Relativismo
ovvero cristianofobia
Il totalitarismo della
fellonia
Quale
è la finalità del liberalismo classico se non procurare la felicità ai
privilegiati e danno agli altri? Il celebre fondatore dell'ideologia, John
Locke, ad esempio, era un uomo ricco, felice oltre che stimato dai membri della
classe alta.
La
pignoleria cattolica obiettava che la prosperità del celebrato filosofo
dipendeva dal commercio degli schiavi, attività liberamente e
proficuamente praticata dagli Illuminati d'Inghilterra. Locke (come è
noto) reagì dichiarando che la libertà è un diritto di tutti papisti esclusi.
L'obiezione,
ad ogni modo, morale non regge, visto che, nel presente clima ecumenico, non è
lecito mettere le catene alla libertà liberale.
E'
noto che neppure al libero commercio dell'oppio fu possibile applicare le
catene della morale cattolica. Il fumo inglese sfuggì alla presa della reazione
papista in agguato.
La
liberale compagnia delle Indie si fece eleganti beffe degli ammonimenti
inattuali lanciati dai proibizionisti - oscurantisti Gregorio XVI e da Pio IX
contro il florido e regale mercato.
Un'analoga
considerazione si può fare sulla raccolta del prezioso caucciù compiuta dai
liberali belgi nel Congo. Impresa storica, il cui benefico effetto è sufficiente
a cancellare la memoria dei milioni di schiavi negri fatti morire o ammazzati
dai raccoglitori liberali. Un trascurabile dettaglio, l'olocausto dei negri,
visto che la ruota del libero mercato gira sulla soffice gomma.
Quando
i liberali accusano i cattolici di voler mettere i mutandoni alla libertà
sessuale e alle soluzioni obituarie, rammentano, opportunamente, l'esisto
vittorioso e luminoso delle suddette storiche imprese.
La
storia liberale è un osso duro, che ha spezzato i denti dei critici e degli
storici impertinenti. Alle persone prudenti dunque si consiglia di sciacquare la lingua almeno tre volte al
dì con la magica parola liberalismo.
Malgrado i buoni
consigli dei liberali, nel margine cattolico si esprimono le lingue sporcate dall'ostinato
dissenso. L'indocile editore Marco Solfanelli in Chieti, ad esempio, pubblica
gli atti di un convegno intitolato "Cristianofobia" e promosso
dal Centro culturale Lepanto, al fine di denunciare la repressione della
libertà cattolica intrapresa da istituzioni e club illuminati dall'ideologia
liberale o attuata, con mezzi più drastici, dai comunisti cinesi.
Augusto
Del Noce ha definito "totalitarismo della dissoluzione", la scienza
politica prodotta dalla metamorfosi francofortese del marxismo. L'ideologia che
governa l'ateismo strisciante nel pletorico parlamento europeo può essere
definito totalitarismo della fellonia.
Fellonia
significa tradimento dei patti giurati e abiura dei princìpi che reggono la
vita delle comunità. L'Unione europea, infatti, è stata costituita sui princìpi
del cattolicesimo professato dagli statisti Alcide De Gasperi, Robert Schuman e
Konrad Adenauer.
Opportunamente
uno dei relatori del convegno, Gianfranco Amato, rammenta che il cerchio delle
dodici stelle al centro della bandiera europea è ispirato alla celebre medaglia
miracolosa di Santa Caterina Labouré.
Il
parlamento europeo dunque tradisce - con atti di reiterata e spregevole
fellonia - i princìpi della sua stessa esistenza quando lancia attacchi forsennati
contro la Chiesa cattolica [colpevole di escludere le donne dai posti di
comando nella gerarchia], quando raccomanda ai governi degli stati membri di
agevolare l'accesso alla contraccezione d'emergenza (aborto) a prezzi
accessibili, quando definisce portatrice di risultati positivi la legislazione
in materia di eutanasia, o quando sollecita il riconoscimento delle coppie
omosessuali.
Una
lugubre lobby di thanatofili e di squillanti pederasti sta impadronendosi delle
leve del potere europeo. L'europeismo è degenerato in cristianofobia.
Purtroppo
la voce della protesta cattolica è fioca e sommersa dalle voci dei preti
masochisti che inveiscono contro il governo italiano (unico freno al delirio
europeo) o addirittura celebrano messe (nere) per invocare la morte di
Berlusconi.
Piero Vassallo
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