sabato 25 aprile 2015

Una tesi di Pier Paolo Ottonello: L'inesistente civiltà europea

"L'Europa, da almeno centocinquant'anni, moltiplica le prove  della propria inesistenza. Infatti dagli abortiti imperi di Napoleone e di Hitler sono state partorite nuove generazioni di europeismi. Gli europeismi son le velleità di Europa, i fantasmi di Europa, che tanto più ne comprovano l'inesistenza quanto più si ergono ad alibi della sua distruzione o del suo tramonto". Pier Paolo Ottonello

 Soggiacente alla dispendiosa/macchinosa inutilità del parlamento europeo, alle sue spregevoli diserzioni (ultimamente l'abbandono dell'Italia all'inquietanti flussi dei migranti islamici) e alle sue snervanti manfrine intorno alla curvatura dei cetrioli e alla bianchezza del latte, sta la strutturale / inguardabile impotenza di una costruzione polifrenica - ossia empiamente stupida -  conforme al vano progetto elaborato da allucinati, di rabbiosa formazione laicista, quali furono Altero Spinelli ed Ernersto Rossi. 
 Nel primo dei tre magistrali e coinvolgenti volumi dedicati all'esplorazione del nichilismo europeo, Pier Paolo Ottonello, uno dei pochi filosofi attivi, a intrepido dispetto dell'invasione di soffocanti metamorfosi francofortesi nel pensiero moderno, formula il criterio che consente di viaggiare indenni tra i rantoli della scienza liberale e le antiche sirene, ululanti nelle viscere alchemiche di Elemire Zolla [1].
 Ottonello rammenta, infatti, che nessuno, può sfuggire al dilemma: "Due strade dell'intelligenza: o nichilismo o creazionismo, ossia o autodistruzione o assunzione di sé nella propria integralità. L'intelligenza nella sua integralità è il pensiero" [2].
 Calunniare e disertare la verità filosofica, per sviare e mercificare la volontà, significa avvilire e mutilare la vita umana. L'ultimo traguardo della modernità è infatti l'intelligenza dimezzata, moncherino spensante che si esprime penosamente nel linguaggio sincopato / sgangherato degli strumenti di comunicazione di massa e dei giochi elettronici.
 L'imbarbarimento produce il vocabolario maleodorante e la sgangherata sintassi, che disonorano gli oratori e avviliscono gli uditori della televisione, elevata al rango di vox populi.
 La mente europea, estenuata dalla colossale  mole delle comparse in agitazione nel castello, i kafkiani Sordini sussurranti nella sale sterminate - nelle quali trafficano migliaia di traduttori, di stenografi, di commessi, di figuranti, di portaborse ecc. - si rovescia nell'ideologia crepuscolare: "la metafisica della decadenza coincide con la decadenza della metafisica e riduce la decadenza stessa a fenomenologia di sé medesima".
 Nella mente sterminata dei pensatori deboli,  il nuovo e il momentaneo sostituiscono l'eterno: "Il grande mito della modernità - il mito del nuovo - genera il grande mito autodistruttivo della contemporaneità, cioè il mito del futuro, assolutizzato fino a dissolvere lo stesso presente: l'uomo senza presente diagnosticato da Cioran è l'uomo il cui unico futuro è l'autodissoluzione" [3].
 Ora il partito della dissoluzione sventola i vessilli europei sui quali fiammeggiano le oscure parole della avanguardia marcusiana/sessantottina: Irrazionalismo, Immoralismo, Resistenza, Sodomia, Pedagogia pederastica, Droga, Usura, Divorzio breve, Aborto, Eutanasia, Delirio teologico, Ecumenismo incontrollato, Eco-teppismo., Esoterismo, Satanismo.   
 L'Europa, prima della disgregazione, è stata respublica christiana: "il suo affacciarsi storico è segnato simbolicamente dal De Civitate Dei (fra il 413 e il 427) dalla musica gregoriana ... dalle Rergulae di Benedetto, dalle Institutiones di Cassiodoro".
 Purtroppo tale mirabile sintesi "corrisponde ai sei secoli che le illuminate storiografie dell'Occidente moderno, di matrice riformata, hanno bollato, non a caso, come i secoli più oscurantisti".
 Vi fu tuttavia la splendida stagione della scolastica domenicana, che, grazie al genio di San Tommaso d'Aquino, elevò il pensiero umano alle vette insuperabili della filosofia. Poi la sciagura luterana, anglicana, cartesiana, spinosiana, hegeliana, marxiana, ossia la sfilata tossica degli spiriti sanguinari di matrice squisitamente europea.
 Opportunamente è citata da Ottonello la diagnosi di Novalis, secondo cui "la grande scissione moderna è fatta risalire all'unica causa della riforma, che provoca l'assopimento mortale del cristianesimo sotto la pressione della vita economica" [4].
 Non a caso i paesi europei a economia forte disprezzano e opprimono Grecia e Italia, le patrie della civiltà dello spirito contro cui l'Europa combatte la guerra dell'idiozia.
 Alla fine della lettura del magnifico saggio di Ottonello ci si chiede perché dovremmo rimanere imprigionati nella gabbia costruita da zombi famelici e beffardi.
 Perché dovremmo dimenticare il consiglio di Petrarca agli italiani - non far idolo un nume vano senza soggetto?
 Perché dovremmo sottomettere la nostra residua dignità alle enormi, soffocanti / trionfanti natiche della Germania, carnose figure della tracotanza atea e dell'oppressione bancaria?
 La festa del 25 aprile non è forse una buona occasione per pensare seriamente alla liberazione dall'Europa delle patrie dagli oppressori?

Piero Vassallo



[1] Cfr. Sul concetto di decadenza, Il nichilismo europeo, volume primo saggi introduttivi, Marsilio, Venezia 2015, p. 90.
[2] Op. cit., pag. 19. 
[3] Op. cit., pag. 147.
[4] Op. cit., pag. 152.

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