Un
influente amico mi chiede d'incontrare il savonese Christian Peluffo, autore di
un libro di cui mi è proposto di scrivere la prefazione. Fisso un appuntamento
a Genova e poiché ho sentito citare per la prima volta il nome del visitatore
immagino che si tratti di un giovane principiante, autore di un libro in cerca
di editore.
Peluffo
in realtà è un dotto quarantenne, insegnante di religione, sagace e
instancabile studioso, ed avvincente scrittore. Nel 2014 ha pubblicato un
robusto saggio, E venne ad abitare in mezzo a noi. La rivoluzione cristiana nella storia, per i tipi di
Marco Sabatelli, affermato editore di Savona. D'altra parte Peluffo mi conosce
solo per recente sentito dire: l'ignoranza è reciproca e canonica.
I pochi
chilometri che separano Genova da Savona, per i cattolici irriducibili
all'eresia progressista, diventano una distanza incolmabile, quasi la
drammatica misura di un involontario sequestro.
Gli
studiosi impegnati nella strenua difesa della tradizione cattolica, forse a
causa di inconfessati personalismi,
forse per la mancanza di uno stabile punto d'incontro, agiscono in (colposo)
ordine sparso e nel (colpevole) disinteresse dei quotidiani indirizzati ai
lettori, che si riconoscono negli ideali della destra ben pensante. Giornali
nelle terze pagine dei quali è più facile leggere scritti vedovili,
concepiti in lode di cinerei autori neopagani appartenenti alla classe dei vù
inizià?, piuttosto che citazioni dei
viventi, strenui protagonisti della resistenza cattolica alla mafia
nichilista, rampante nel vuoto prodotto dalla filosofia marxiana.
Il
saggio di Peluffo ad ogni modo merita di essere letto almeno dai frequentatori
dei numerosi siti e dei blog attivi (in ordine rigorosamente sparso) nell'area
del cattolicesimo militante.
Peluffo,
infatti, affronta senza riguardi gli incensati banditori dell'ateismo urlante
nella carta stampata, e dimostra la deprimente insignificanza e la squillante
stupidità dell'umanesimo ateo: "secondo l'ateologo Eugenio
Scalfari l'essere umano e la mosca possiedono il medesimo valore sostanziale,
mentre per Jacques Monod [un autore venerato dalla demenziale/squillante
neodestra] l'uomo è soltanto un numero uscito dalla roulette".
Peluffo
contrasta e ridicolizza gli incubi che turbano il comico pensiero dei figli
della roulette, e perciò fa proprie e rilancia le tesi di un grande e
dimenticato etnologo cattolico, il padre Guglielmo Schmidt s. v. d., tesi di
recente confermate dagli studi di un autorevole sociologo delle religioni,
l'americano Rodney Stark [1].
In un
saggio di storia comparata delle religioni, edita dalla Morcelliana nel 1943,
il padre Schmidt (al quale si devono, fra l’altro, alcune magistrali stroncature della teologia di Karl
Barth) proponeva la seguente, rivoluzionaria conclusione: “Presso i popoli etnologicamente più antichi, i Pigmei, i Fueghini, gli
Australiani sudorientali, i Californiani nordcentrali, gli Algonchini, ... il
culto dell’Essere supremo raggiunge le vette più alte”.
All’origine
della civiltà umana non si trova il politeismo, tanto apprezzato dalla
fantasticheria a monte dei dogmi elucubrati dagli antropologi moderni e
postmoderni, ma una forma elevata (e universalmente diffusa) di monoteismo,
ossia una conferma del racconto della Genesi.
Il
padre Schmidt, che leggeva e interpretava i racconti dei primitivi alla luce di
un rigore scientifico incontestabile, ha dimostrato che il monoteismo delle
origini fu l’effetto di una rivelazione divina e non il risultato di una ricerca
condotta con il solo ausilio del lume razionale: “non c’è mai alcun indizio, scriveva nel saggio citato, che la loro [dei popoli primitivi] religione sia il risultato delle loro
ricerche o esigenze, ma invece ci consta sempre che essi fanno risalire la religione
all’Essere Supremo come tale, il quale
sia in via immediata sia col tramite del capostipite da lui incaricato, avrebbe
comunicato e inculcato agli uomini le dottrine di fede, i precetti morali e le
forme di culto”.
Un
ampio capitolo del saggio di Peluffo è dedicato all'abuso sui minori,
un'infezione vetero pagana giustificata e addirittura promossa dalla cultura
emanata dalla rivoluzione sessantottina: "pur non scomparendo nella
società perversioni e degradazioni, con l'avvento del Cattolicesimo le
mentalità si modificò, innescando una progressiva ma autentica rivoluzione
culturale, assolutamente imprevedibile prima della venuta di Cristo, il bambino
venne finalmente considerato un piccolo essere umano, una persona, possessore
di diritti fondamentali, come quello di vivere e, naturalmente, di essere
rispettato sessualmente". Diritti oggi bestialmente negati e
conculcati dalla scuola asservita a un potere politico infettato dalla
mitologia francofortese & californiana.
Peluffo
di seguito affronta una delle più ostinate mitologie in corsa falsa e bugiarda
contro il Cristianesimo, i dubbi, che i prelati e i teologi avrebbero
manifestato sull'anima immortale delle donne nel 585, durante il Concilio di
Macon.
Peluffo,
dopo aver rammentato che nel 585,
a Macon, si svolse un Sinodo e non il Concilio descritto
dagli storici di scuola laicista, dimostra, che durante un intervallo delle
sedute, i dottori cattolici si chiesero
se il termine homo potesse essere usato per indicare entrambi i sessi
nell'accezione di persona umana, e mai misero in dubbio l'esistenza dell'anima
delle donne. D'altra parte Peluffo rammenta che la Chiesa cattolica "contrastò
con veemenza, ponendola all'indice, la famosa opera Disputatio nova contra
mulieres".
Di
seguito sono chiariti da Peluffo i motivi dell'impostazione guelfa della
attività ecclesiastica e della disperata resistenza del clero all'assolutismo
monarchico. Motore della teologia gallicana l'assolutismo fu il vettore della
rivoluzione anticattolica, contrastata tardivamente da Luigi XVI, avvertito dai bestiali massacri compiuti dai
giacobini nel settembre 1792, quando la follia democratica era fuori controllo.
Rilevante
è il capitolo sullo schiavismo, infezione neopagana, diffusa nel corpo
dell'Europa assolutista e contrastata dalla Chiesa cattolica, impegnata a
respingere i numerosi e pressanti tentativi di ridurla a semplice appendice
delle monarchie. Al proposito Peluffo rammenta che l'opposizione cattolica allo
schiavismo non fu imitata dalle chiese riformate, la Chiesa anglicana, ad
esempio, "in quanto la sua massima autorità è lo stesso re
d'Inghilterra, dunque non può stupire che le violenze e le oppressioni che la
potenza inglese impartì ai neri e agli indigeni americani, non potevano essere
ostacolate o denunciate dal capo dell'Anglicanesimo, primo responsabile delle
stesse".
L'opera
di Peluffo, in definitiva, si raccomanda quale contributo a una lettura
spregiudicata della storia e in ultima analisi quale aggiornata apologia di un
Cattolicesimo refrattario al modernismo in circolazione del sottobosco
post-conciliare. Apologia concepita in umiltà dall'orgoglio di professare la
fede di sempre.
[1] Rodney Stark
(Janestown 1934) ha pubblicato alcuni testi nella collana dell'editore
torinese Lindau. Si veda ad esempio Il trionfo del Cristianesimo, edito
nel 2011.
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