Si è soliti domandarsi il
motivo che spedisce ragazzi di varia razza e cultura alla guerra sotto le
insegne dell'Isis. Saranno come quei tali cattivi soggetti che, concependo non
solo il nazismo, ma anche il fascismo, esempio e ispirazione di malvagità, si
appropriavano dei simboli e dei canti del littorio per commettere atti ignobili
e spesso codardi?
Non è così semplice. Inoltre questo genere di
spiegazione sarebbe parecchio insufficiente. L'ebbi a dire a proposito dello
scatenamento teppistico dei tifosi olandesi a Roma, nell'uomo agisce un anelito
a trascendere il reale sensibile, e può assumere diverse manifestazioni: da
quelle della santità a quelle che superano la bestialità.
Quante volte abbiamo sentito esclamazioni di
stupore davanti a delitti efferati. "L'uomo è peggiore della bestia
feroce!" Così dev'essere; altrimenti che anima speciale, che senso morale
avremmo in un corpo animalesco? La perversione può esplodere in noi.
È proprio d'un corpo giovane e vigoroso
esprimere la propria energia, ed esso è mosso da una mente cui non basta
appagare la sensualità: vuole oltrepassarla.
L'entusiasmo soggettivo, relativo, condiviso
soltanto da una categoria di persone, per una squadra di calcio o per un'idea,
dimostra bensì la superrazionalità che muove gli individui, mostra le loro
anime bisognose di Dio. Invece la tendenza congenita è di rado ben indirizzata.
Sappiamo perché.
Siamo indignati, sconcertati, pervasi dal
compatimento e dal disprezzo, sentendo che quel ragazzo studioso, un po'
chiuso, di punto in bianco si è scoperto che covava un amore per la guerra
santa ed è partito, armi e bagagli, per il Vicino Oriente.
Ma che sia un musulmano, un figlio di
magrebini o un nostro connazionale doc, che cosa hanno offerto questo stato,
questa società alla sua prepotente ansia di ideale, di militanza, di
generosità.
Siamo d'accordo che la sua scelta è stata
deplorevole. Ugualmente, deploriamo il teppismo in ogni sua espressione, sia
degli imbrattatori di muri e di carrozze ferroviarie, sia dei vandali in
genere, sia dei facinorosi sostenitori della squadra del cuore.
Lo sport è diventato una disciplina
sofisticata, per applicatori di protocolli scientifici, che hanno poco da
vedere con l'aria, il sole e le acque limpide. L'insidia delle droghe e del
denaro completano un panorama sportivo pieno di artifici. Le palestre sono sovente
luoghi di ambiguità.
I giovani portati alla missione cristiana
sbattono in una portiera che puzza di falso, di orribile facilità, di verità assassinate
e in decomposizione. Attesta la stessa cosa il minimo flusso delle vocazioni
accomodanti, che trovano collocamento nei vuoti seminari.
L'esercito misto, la cui marzialità è
inquinata dalla presenza femminile, è pure un refugium peccatorum di disoccupati che piegano la testa. È una
macchina dove trovano posto soprattutto burocrati, tecnici, esperti di aggeggi
sofisticati, di tiro virtuale, di assistenza sociale e umanitaria, e pochi
guerrieri, che guerreggiano solo per eccezione. E chi può scordare quei
malcelati casi di bordelli in caserma e al campo, che alcuni processi hanno
rivelato?
Capisco che saranno pochi i puri e gli
ingenui sognatori tra gli avventurosi che abbracciano la causa dell'Isis
tagliagole. Però il vino adulterato e annacquato non attira alcun robusto
bevitore. E questo mondo nostro è un deserto per chiunque tenda a qualcosa di
forte. Siamo nell'impero della mollezza, delle falsità, delle marce abitudini.
L'amore per la donna? Non tutti vivono di
passione amorosa. Inutile ricordare le delusioni, le incomprensioni, le
rivalità distruttive, i disgusti, le assuefazioni. Talché appare promettente
l'esercito islamico riguardo alle prede femminili. Gli spirituali sono attirati da una morte sul campo di battaglia, che
invia speditamente fra le braccia delle splendide Uri. Nel paradiso di
Maometto, in quanto a grazie muliebri regna l'abbondanza. Si è provveduto, in
anticipo, con la poligamia. Poligamia molto dimenticata, nel presunto Islam
moderato, dai suoi lodatori uomini di Chiesa, che sono i medesimi preoccupati
di sdoganare i divorziati concubini,
figli impenitenti e clandestini della Madre e Maestra.
Restano il lavoro e il rave party.
L'uno presenta quasi tanta chiusura e tanti vili
compromessi, quanti ne conta il cosiddetto amore.
Alcol e droghe e baccanali finiscono presto.
O al cimitero, se si è preso il vizio, o lasciano troppo tempo libero e noioso.
Anche la jihad
è una stomachevole sbornia di sangue e di porcherie, per i sognatori pronti
a pugnare e non rotti all'omicidio. Però essi non lo sanno, né vogliono
sentirselo dire, come tutti gli amanti.
La repulsione sollevata nei giovani da questa
civiltà esaurita, corrisponde al distacco cui induce la nostra larva di civiltà
gl'immigrati. Qui giunti, anche da molto tempo, anche se vi fossero stati
propensi, essi non si integrano, non si degnano neppure di formare il miscuglio
desiderato dai progressisti senza Patria e senza Dio; i quali credono e
mostrano di credere nella società multietnica. Essa è un mito inconsistente.
C'è sempre stata e sempre ci sarà una civiltà assimilatrice. Il cosmopolitismo
eventuale è destinato ad essere spazzato via. Sempre la forza attrae; prima
l'assistita da Cristo; in difetto di essa, l'umana.
Una scrittrice che da una dozzina d'anni vive
a Marsiglia e, con lei, un signore pratico di quella città, mi hanno detto che
un quartiere del centro storico è chiuso a chi non vi abita. Lo governano bande
armate. Sgherri montano la guardia agli accessi. Mi hanno detto che la
separazione, fisica o culturale, tra gli abitanti è aumentata. Nella città si
vedono sempre più giovani donne che indossano burqa.
Pervenuti nel paese del consumismo, del
pirronismo, della libertà decadente e infognata nella dissolutezza, è normale
che i musulmani si ritrovino nelle loro tradizioni, che si attacchino
all'ancora di Maometto. Pensiamo noi, a fabbricargli le moschee.
Piero Nicola
Nessun commento:
Posta un commento