenzia l'incompatibilità delle culture troppo differenti e l'insufficienza dell'attuale nostra civiltà snervata e stravolta. La narrazione fa giustizia degli stereotipi ingiusti, legalizzati, con cui si conferisce alle donne colpevoli l'immunità e i più incredibili privilegi.
  Il libro ristabilisce coraggiosamente il vero sulla condizione umana di questo tempo calamitoso, e va reso il merito spettante agli autori per l'impegno e per il molteplice interesse che sono stati abili a suscitare.


Piero Nicola



Miriam Pastorino (a cura di)
INCONSOLABILI
Vite sconclusionate al tempo dell’irragionevolezza e della paura 
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-595-0]
Pagg. 216 - € 16,00