sabato 26 giugno 2010

Anticipazione: ICONE DELLA FALSA DESTRA (IL PREAMBOLO)

L’impostura nichilista, da sinistra a destra

L’immagine dell’Illuminismo rutilante e trionfante si è smorzata, appiattendosi sulla catastrofica figura dell’essere disegnata dallo scolarca postmoderno Martin Heidegger e dai suoi continuatori francofortesi e californiani.
L’indirizzo decadente della filosofia moderna, peraltro, era stato previsto dal card. Giuseppe Siri, che ha annunciato la svolta neognostica nel gennaio del 1968, ventun anni prima della caduta del muro di Berlino: «Heidegger è una radicalizzazione di Kant, infatti sta interamente nel quadro kantiano. E tutta una scuola di pensiero, all’inizio di questo secolo, ha tentato un compromesso con Kant. Su quella via diventata facile, è quasi spontaneo ci fosse più che mezzo secolo dopo un tentativo di compromesso con Heidegger. Chi ha fatto le spese di tutto ciò sono la metafisica e la teologia naturale. [...] Queste tesi, che qualificheremo neognostiche hanno come fondamento la linea di pensiero appunto condannata da Concilio Vaticano I, la linea che da Kant va a Heidegger.» (1)
La caduta della filosofia illuminata nella tenebrosa superstizione neognostica rimette in gioco il pensiero tradizionale, rilancia le verità profeticamente affermate da Pio XII nella “Humani generis”, riabilita la filosofia di Cornelio Fabro e l’ecclesiologia di Romano Amerio. E fa scendere nel ridicolo i teologi progressisti, che mendicavano un tozzo di credibilità davanti alle funeree porte del mondo moderno.
Svanisce in un soffio il metacristianesimo, la dirompente e ossessa dottrina del teologo estremo Edward Schillebeeckx, secondo il quale la separazione dal pensiero moderno costringeva la Chiesa cattolica ad un’obiettiva insignificanza.
Si disperde nelle patetiche comunelle dei nostalgici e dei ritardati quello spirito del concilio, che incitava a diffidare della verità e dell’identità cattolica, «perché ambedue diventano momento di contrasto e di scontro con il mondo che cambia, con il mondo nuovo [...] cui i cristiani non solo devono adeguarsi ma devono addirittura adoperarsi per aiutarlo a chiarirsi, crescere, realizzarsi.» (2)
Nel nuovo e imprevisto scenario, l’insignificanza si è trasferita nel pensiero radical-chic, cupo e avvilente succedaneo di quell’utopia comunista, che sollazzava il pubblico festante sotto l’arco trionfale della storia.
Trascinato dal radical chic, il progressismo italiano affonda nella acque torbide della mistica decreazionista elucubrata dal tombale Andrea Emo Capodilista e commentata dal malinconico Massimo Cacciari.
È finalmente possibile fermare le bocce della destra sedicente nuova e inventariare gli errori strategici, le alleanze innaturali e le letture bifide e incapacitanti, che, ultimamente, hanno indebolito e alterato l’identità degli oppositori alla rivoluzione.
I testi di Walter Benjamin, Alexandre Kojève, Jean Paul Sartre, Ernst Bloch, Herbert Marcuse, Theodor Adorno, Max Horckheimer, Hans Jonas, Georges Bataille, Jacob Taubes hanno persuaso gli intellettuali e i militanti di sinistra a consegnare le illusioni rivoluzionarie al divorante fuoco delle passioni inutili.
Alla tradizione cattolica la cultura della sinistra non può opporre altro che il furore abortista e antiproibizionista di Emma Bonino e del suo sponsor, il finanziere apolide George Soros. Sostenuta da un mago della finanza iniziatica, la sinistra si disseta piegandosi caninamente sulle pozzanghere borghesi, un tempo colpite dall’anatema di Lenin.
È dunque evidente l’inutilità delle affrettate ed innaturali serenate al moderno, eseguite dagli esponenti datati di una destra atterrita dall’incubo del sessantottismo vincente.
Occorre chiudere la pigra stagione dell’et... et, che fu segnata dall’arretratezza culturale e dai complessi d’inferiorità. E archiviare gli abbagli che suggerirono alla classe dirigente missina il sodalizio con l’alieno Armando Plebe, la relazione gregaria con il nulla neodestro e l’ammirazione davanti alla capovolta spiritualità di Elemire Zolla, ambiguo suggeritore e promotore dei pensieri eccentrici diffusi dalle case editrici del conformismo (Dell’Albero, Borla, Rusconi, Mediterranee, e ultimamente Pantheon e Vallecchi) per il consumo di giornalisti plagiati e sbandati.
Le alleanze innaturali e zavorranti, sottoscritte dagli esponenti della destra fragile durante gli anni bui intorno al Sessantotto, infatti, non furono suggerite da affinità ideali seriamente accertate ma imposte dalla paura associata con lo sfrenato desiderio di sembrare aggiornati.
Prolungate senza ombra di ragione, oggi tali dipendenze sono diventate strumenti della confusione mentale e, quel che è peggio, giustificazioni di un dialogo anacronistico con gli iniziati ai misteri del postcomunismo: laicisti, relativisti, nichilisti, libertini e becchini.
I centri culturali costituiti dagli intellettuali di Gianfranco Fini sotto l’insegna della confusione tra la politica classica e la scienza comiziale (il vaniloquio sofistico), tra l’aristocrazia e la casta parassitaria, tra la tradizione e il cascame regressista, costituiscono il principale ostacolo sulla via dell’affermazione di una vera destra.
Di più: senza la neutralizzazione di tali fomiti d’ambiguità e d’inquinamento, la falsa destra sopravviverà continuando a deludere, a tradire l’elettorato ben pensante. E a sostenere il radical chic e i poteri forti, trapiantati a sinistra per la conservazione delle riforme attuate grazie al voto carpito a proletari e borghesi inconsapevoli di assecondare una congiura intesa a pervertire la società italiana.
Il conformismo e la superficialità circolanti nell’area neodestra, infatti, contribuiscono alla sopravvivenza delle “riforme liberatorie” di conio sessantottino, sfascio della famiglia, culto dell’adulterio, sostegno statale alla stampa pornografica, legalizzazione dell’aborto, liberalizzazione della droga, canonizzazione della pederastia, indulgenza e mano libera ai criminali, asilo ai terroristi d’importazione.
Il sessantottismo è servito ad insaponare la corda, con la quale la setta iniziatica (quella che si raduna nei luoghi di alto malaffare) e il partito dell’usura tentano di impiccare gli italiani alla lanterna della dissoluzione nichilista.
L’incantesimo è intanto svanito sul lato sinistro. La macchina eversiva ha girato le spalle al progressismo. In compenso, l’azione corruttrice e allucinatoria della scolastica settaria prosegue a destra, utilizzando la tattica che si adatta perfettamente alla società del libero inganno: la deposizione di polpette “squisite” sui palati dei vanesi e dei frivoli, che l’assiduo commercio con la stupidità — nel caso dei neodestri si può addirittura parlare di indurimento nell’idiozia — dispone ad ammirare i vettori del carbonchio spirituale.
È tempo che i militanti anticonformisti si allontanino dal tritacarne neodestro, depongano le illusioni sui presunti splendori della modernità avanzata e comprendano che, dopo il Sessantotto, le sinistre hanno percorso fino in fondo l’orbita del nichilismo.

Piero Vassallo



1) Cfr. “La teologia naturale”, in “Renovatio”, a. III, aprile-giugno 1968.
2) Pier Paolo Saleri ha confutato la dottrina dei dossettiani dimostrando che la scelta religiosa da loro proposta, cfr. “Studi cattolici”, n. 589, marzo 2010.


lunedì 21 giugno 2010

Biografia di Piero Vassallo

Piero Vassallo, nato a Genova nel 1933, in una famiglia appartenente alla borghesia piccolissima, patriottica (il fratello del padre, tenente Silvio, fu un eroe della I guerra mondiale) ma sprovvista di beni di fortuna. Già docente della Facoltà teologica del Nord Italia. Presidente dell’associazione degli scrittori liberi del Nord Ovest, autore di numerosi saggi e articoli. Pubblicista dimissionario dall'ordine.
Da sempre sgradito ai militanti nella neodestra e/o nella sinistra estrema, è ultimamente oggetto di incandescenti attacchi da parte dei redattori di alcuni siti internet sventolanti la bandiera rossa. I redattori di tali siti, ad esempio Saverio Ferrari, citano, inventando, distorcendo e sgangherando il sentito dire intorno a un suo testo degli anni Cinquanta. Testo evidentemente da loro mai letto. A dimostrazione che l'ostinazione ideologica è nutrita dall'allergia alla carta stampata e ultimamente dalla fantasia.



Laureato in filosofia al termine di un percorso scolastico accidentato e tormentato da strutturale indocilità, malattie, bellici impedimenti, professori ignoranti e assillanti problemi economici.
La mortificante, uggiosa esperienza della scuola ha insinuato, fra le righe del suo pensiero schiettamente e risolutamente reazionario, lo stato d'animo del ribelle.
Precocemente affascinato dal mistero della scrittura conobbe e imparò ad usare le lettere dell’alfabeto prima d'iniziare la scuola. Purtroppo sapeva leggere e scrivere solamente in stampatello (i caratteri dei fumetti di Phantom, l'uomo mascherato, su cui si era formato), onde l’immediato conflitto con la scuola, che pretendeva l’uso del corsivo.
Scarsamente dotato di manualità non riusci mai a disegnare la “e” maiuscola che implacabili maestre corsiviste esigevano in luogo del rettilineo e facilmente eseguibile stampatello.
Il conflitto con la pedanteria fu di lunga durata anche a causa del pesante deficit nozionistico accumulato nelle scuole di montagna, frequentate durante gli anni dello sfollamento connesso con la II guerra mondiale, 1940-1945.
Nell'adolescenza e nella prima giovinezza, scampando a pronostici sanitari scoraggianti, aveva cercato gratificazioni e compensazioni nello sport, ottenendo risultati molto promettenti nella corsa veloce.
Il conflitto con la cultura durò fino al 1950, quando, frequentando (senza una chiara coscienza e al seguito dell'ala perdente della sua famiglia-tribù) le agitate e avventurose sedi del Msi, subì, per colpa di Giano Accame, il fascino delle idee, che la capziosità dei pedagoghi costringeva a detestare.
Ha iniziato l’attività para-giornalistica (con spericolati intermezzi attivistici) nel 1951, sollecitato da Giano Accame, instancabile talent scout e paziente educatore della giovane e ignorante destra.
Senza rendersene conto condivise l’emarginazione dell’Italia sconfitta e umiliata. Insieme con Stefano Mangiante, Giovanni Frangini, Sergio Pessot, Mauro Ravenna, Enrica Dal Negro, ciclostilò e diffuse l’animoso foglio “Gerarchia”.
Nella fase iniziale e rudimentale dell’attività pubblicistica si perfezionò nell'arte della provocazione conferendo un tagli speciale alla notizie dal Msi genovese inviate al settimanale “Asso di bastoni”.
In seguito iniziò a pubblicare succinte note, pensierini e articoli brevi su alcune riviste controcorrente, quali “Rinnovare” (rivista studentesca fondata da Stefano Mangiante, Lamberto Fodera, Giuseppe Ferraris e Luciano Garibaldi), “Nazione sociale” (direttore Ernesto Massi), “Vespri d’Italia” (direttore Alfredo Cucco), “Ordine Nuovo” (direttore Pino Rauti, animatore Clemente Graziani), “Azione” (direttore Massimo Anderson), “Carattere” (direttore Primo Siena, condirettore Gaetano Rasi), “Picchio Verde” (direttore Orazio Santagati), “La Sberla” (direttore Michele Di Bella).
Dopo gli incresciosi avvenimenti del luglio 1960 ha aderito (insieme con Giano e Franco Accame, Piero Catanoso, Fausto Gianfranceschi, Fausto Belfiori, Giampaolo Martelli, e Gaetano Falzone) ai centri tambroniani per l’Ordine Civile.
Nel biennio 1961-1962 ha collaborato allo “Stato” (direttore Gianni Baget Bozzo, capo redattore Nicola Guiso), quindi alla terza pagina del “Quotidiano” (direttore Nino Badano) e alla rivista “Il Centro” (direttore Guido Gonella).
Tra il 1963 e il 1964 ha firmato la sceneggiatura alcuni lungometraggi mandati in onda dal culturale della Rai (direttore Pier Emilio Gennarini) e apprezzati dalla critica.
Interrotta la collaborazione con la Rai a seguito di un litigio sulle correzioni ideologiche imposte a una sua sceneggiatura, ha trovato lavoro come dirigente delle vendite in un'azienda tessile americana, la Simon Ackerman.
La sua attività di lavoratore vero fece ridere alcuni esponenti della destra, festanti sui capillari del giornalismo parassitario.
Non ha rinunciato all'attività culturale, tuttavia. Nel 1964, infatti, ha iniziato lo studio della figura del Beato Francesco Faà di Bruno e ne ha tracciato un profilo (tuttora inedito).
Nel 1966, senza alcun merito, è entrato a far parte del ristretto numero dei redattori di “Renovatio”, la rivista di teologia e cultura fondata dal cardinale Giuseppe Siri.
Nelle pagine di “Renovatio”, tra il 1966 e il 1990 ha pubblicato numerosi saggi sulla presenza di torbide suggestioni neognostiche nella filosofia postmoderna e note sulla Scienza Nuova vichiana. Ancor oggi considera un onore la citazione di suoi scritti (a dire il vero non eccelsi) nel saggio di don Julio Meinvielle Dalla Cabala al progressismo.
Dal 1973 al 1983 ha partecipato attivamente ai lavori della fondazione Gioacchino Volpe e ha pubblicato articoli nelle riviste “La Torre” (direttore Giovanni Volpe), “Civiltà” (direttore Pino Rauti), “Nuova Destra”, direttore Amleto Ballarini, “Il Conciliatore” (direttore Gastone Nencioni, caporedattore Piero Capello), “L’Italiano” (direttore Pino Romualdi), “La Quercia” (direttore Pino Tosca).
Grazie a Giovanni Volpe ha conosciuto e frequentato studiosi di alto profilo quali Nicola Petruzzellis, Augusto Del Noce, Marino Gentile, Francesco Grisi, Massimo Pallottino ed Ettore Paratore.
Insieme con Francisco Elias de Tejada, Silvio Vitale, Giovanni Torti, Tommaso Romano, Paolo Caucci, Pino Tosca, Sergio Fabiocchi, nel 1974, ha fondato l'associazione italiana dei giusnaturalisti cattolici, intitolata intrepidamente a Filippo II.
Nel 1979 ha fondato la rivista “Traditio”, alla quale hanno collaborato alcuni illustri esponenti della cultura cattolica, quali Giuseppe Pace, Ennio Innocenti, Andrea Dalledonne, Giovanni Torti, Paolo Caucci, Pucci Cipriani, Sergio Fabiocchi, Daniela De Rosa, Remo Palmirani, Sergio Fabiocchi, Pucci Cipriani, Franco Antico, Piero Catanoso.
Dal 1974 collabora ininterrottamente con la fondazione Thule, fondata a Palermo da Tommaso Romano. All’inizio degli anni Novanta fonda e dirige l’agenzia “Fatti & Cultura”, foglio dell'emarginazione gridante.
Ha collaborato con “Il Secolo d’Italia” dal 1989 al 1994. Ha scritto saggi per le due riviste dirette da Siro Mazza, “Certamen” e “Alfa e Omega”. Dal 1996 al 2003 è stato editorialista dei quotidiani “Roma”, “Il Tempo”, “Il Giornale d’Italia”, “La Discussione”. Ha collaborato con le riviste “Spiritualità e letteratura”, “La Tradizione”, “L’Altra voce”, “Controrivoluzione”, “Meridiano Sud”, “il Borghese Nord” e con i sito internet “Effedieffe”, “La riscossa cristiana”, “Il culturista”.
Vassallo ha dato un forte impulso alla cultura della destra d’indirizzo tradizionale e d’ispirazione cristiana dimostrando la necessità di una ferma opposizione sia alle scuole fondate da pensatori neognostici, quali Heidegger, Benjamin, Guénon, Jonas, Evola, Calasso, Quinzio e Zolla, sia alle scuole avventurosamente alla ricerca di un accordo con le declinanti ideologie del mondo moderno. Ha condotto un’aspra polemica contro le agenzie culturali, ad esempio l’iniziatica Adelphi, che tentano di sciogliere le giuste obiezioni al moderno nelle acque corrosive della gnosi spuria.
Grazie a un approfondita riflessione sul pensiero di Francisco Elias de Tejada ha inoltre stabilito la distanza che separa la politica tradizionale da tutte le filosofie che intendono il potere politico come un assoluto intrascendibile.
Nel 2006 ha pubblicato un saggio inteso a indicare nella rinascita tomista avviata da Cornelio Fabro l’unica vera alternativa alla catastrofe del laicismo filosofico. Nel 2008 è uscito un suo saggio sulla cultura della libertà, saggio in cui ricostruisce il cammino della tradizione italiana in età moderna. Recente la pubblicazione per i tipi della veronese Fede & cultura di Memoria e progresso saggio sulle risposte cattoliche al moderno. L’ultimo suo saggio Itinerari della destra italiana, è edito da Solfanelli in Chieti. Solfanelli ha pubblicato anche Icone della falsa destra, un saggio che sviluppa le tesi esposte in Itinerari della destra cattolica, e Rosso su nero in collaborazione con Sergio Pessot.

(r. b.)

domenica 20 giugno 2010

Bibliografia di Piero Vassallo

Opere principali di Piero Vassallo. Opuscoli, volumi e opere collettive

Girolamo Savonarola (profilo biografico, inedito) 1963

Lo spirito del risorgimento Introduzione alla biografia del servo di Dio Francesco Faà di Bruno, Ordine Civile Francesco Faà di Bruno, agosto 1965

Mondo nuovo e apocalisse mondana, saggio sull'influsso neognostico nel pensiero politico, Edizioni Nuova Destra, Genova 1972.

Su Teilhard de Chardin a proposito di un intervento di Massimo Pallottino, in Autorità e libertà, Atti del primo Incontro romano, Giovanni Volpe editore, Roma 1974.
Comunicazione al secondo incontro romano della fondazione Volpe “Una società contro l’uomo”, Roma 8-9-10 aprile 1974 (nella rivista “La Torre”)

Dal mondo nuovo alla libertà Solzenicyn profeta dell’età postmoderna, Thule, Palermo 1976

In hoc signo Orientamenti per una milizia cristiana nell’ordine civile, Thule, Palermo 1976

Vico filosofo della Controriforma, in Aa. Vv., Vico maestro della Tradizione, Thule, Palermo 1976

Mito storicista e decadenza morale, intervento, Atti del IV Incontro romano della cultura, Giovanni Volpe editore, Roma 1977, nella rivista mensile “La Torre”, n. 73, 1976

Nazionalismo rivoluzionario e nazionalismo cristiano, Thule, Palermo 1977

Giambattista Vico, Giovanni Volpe editore, Roma 1977

Risorgimento italiano e risorgimento liberale, Il Basilisco, Genova 1978

Modernità a tradizione nell’opera evoliana, Thule, Palermo 1978

“Il primato della saggezza”. In Aa. V. “Il non primato dell’economia”, VI Incontro Romano, Giovanni Volpe editore, Roma 1979

“La resistenza all’Illuminismo”, I quaderni di Traditio, Genova 1979

“Fidem servavi In morte di Paolo VI”, Thule, Palermo 1979

Introduzione a: San Luigi Gonzaga “Meditazione sui Santi Angeli”, Thule, Palermo 1979

“Abortismo e nichilismo”, in Aa. Vv. “Aborto, genocidio legalizzato”, Comitato tradizionalista per il Sì all’abrogazione della legge sull’aborto, Palermo 1979


“Il fondamento religioso della monarchia postmoderna”, Thule, Palermo 1980

“La sovversione modernistica del diritto naturale”, in Aa. Vv. “O estrado de direito, a cura di Pedro Galvao de Sousa, Sao Paulo do Brasil 1980.

“La rinascita cristiana dell’Occidente L’umanesimo cristocentrico nell’insegnamento di Giovanni Paolo II”, Quaderni dell’Empire, Palermo 1981

“La reazione pagana al Cristianesimo, tra naturalismo e vangelo alternativo”, Thule, Palermo 1981

“La pubblicistica di destra”, in Aa. Vv. “Idee sulla destra”, Thule, Palermo 1981

“Le moi haïssable di Luigi XIV”, Il Basilisco, Genova 1982

Prefazione al saggio di Franco Antico e Franco Andreini “La massoneria”, Thule, Palermo 1982

Traduzione e introduzione a: Numenio d’Apamea,”Trattato sul Bene”, Il Basilisco, Genova 1983

Introduzione a Giovanni B. Frangini “Xilografie e linoleografie”, ed. Gens nova, Genova 1985

“Di te niente rimane”, in Aa. Vv., “Versanti”, Pellegrini editore, Palermo 1985

“Segni nella memoria e altri sentieri”, in Av. Vv., “Terra di Thule”, Palermo 1987

“Pietro Mignosi e La Tradizione”, Palermo, ISSPE, 1989

Aa. Vv. (Piero Vassallo, Tommaso Romano, Isabella Rauti, Pino Tosca, Pierfranco Bruni) “Oltre la modernità la Tradizione”, documento del gruppo tradizionalpopolare, Thule Palermo 1989

Aa. Vv., “Frammenti di un’antologia perduta”. Supplemento a “Spiritualità e letteratura”, Palermo 1990

“Teologia della corruzione”, in Aa. Vv., “Teologi in rivolta”, Logos, Roma 1990

“Cattolicesimo e liberalismo nell’attualismo”, in Aa. Vv. “Interviste su Gentile” a cura di Aldo Di Lello, Centro Idea, Roma 1991

“Il delitto d’usura”, I quaderni della Quercia, Modugno 1991

“La dottrina sociale strumento di evangelizzazione”, in Aa. Vv., Aa. Vv. Interventi sulla “Centesimus annus”, Logos, Roma 1991

“Introduzione allo studio di Vico”, Thule, Palermo 1992, presentazione di Tommaso Romano, post-fazione di Giano Accame

“L’attizzatoio del gabelliere”, I libri col bullone, Vittorio Veneto 1994, con note di Raffaele Perrotta e Fabio Girardello

“Ritratto di una cultura di morte I pensatori neognostici”, D’Auria, Napoli 1994

“La gnosi del sottosuolo”, Certamen, Alessandria 1995

“L’ideologia del regresso”, D’Auria, Napoli 1996, introduzione di Sandro Fontana

“Balbino Giuliano e Francesco Orestano, due difensori della Tradizione italiana ”, in Aa. Vv., “A voi il tempo, a noi l’eternità”, atti del convegno tradizionalista di Civitella del Tronto, 1997

Aa, Vv., Gianni Baget Bozzo, Cesare Cavalleri, Publio Fiori, Cecilia Gatto Trocchi, Siro Mazza, Pier Paolo Ottonello, Maria Adelaide Raschini, Piero Vassallo, “Fine delle ideologie? Ritorno alla filosofia perenne o metamorfosi dell’errore”. Atti del convegno del SLSI, Rapallo 6 giugno 1997, Alessandria editrice, Alessandria 1998

“Giacomo Noventa: la demistificazione del gramscismo”, in Aa. Vv., “Noventa eretico del Novecento”, Quaderni della Fondazione Micheletti, Brescia 1999

“Piccolo dizionario postmoderno”, pubblicato a cura di Siro Mazza nel sito internet di Antonio Maconi, Alessandria 1999

“Pensieri proibiti”, Costantino Marco editore, Lungro di Cosenza 2000

“Perspective pour la restauration de la métaphisyque”, in Aa. Vv., “Pour une vraie restauration de l’Eglise”, Publication du Courier de Rome, Roma 2002

“Le culture della destra italiana”, Effedieffe, Milano 2002, prefazione di Siro Mazza

“Pino Tosca, la destra senza codino”, in Aa. Vv., “Pino Tosca, autobiografia di una generazione”, Modugno 2002

Sergio Pessot e Piero Vassallo, “A destra della città proibita”, Terziaria – Asefi, Milano 2003, prefazione di Enzo Erra, postfazione di Giano Accame

“Le polemiche sulla gnosi”, in Aa. Vv., “Don Ennio Innocenti, la figura, l’opera, la milizia”, Bibliotheca edizioni, Roma 2004.

“Dopo la modernità la filosofia perenne”, in Atti dell’Osservatorio della Consulta etico -religiosa di An. Supplemento al “Secolo d’Italia” , Roma 2005

“Gentile l’Italiano”, Bibliotheca edizioni, Roma 2005

“La restaurazione del pensiero forte Appunti per la revisione della storiografia filosofica ”, i libri del Peralto, Genova 2006

“Luigi Calabresi L’adempimento cristiano della vita eroica”, in “Luigi Calabresi, un profilo per la storia”, a cura di Giordano Brunettin. Presenza divina, Roma 2007

“Provocazioni”, la banda di Genova editrice, Genova 2007, con note di Raffaele Francesca

Aa. Vv., (Alessandro Pertosa, Giuseppe Franzo, Piero Vassallo), “Crociata per il Graal”, Novantico, Pinerolo 2008

Prefazione a: Fiorella Morello Guarnero e Cesare Simonetti, “Genova profonda”, Erga edizioni, Genova 2008

“La cultura della libertà”, La banda di Genova, postfazione di Pucci Cipriani, note di Giovanni Chersola, Genova 2008

“L’eclissi della modernità”, ISSPE, Palermo 2008, presentazione di Umberto Balisteri, postfazione di Tommaso Romano

Prefazione a: Pierfranco Malfettani, Francesco Tuo, Carlo Viale, “I caduti della RSI Genova 1943-1945”, Tradizione, Genova 2008


“Memoria e progresso Le risposte cattoliche al moderno”, prefazione di Giovanni Zenone, Fede & Cultura, Verona aprile 2009

Prefazione e postfazione a: Luigi Gagliardi “La cultura controriformistica del fascismo”, suppl. alla Tradizione, Roma maggio 2009

Presentazione del saggio di don Ennio Innocenti sulla gnosi spuria. In appendice “La gnosi spuria L’Ottocento”, Sacra Fraternitas Aurigarum, Roma giugno 2009

Prefazione a “Il seme sepolto La follia della verità” di Emilio Biagini, Fede & Cultura, Verona 2009

“Itinerari della destra cattolica”, Solfanelli, Chieti, 2010

“Continuità della gnosi spuria nella destra italiana del Novecento”, in Aa. Vv., “La gnosi tra luci e ombre”, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Roma 2010

Aa. Vv., Note sciacchiane, Atti del convegno della Fondazione Sciacca, Bocca di Magra 2009, editore Olsckhi, Firenze 2010

"Icone della falsa destra", Solfanelli, Chieti 2010