"L'Europa,
da almeno centocinquant'anni, moltiplica le prove della propria inesistenza. Infatti dagli
abortiti imperi di Napoleone e di Hitler sono state partorite nuove generazioni
di europeismi. Gli europeismi son le velleità di Europa, i fantasmi di Europa,
che tanto più ne comprovano l'inesistenza quanto più si ergono ad alibi della
sua distruzione o del suo tramonto". Pier Paolo Ottonello
Soggiacente
alla dispendiosa/macchinosa inutilità del parlamento europeo, alle sue
spregevoli diserzioni (ultimamente l'abbandono dell'Italia all'inquietanti
flussi dei migranti islamici) e alle sue snervanti manfrine intorno alla
curvatura dei cetrioli e alla bianchezza del latte, sta la strutturale /
inguardabile impotenza di una costruzione polifrenica - ossia empiamente
stupida - conforme al vano
progetto elaborato da allucinati, di rabbiosa formazione laicista, quali furono
Altero Spinelli ed Ernersto Rossi.
Nel
primo dei tre magistrali e coinvolgenti volumi dedicati all'esplorazione del
nichilismo europeo, Pier Paolo Ottonello, uno dei pochi filosofi attivi, a
intrepido dispetto dell'invasione di soffocanti metamorfosi francofortesi nel
pensiero moderno, formula il criterio che consente di viaggiare indenni tra i
rantoli della scienza liberale e le antiche sirene, ululanti nelle viscere
alchemiche di Elemire Zolla [1].
Ottonello
rammenta, infatti, che nessuno, può sfuggire al dilemma: "Due strade
dell'intelligenza: o nichilismo o creazionismo, ossia o autodistruzione o
assunzione di sé nella propria integralità. L'intelligenza nella sua
integralità è il pensiero" [2].
Calunniare
e disertare la verità filosofica, per sviare e mercificare la volontà,
significa avvilire e mutilare la vita umana. L'ultimo traguardo della modernità
è infatti l'intelligenza dimezzata, moncherino spensante che si esprime
penosamente nel linguaggio sincopato / sgangherato degli strumenti di
comunicazione di massa e dei giochi elettronici.
L'imbarbarimento
produce il vocabolario maleodorante e la sgangherata sintassi, che disonorano
gli oratori e avviliscono gli uditori della televisione, elevata al rango di vox
populi.
La
mente europea, estenuata dalla colossale
mole delle comparse in agitazione nel castello, i kafkiani Sordini
sussurranti nella sale sterminate - nelle quali trafficano migliaia di
traduttori, di stenografi, di commessi, di figuranti, di portaborse ecc. - si
rovescia nell'ideologia crepuscolare: "la metafisica della decadenza
coincide con la decadenza della metafisica e riduce la decadenza stessa a
fenomenologia di sé medesima".
Nella mente sterminata
dei pensatori deboli, il nuovo e
il momentaneo sostituiscono l'eterno: "Il grande mito della modernità -
il mito del nuovo - genera il grande mito autodistruttivo della
contemporaneità, cioè il mito del futuro, assolutizzato fino a dissolvere lo
stesso presente: l'uomo senza presente diagnosticato da Cioran è l'uomo il cui
unico futuro è l'autodissoluzione" [3].
Ora il
partito della dissoluzione sventola i vessilli europei sui quali fiammeggiano
le oscure parole della avanguardia marcusiana/sessantottina: Irrazionalismo,
Immoralismo, Resistenza, Sodomia, Pedagogia pederastica, Droga, Usura, Divorzio
breve, Aborto, Eutanasia, Delirio teologico, Ecumenismo incontrollato,
Eco-teppismo., Esoterismo, Satanismo.
L'Europa,
prima della disgregazione, è stata respublica christiana: "il suo
affacciarsi storico è segnato simbolicamente dal De Civitate Dei (fra il 413 e
il 427) dalla musica gregoriana ... dalle Rergulae di Benedetto, dalle
Institutiones di Cassiodoro".
Purtroppo tale
mirabile sintesi "corrisponde ai sei secoli che le illuminate
storiografie dell'Occidente moderno, di matrice riformata, hanno bollato, non a
caso, come i secoli più oscurantisti".
Vi fu
tuttavia la splendida stagione della scolastica domenicana, che, grazie al
genio di San Tommaso d'Aquino, elevò il pensiero umano alle vette insuperabili
della filosofia. Poi la sciagura luterana, anglicana, cartesiana, spinosiana,
hegeliana, marxiana, ossia la sfilata tossica degli spiriti sanguinari di
matrice squisitamente europea.
Opportunamente
è citata da Ottonello la diagnosi di Novalis, secondo cui "la grande
scissione moderna è fatta risalire all'unica causa della riforma, che provoca
l'assopimento mortale del cristianesimo sotto la pressione della vita
economica" [4].
Non a caso i paesi europei a economia forte
disprezzano e opprimono Grecia e Italia, le patrie della civiltà dello spirito
contro cui l'Europa combatte la guerra dell'idiozia.
Alla
fine della lettura del magnifico saggio di Ottonello ci si chiede perché
dovremmo rimanere imprigionati nella gabbia costruita da zombi famelici
e beffardi.
Perché
dovremmo dimenticare il consiglio di Petrarca agli italiani - non far idolo
un nume vano senza soggetto?
Perché
dovremmo sottomettere la nostra residua dignità alle enormi, soffocanti /
trionfanti natiche della Germania, carnose figure della tracotanza atea e
dell'oppressione bancaria?
La
festa del 25 aprile non è forse una buona occasione per pensare seriamente alla
liberazione dall'Europa delle patrie dagli oppressori?
Piero Vassallo
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