Nella società composta di quelli che
propugnano la restaurazione della Chiesa, dopo le rovine provocate dal Vaticano
II, e promuovono la di lei dottrina sociale per lo Stato, ci sono divergenze
teologiche su punti notevoli, la cui soluzione tuttavia può essere concessa
alla coscienza. Essendo presumibile che i divari siano dettati dalla coscienza
incolpevole, in nome di essa i discordanti si stimano e sono alleati.
La dottrina dogmatica e le sue chiare deduzioni,
per le quali combattiamo, devono rimanere intatte. Ma gente che solo in
apparenza si batte dalla nostra parte, perviene a immettere metastasi
eterodosse nel corpo sano dell'alleanza. Ben lo mostrò San Pio X denunciando e
scomunicando i modernisti, tanto più pericolosi degli eretici acattolici, in
quanto i modernisti stavano entro la Chiesa e difendevano nondimeno verità cattoliche.
Ormai, non è più possibile alcuna scomunica inflitta agli ambigui, che
irretiscono quella parte del popolo fedele ancora propensa a restare unita alla
verità. Incombe a noi il dovere di rigettare apertamente gli estranei che
generano confusione infetta.
Massimo Introvigne, reggente di Alleanza
Cattolica, ha pubblicato su Cristianità,
rivista della stessa associazione, il suo intervento in un convegno sulla
riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (27 marzo u.s.) tenutasi per il
soccorso delle "minoranze religiose ed etniche perseguitate in Medio
Oriente".
Egli fa notare che "i cristiani sono la
minoranza più perseguitata del mondo. Ma sono quella di cui i media parlano di
meno. C'è anche un grande conflitto di numeri. In questo campo, come in molti
altri, le statistiche sono esse stesse politiche". Questo passo si
conclude stimando che siano "qualche migliaio" i "martiri"
autentici e "oltre centomila all'anno" i semplici assassinati.
Il Consiglio di Sicurezza riunito in seduta
straordinaria non ha messo all'o.d.g. specificatamente i cristiani, dei quali
comunque si è trattato in special modo, sentendosi anche il patriarca di
Babilonia. La questione urgente dello Yemen pare abbia "impedito di votare
un documento conclusivo che contenesse proposte serie e concrete".
Morale: il bicchiere sarebbe mezzo vuoto,
soprattutto perché ivi "l'Italia non solo ha affermato che le prime vittime dell'ISIS sono i musulmani"
ma "il governo Renzi si è detto pronto a passi estremi e a
mandare in Iraq un battaglione di... psicologi".
Però Introvigne vede "anche il bicchiere
mezzo pieno". Nel 2011 egli fu Rappresentante dell'OSCE (Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Allora "ho cominciato a
importunare" egli dice "le Nazioni Unite perché facessero
precisamente qualche cosa di questo genere. Ora lo hanno fatto e si tratta
comunque di un passo simbolicamente importante".
Sembra un'eco del compiacimento renziano: si
compiono passi di grande importanza, molto promettenti. Frattanto non si è
concluso nulla e aspettano la soluzione crisi che dovevano essere risolte ieri.
Il Nostro non si perita di esporre il silenzio
e l'incuria iniqua riguardo alla grave persecuzione dei cristiani.
Esibisce
le sue critiche impietose in un elenco puntuale.
"Non si parla dei cristiani perseguitati
perché, dal 1989, ci si rifiuta di fare i conti con il comunismo". Il
quale non è scomparso dalla Cina e impera nella Corea del Nord. Paesi che
tuttora fanno vittime.
In generale, si commettono omissioni per
motivi di convenienza economico-politica.
Causa del tacere è anche il voler evitare la
questione dell'"ultra-fondamentalismo islamico". "Non tutti i fondamentalisti musulmani
sono terroristi e vogliono uccidere i cristiani. Per definizione i
fondamentalisti li vogliono sempre in qualche modo discriminare, questo
sì". "La galassia islamica è molto complessa". Ma "è vero che
gli assassini di cristiani di al-Qa'ida, dell'ISIS e di altre formazioni sono
musulmani. Sono un problema complesso emerso all'interno della storia del
fondamentalismo islamico". Bisognerebbe tutti "fare i conti" con
questa storia, ma non essendo ciò "politicamente corretto", ne
vengono i "divieti di parlare dei cristiani perseguitati".
Ci sono poi i "miti radicati del
terzomondismo e dell'anticolonialismo", per i quali sono insanabili le
colpe degli europei e degli stranieri profittatori, sicché si nasconde la
presenza nei continenti asiatico e africano di "etno-nazionalismi e
tribalismi spesso violenti e sanguinari. Siccome a parlarne si è scambiati per
razzisti e neocolonialisti, ecco che si è invitati a non citare neppure le loro
vittime cristiane".
Quello che a stento vien detto è un discorso
mutilato. "Tanti libri neri, rosa e rossi della persecuzione dei cristiani
che si trovano in libreria [...] sono come libri gialli cui un libraio
impazzito ha strappato le ultime pagine. Morti ce ne sono a profusione, ma non
c'è mai il colpevole". Questo per una "prudenza alla Don Abbondio. Il
colpevole ci vende il petrolio, ci minaccia con la bomba atomica, compra i
nostri prodotti, qualche volta compra anche i nostri buoni del tesoro..."
La sagacia coraggiosa, persino ammirevole,
del relatore giunge a stabilire che trattare il triste fenomeno comporterebbe un
discorso sul cristianesimo, sui motivi per cui esso viene colpito:
"chiudere, anzi sbarrare le porte a Cristo, alla sua verità sulla storia,
sull'uomo, sull'economia, sulla politica, sulla vita, sulla famiglia; ecco che
si preferisce non parlare dei cristiani perseguitati".
Ma c'è di più: "la libertà religiosa dei
cristiani è violata" non solo in Oriente e in Africa, lo è da noi, in
Occidente, sebbene in maniera incruenta.
Il governatore dello Stato dell'Indiana (non
è il solo negli USA) ha sottoscritto una legge statale sulla libertà religiosa
per cui è ammessa l'obiezione di coscienza di alcuni soggetti come i preti, i
fiorai, i pasticceri: gli uni liberi di condannare per motivi religiosi l'omosessualità
in certe sue forme, gli altri liberi di rifiutare dediche con le quali si approva
l'omosessualità.
Il governatore ha subìto minacce di
boicottaggio da parte delle "maggiori aziende multinazionali americane".
In Occidente non si arriva all' incendio di
chiese ed alle stragi, tuttavia "c'è una logica di piano inclinato per cui
dall'intolleranza si passa alla discriminazione e dalla discriminazione alla
persecuzione".
Non fosse stato per quel bicchiere mezzo pieno, avrei condiviso la relazione
dell'Introvigne, ma è stato bene che non
l'abbia fatto perché ciò si collega a un inammissibile apprezzamento dell'ONU e
dell'OSCE,
organizzazioni
a cui il cattolico non deve aderire, essendo esse per la contraccezione, per
l'aborto, per la concezione in provetta, per il divorzio, per vari altri
diritti illeciti, tra i quali il diritto indiscriminato alla libertà religiosa.
In questi giorni nella rivista in rete Corrispondenza Romana è uscito un
articolo in cui si osserva che ne La
Nuova Bussola il pubblicista Andrea Zambrano difende la causa del card.
Burke, noto oppositore dei prelati che alla prossima seduta del sinodo sulla
famiglia pretendono concessioni sacramentali ai divorziati e agli omosessuali.
Sennonché notevole collaboratore della stessa rivista è Massimo Introvigne. E
questa commistione sorprende, in quanto costui ha di recente trasmesso a membri
di Alleanza Cattolica un invito a non partecipare singolarmente o come
associazione "a iniziative che vedano protagonista S.E. il cardinale
Burke". Idem circa mons. Schneider e mons. Oliveri (vescovo di
Albenga-Imperia), che pure manifestano atteggiamenti anticonciliaristi. Egli aggiunge
il giudizio negativo riguardo alla "supplica al papa sul sinodo".
Il 21 ottobre scorso, in occasione di un
convegno sulla difesa della famiglia, Introvigne ebbe a dichiarare:
"Da ogni convivenza derivano diritti e
doveri, che in gran parte la legge italiana già riconosce anche ai conviventi
omosessuali: assistenza in ospedale, in carcere, subentro nei contratti di
locazione e così via.
"Non siamo in linea di principio
contrari a testi unici o altri strumenti i quali elenchino i diritti e i doveri
che derivano dalle convivenze anche omosessuali".
Il cerchio si chiude.
Piero Nicola
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