Ci si chiede quale sia l'azione feconda che i
cattolici odierni possano svolgere nella vita civile, quale il loro apporto
costruttivo nella società. Ebbene esso è nullo, anzi negativo.
La religione cattolica risulta viziata da
gravi errori permanenti, sicché essa è diventata inservibile agli effetti del
rimedio da apportare alla crisi etica da cui il mondo è affetto e reso folle agonizzante.
L'apparato che rappresenterebbe la Chiesa ha
assimilato nella sua dottrina certi principi del secolo. Primo fra tutti quello
per cui la Chiesa non è la sola custode della Verità e della via di salvezza.
Infatti si è acconsentito che le diverse religioni o filosofie possano, pur con
alcuni difetti, servire agli uomini
per fare il bene necessario ed anche condurre al fausto destino ultramondano.
Che questa affermazione sia eretica non ci
vorrebbe molto a dimostrarlo con dogmi inconcussi; dunque lo diamo per
acquisito.
Altre lesioni della Verità e della Legge di
Dio si connettono alla precedente: l'aver stabilito il diritto a corrompere le
coscienze e le anime con false dottrine; l'eliminazione della condanna di tali
dottrine o eresie (sempre accusate dalla Chiesa come peste per le anime); il dialogo ecumenico o amicizia con eretici e
infedeli; il laicismo consistente nella separazione degli stati dalla Chiesa e
la rinuncia di quest'ultima a proclamare illegittime le leggi inique ed empie;
il non essere generalmente necessari il Battesimo e l'ingresso nella Chiesa
(errore del pelagianesimo, implicitamente affermato ponendosi una facoltà di
trovare Dio, della quale tutti disporrebbero), ecc.
Inoltre, ultimamente, sulla scia di tutto
questo si è introdotta l'ammissione del dubbio profanatore: circa
l'indissolubilità del matrimonio, la Comunione da conferire ai divorziati
risposati e ad altri pubblici peccatori, ecc.
È inevitabile che questo complesso di gravi
deviazioni dogmatiche comporti una grave immoralità, sia della parola sia
dell'esempio. Ne deriva l'inettitudine dei credenti
consenzienti al nuovo magistero a influire positivamente sulle legislazioni
e sui governi.
La Religione si compone di Verità e di una
Legge ad essa attinente. Corrotte la prima e la seconda, il credo,
l'insegnamento, non sono più cattolici e sono uno strumento guasto.
Non si tratta di semplice rilassatezza dei
fedeli o del cero, di incapacità di reagire in presenza del male, essi
risultano, in radice, inabili a contrastarlo. Non è indulgenza buonista o mero
travisamento della carità, debole fiducia nell'umana bontà o prudenza
eccessiva. Convinzioni errate, fissate da una dottrina eretica si trasmettono
via via in modo irreparabile.
La stessa tolleranza delle infrazioni agli
ancora riconosciuti articoli del Decalogo o della Legge ecclesiastica, l'inammissibile
silenzio di fronte a proposizioni tuttora censurabili profferite da membri
della gerarchia o del laicato, sono diretta conseguenza degli errori suddetti e
della relativa prassi consolidata: Oggi
la Sposa di Cristo preferisce far uso della misericordia piuttosto che della
severità (Giovanni XXIII) e Chi sono
io per condannare i pubblici peccatori? (Bergoglio),
Se i peccati mortali non richiedono più
l'indispensabile assoluzione conseguita al confessionale, se la grazia comune è
sufficiente insieme all'ausilio della coscienza (che ognuno sarebbe capace di
rendere sana), se della Grazia santificante, di regola ottenuta soltanto con i
Sacramenti, si può fare a meno, come si deduce dal suddetto errore del diritto
alla libertà religiosa e da quello della salutare efficacia delle false
religioni e della libera ricerca di Dio, se la morale della situazione e il
relativismo morale (lasciati in pace) ne ricevono avvallo, di quale etica cattolica da trasmettere alla comunità
andiamo ancora cianciando?
L'evidenza ci insegna che promuovere la
bontà, predicare un'onestà sostenuta da alcune rovine della Legge, non solo è
inutile, è un vero e proprio tradimento del Vangelo.
Piero Nicola
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