Chi intende operare - a suo modo e secondo le
opportunità - mirando alla liberazione dalla decadenza esiziale in cui siamo
rinchiusi, deve rendersi ben conto che senza aver smascherato, sbugiardato,
mostrato nel loro postribolo e infine additato alla condanna certe parole tabù,
non è possibile combinare un bel niente.
Già i vecchi avevano nel dizionario luoghi di
imbroglio, adesso i repertori di vocaboli sono diventati vetrine di meretrici.
E non tanto perché la degradazione anglosassofila mostri l'indecente tradimento della patria, in tali opere che
recano un marchio coloniale. No. Sono da mondare vocaboli importanti vecchi e
nuovi, che si stamperebbero a tutte maiuscole, quelli delle magne carte. Così come sono, vanno gettati
nella spazzatura: destando lo stupore indignato, le ire e ogni altra forma di
avversione e disprezzo, cui occorre rispondere per le rime.
Non sarà diplomatico, non sarà nemmeno
prudente, bisognerà preparavi il terreno? Meglio procedere per gradi o prendere
il toro per le corna? Chissà! Dipende da diversi fattori. Certo è che di lì bisogna
passare, con assoluta convinzione e decisione.
Insomma! Dopo tanti anni di fallimento
crescente, quando la perversione dei costumi e delle leggi, l'inefficienza cronica
dello Stato rispetto a beni essenziali, l'ignoranza, la stupidità, l'abiezione diffuse
in ogni strato sociale, si sono dimostrati effetti progressivi, irreversibili e
procedono per folle inerzia, quale deduzione, quale diagnosi? Il sistema è
marcio per cause intrinseche, è una macchina deteriorata per un telaio e per un
motore truccati sin dalla loro installazione. Una macchina da rottamare e da sostituire
con tutt'altri elementi strutturali e meccanici.
Che significa se dei preti felloni, molli e
illusi, possono credere in essa ed inchinarsi ai suoi malefici meccanismi?
Ma questa macchina diabolica, da togliere di
mezzo assolutamente come opera di Satana, sta ancora su, rabberciata per mezzo
di parolone cortigiane di bassa lega, entrate nel sangue dei più, persino di
gente dabbene, invero affetta, generalmente, da dabbenaggine o da subdola
infingardaggine.
"Osano insegnare che la migliore costituzione dello Stato ed il progresso civile esigono
assolutamente che la società umana sia costituita e governata senza verun
riguardo della religione come se non esistesse, o almeno senza fare veruna
differenza tra la vera e le false religioni".
"Osano proclamare la volontà del popolo, manifestata, come dicono, con la pubblica
opinione, o in altro modo, costituire la legge suprema, prosciolta da ogni
diritto umano e divino".
"Tutte e singole le prave opinioni e
dottrine ad una ad una in questa Lettera ricordate con la Nostra Autorità
Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo; e vogliamo e comandiamo che
da tutti i figli della Chiesa cattolica s'abbiano affatto come riprovate,
proscritte e condannate".
La Lettera Enciclica è la Quanta cura, 1864, di Pio IX. Le proposizioni condannate, qui
ridotte all'osso, sono elementi integranti delle costituzioni degli Stati
democratici, della definizione di democrazia e ne informano la traduzione in
pratica. Senza sovranità popolare e senza diritto del popolo, o dei suoi eletti
(il che fa lo stesso), di legiferare con assoluta indipendenza, senza il
laicismo, il presente concetto di democrazia sarebbe distrutto.
Perciò bisogna che i cattolici degni di
questo nome considerino come "riprovata, proscritta e condannata" la
presente parola democrazia, in quanto
essa contiene senza meno le "prave opinioni e dottrine" oggetto
dell'Enciclica e del Sillabo ad essa
connesso, e che per brevità non citerò, come non citerò le analoghe sentenze
dogmatiche di altri Pontefici.
Se mai si debba ammettere il laicismo come un
male ora ineliminabile, da accettarsi per la giusta causa del bene comune,
ovvero per scongiurare un male maggiore e certo, rimane l'obbligo di denunciare
l'empietà e l'iniquità della convenuta democrazia, considerata da tollerarsi.
Tolleranza che, tuttavia, non arresterebbe
l'inarrestabile morbo, il quale altera la mente e il corpo della società
trattata col metodo democratico. Esso ovunque genera gli stessi esiti: una
classe politica e di incaricati statali formatasi senza alcun criterio e
selezione morale, soggetta all'influenza o al comando di forze esterne e clandestine
rispetto al sistema costituito, divisa in partiti concorrenti e faziosi, condizionata
dal consenso elettorale per la propria sussistenza, svincolata dalla legge
naturale e divina: essa ricorre alla frode e all'inganno, si serve di leggi
corruttrici per lusingare, sedurre, viziare e addormentare il popolo,
avvilendone la dignità. Le prove di questo processo di sudicia demagogia sono
accessibili a chiunque si spogli dei pregiudizi.
Prendo qualche esempio lampante. Sino agli anni
'60 del secolo scorso, negli USA l'aborto era proibito da leggi severe nonché
dalla pubblica opinione (vedi il film Pietà
per i giusti, 1951), benché non cattoliche.
Nell''800 l 'omosessualità veniva
punita con pene severe, p.e. in Inghilterra (vedi processo e condanna di Oscar Wilde).
L'eutanasia è permissione nuova, in paesi come l'Olanda. Il divorzio da noi fu
introdotto negli anni '70. Altrove fu ugualmente una novità, oppure venne
facilitato. L'America è la patria del banditismo del Far West e del
gangsterismo. In Italia, dal dopoguerra il potere delle organizzazioni
criminali si è moltiplicato; la diffusione della droga in ogni ceto e
dall'adolescenza in avanti non trova riscontro alcuno prima del 1960. Le
democrazie occidentali hanno rotto le difese contro le diverse forme di
corruzione dei costumi e adonestano aberrazioni in materia sessuale, di
procreazione e familiare.
Tutto questo è valutato dagli inqualificabili
amanti del progresso come riconoscimento di diritti e debita liberazione, altrimenti
- per loro gentile concessione - come conseguenza minore e inevitabile del
benessere. Possiamo noi acconsentirvi anche minimamente, senza macchiarci di
omissione o di collusione infami e peccaminose? Niente affatto! Non esistono
buona coscienza e scusa morale che ci salverebbero! E commettiamo una grave
diserzione, se omettiamo di parlar chiaro.
Le conseguenze dei vizi legalizzati sono
diventate macroscopiche: corruzione di singoli, di società e di enti;
spadroneggiare di mafie, complici i poteri politico-amministrativi; governi
succubi di loschi interessi internazionali; crisi economiche artefatte per le
medesime convenienze; moralità individuale e pubblica sempre più scadente e in
una condizione di quasi irreversibile pervertimento.
Non vuol dir nulla che questo stato
deplorevole potrebbe doversi addebitare ad un regime senza Dio d'altra specie.
Il cresciuto e crescente stato morboso è figlio dell'idea e dell'esercizio
democratici e di nessun altro. Finché di essi non s'imporrà l'aspetto mostruoso
e vergognoso, non avremo speranza di uscire da questo infernale parco di Walt
Disney, che leva scenari di cartapesta su miserie e pestilenza.
A questo segno, mi accontento di elencare gli
altri termini che fanno corona alla ferale e ormai largamente infetta democrazia:
la libertà (che si proclamò
indeterminata e soverchia, per giungere a legittimare inaudite fornicazioni); i diritti umani (pretesto con cui si propinano allucinogeni alle masse, che indulgono alle licenze indecenti o
criminali: p. es. facoltà di aborto, di spacciare dottrine mortali, diritto di
sciopero o di serrata); il dialogo (nefandezza per la quale bisognerebbe
considerare degni gl'indegni, venire a compromessi inaccettabili con i nemici
di Dio e della giustizia, insomma disubbidire a Nostro Signore); ecc.
Sorge la domanda: allora quale soluzione,
quale alternativa? Eh già! Dopo anni di lavaggio del cervello siamo ridotti a
questo: sembra che ogni altra via d'uscita sia preclusa dall'ostacolo dell''iniquità
antidemocratica! Impostura!
Premesso, di nuovo, che non possiamo noi,
cattolici credibili, ignorare il dovere cui sottostà qualsiasi regime di
osservare anzitutto la divina Volontà e di onorare il Creatore, dovere che, una
volta rispettato, rende ogni forma di
reggimento dello Stato ammissibile, ricordato ciò, restano disponibili tutte le
forme di Stato storicamente riconosciute dalla Chiesa.
Considerando quelle che sembrano maggiormente
convenire a questa bassa epoca, c'è il corporativismo, sperimentato con buona
riuscita nel Novecento da alcune nazioni; c'è, in genere, una costruzione
statale semplice, esente da partiti e da sindacati politici, ove risaltino i
soggetti responsabili del governo e della legiferazione, ove il sacrificio di
certe libertà e facoltà risulti un valore e non un'ingiustizia, ove ai valori
autentici (Dio, patria, famiglia, sacrificio, onore) sia ridato il posto che
spetta loro.
Per finire, non mi tengo dallo spendere in
due righe il soggetto di un'ampia disamina. Trattasi della falsità
dell'informazione colta in fallo. Informazione di sicuro al servizio del suo
padrone: il potere democratico. Sicché non si presti credito nemmeno ai dati
statistici, ai vari indici economici pubblicati: non sono gli angeli a
compilarli...
Dunque, i vari notiziari internazionali hanno
mostrato il ministro delle finanze di Atene in un filmato: nell'atto di fare un
gesto volgarissimo, osceno e offensivo del governo tedesco. La trasmissione,
attuata con grande effetto di discredito del ministro ellenico, in un momento
cruciale dei rapporti fra Grecia e UE, ha fatto fiasco (parzialmente, in quanto
dopo qualche giorno) per il solo motivo che il fotomontaggio del dito alzato
era troppo mal fatto e verificabile!
Regimi diversi potrebbero scendere così in
basso, ma sono davvero patetici gli ingenui democratici che insistono a portare
sugli scudi il regno della massa (o piuttosto dei ladri e dei lestofanti):
questa cosa che mette ribrezzo toccare col bastone.
Piero
Nicola
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