Don
Curzio Nitoglia, uno fra i più sagaci e risoluti difensori della verità
cattolica, giacente e sofferente sotto lo schiaffo della nuova teologia,
ha pubblicato nella collana di Radio Spada, intrepida e battagliera casa
editrice milanese, il saggio Islam, metafisica medievale araba e filosofia
moderna ebraica, la cui lettura è caldamente consigliata a quanti
dovrebbero evitare due opposti eccessi, quello dell'invasato, belante/stordito
sincretismo/buonismo, che accoglie con pii gongolamenti l'arrivo di probabili
colonizzatori islamici, e quello dell'intolleranza cieca e ruggente
L'allontanamento
dagli eccessi prodotti dalla bilaterale disinformazione è necessaria, prima di
affrontare in modo serio il problema che turba i cattolici esposti ai venti
delle mode e li divide tra ecumenici di stampo buonista/catatonico e crociati americanizzanti e/o ebraicizzanti.
Quali esempi di fuorviante ossia
americanizzante e giudaicizzante avversione all'islam, don Nitoglia cita le
avventurose/funamboliche tesi di Giovanni Cantoni, Andrea Morigi e Marco
Respinti, militanti della brasilofila Alleanza Cattolica e discepoli del
miliardario dottor Plinio Correa de Oliveira, i quali sono invincibilmente
convinti che efficaci antidoti all'islamismo siano il c. d. cristianesimo yankee
e il conservatorismo british di Edmund Burke, Russel Kirk, Michael Novak
e Leo Strauss.
Nello scenario disegnato da tali
transatlantici architetti l'incontrollata immaginazione di Respinti vede
addirittura una Magna Europa separata dalla sua ovvia geografia e dalla
sua autentica storia: "un'Europa che abita tra America, Gran Bretagna e
Israele".
Nonostante
le difese dall'islamismo da parte di destre estreme siano nutrite dalla
intenzione di reagire all'ideologia atlantica, è doveroso riconoscere che "la religione musulmana
originaria, che nega la divinità di Cristo e la trinità delle Persone nella
Natura divina è inconciliabile teologicamente con il cristianesimo".
Le
dolci, vaselinose tentazioni del sincretismo, in circolazione irresponsabile e
fumosa nel pensiero postconciliare, pertanto devono essere rifiutate e respinte
energicamente.
Di seguito è tuttavia
doveroso ammettere, al seguito di don Nitoglia e contro l'opinione dei
tradizionalisti di scuola americana, che l'islam "non è soltanto
barbarie, ossia beduinismo rozzo e ignorante come i sionisti e i neocon
vorrebbero farci credere, ma ha avuto notevoli pensatori e scuole di pensiero
letterario, filosofico e teologico".
Il contributo di Al Farabi
e Avicenna alla formazione della sintesi tomasiana non può essere dimenticata.
Opportunamente Don Nitoglia rammenta che la macchina che produce la crisi del
cattolicesimo è la cultura dell'Europa, "che ha smarrito la sua
identità nel 1945 e si trova oggi come vaso di coccio in mezzo a due vasi di
ferro (americanismo e islamismo) e imita pappagallescamente o l'americanismo o
l'islamismo radicale".
Per
uscire dalla depressione schizoide, che la trascina nel sottobosco abitato
dall'infedeltà e dalla subalternità culturale, l'Europa deve sottrarsi alla
cattività americana e ritornare alle fonti della sua nobile storia: "la
cultura greco-romana e cristiana patristico-scolastica".
Don Nitoglia al
proposito cita una lucida sentenza dello storico Jacques Le Goff: "l'Europa
risorgerà solo se terrà contro della sua storia: un'Europa senza storia sarebbe
orfana, perché l'oggi discende dallo ieri e il domani è il frutto del passato.
L'avvenire deve poggiare sulle eredità che sin dall'antichità hanno arricchito
l'Europa".
Purtroppo ai cattolici
turbati dagli alti giudizi sull'appartenenza alla Cristianità degli
ebrei, che negano la natura divina di Nostro Signore, si propone un
teo-conservatorismo americanoide, la cui essenza "sarebbe il
filo-Giudaismo sionista, teologicamente fratello maggiore dei cristiani,
geo-politicamente dell'Europa, la quale è diventata Grande/Magna dacché si
estende dagli Stati Uniti fino a Israele".
Di qui
la necessità di indicare la via d'uscita dal labirinto in cui la tradizione europea
è sottomessa ai pregiudizi antimetafisici, che hanno accompagnato e illuminato
il disgraziato cammino dell'imperialismo inglese e angloamericano. Agli errori
della filosofia empirista, che hanno oscurato la ragione dell'Occidente, don
Nitoglia dedica il più interessante capitolo del suo saggio.
Capitolo
magistrale, che rammenta al clero immemore e stordito dal concilio,
l'obbligo di riconoscere che la filosofia di San Tommaso ha attinto il vertice
del pensiero umano, una vetta oltre la quale è possibile solamente la rovinosa
discesa su la sodomitica Saint Francisco dei sessantottini.
La
lettura del testo di don Nitoglia pertanto si raccomanda quale dimostrazione
dell'insostituibilità dei preambula fidei arma decisiva degli oppositori
al pensiero inteso a ridurre la fede al sentimentalismo grondante dalle
prediche postconciliari.
Piero Vassallo
Mi pare che, a quanto scritto dalla sempre mirabile e ispirata penna di P. Vassallo, si possa aggiungere una cosa. Anche a livello di morale naturale almeno una parte dell'islam ha da insegnare molto non ovviamente ai cattolici (che nell'islam avranno sempre e comunque un nemico in quanto estraneo alla vera fede nel Dio Uno e Trino) ma al fetido Occidente (già splendido faro di civiltà) attualmente apostata e immorale, sprofondato entro abissi (dal gender all'omosessualità rivendicata, all'aborto di massa, al sesso sfrenato fuori d'ogni morale, al materialismo americanista etc. etc.) che l'islam non si sognerebbe mai. Quindi né con l'islam né con il giudaismo (i quali del resto sgorgano da un medesimo pollone e hanno un nemico comune: Dio) ma tanto meno con l'Occidente massonico e vaticano-secondista che di ogni morale anche naturale fa strame e che del pari è nemico acerrimo e irriducibile di Nostro Signore e ogni giorno ahinoi Lo bestemmia e lo vilipendia, a partire dall'"alto loco" usurpatore e diabolico attualmente insediato tutt'affatto abusivamente in Vaticano, nella nostra Roma eterna e cattolica che un giorno Iddio si compiacerà di farci restituire dagli invasori invasati. Basti per tutti citare il caso Hebdo e gli attentati islamici collegati: certo si trattò di strage assassina (quando non si adora il vero Dio tutto è possibile), ma forse che per questo il luridissimo concerto satanico che si teneva al Bataclan e che non ha fatto cadere vittime innocenti della libertà (per le loro anime preghiamo comunque, certamente e non si dica che non l'abbiamo detto) ma bestemmiatori - almeno oggettivi - del vero Dio e immorali reietti (anche se non dovevano essere uccisi), deve essere elevato a "democratico" bene colpito dal male? Oh no, proprio no. Consentitemi una battuta: peccato che non fossero cattolici e che di conseguenza abbiano agito in modo sbagliato, ma l'obiettivo, anche solo sul piano della morale naturale, era straordinariamente ben scelto. Insomma, lontano da Cristo Gersù Signor nostro nessuno può far la morale, men che meno la trahison dell'occidente moderno.
RispondiEliminaThanks for writing thiss
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