Il principale ostacolo alla diffusa conoscenza e
all'insorgenza della tradizione cattolica, contro il nichilismo di stampo
libertino è la tentazione frazionista e
gruppuscolare, insinuata nella mente strenua degli oppositori all'errore al
fine di disperderli in una moltitudine di micro e impotenti associazioni.
Di
conseguenza movimenti costituiti per la difesa del bene comune diventano arnesi
di desolate e pallide gelosie, fruscianti in circoli a corto raggio. Agitati
dal timore di non occupare un posto alto e applaudito nella gerarchia nella
classifica dei dispersi si impoveriscono ed estenuano le intenzioni dei
resistenti al disordine progressivo.
Risultati
della micragnosità in soffocante agitazione nei circoli di nicchia, sono
l'oblio calato sull'opera geniale di Cornelio Fabro e la scarsa attenzione
prestata agli scritti dei pensatori cattolici oggi attivi, una eletta di
pensatori che rappresentano la potenziale prima linea della resistenza al
disordine: Paolo Pasqualucci, don Antonio Livi, padre Francesco Lanzetta, Pier
Paolo Ottonello, Maria Guarini, Ennio Innocenti, Roberto De Mattei, Giulio
Alfano, Elisabetta Frezza, Luciano Garafoli, Roberto Dal Bosco, Patrizia
Fermani e Costantino Marco.
A
differenza dei giornalisti filosofanti e dei saggisti teologizzanti nelle
nicchie incomunicabili e segregate, gli
autori citati sono in grado di demolire le frivole e talora sconce e bestiali
argomentazioni, che sono diffuse e imposte dai poteri squillanti al servizio
dell'errore moderno, inutilmente flagellato dalla storia.
Costantino
Marco, oggetto di un colpevole
disinteresse forse dettato dalla volontà di evitare il confronto con la sua
ingente opera, appartiene, ad esempio a
quell'isola dei pensatori scomodi, luogo che è eletto dal timore vaticanista di
affrontare efficacemente gli ardui problemi sollevati dal tempestoso e
minaccioso obitus della
modernità.
Tale
paura si rovescia nelle mezze parole del moralismo emanato a corrente alternata
dalla gerarchia, in bilico tra il sospiro buonista del papa ("chi sono
io per giudicare un omosessuale?") e la dura, inappellabile
condanna, lanciata dal vescovo moralista Nunzio Galantino, contro il lussurioso
Silvio Berlusconi.
La pia
assoluzione della sinistra pederastica e la severa, inappellabile condanna
della destra puttaniera sembrano decisioni intese a liquidare o almeno ad
attenuare il tradizionale giudizio sul vizio di Sodoma, un peccato che fino a
ieri gridava vendetta al cospetto di Dio.
Profondo
e serio studioso della filosofia idealista e dell'ideologia liberale, Marco ha
studiato e analizzato il pensiero moderno nelle università tedesche e
austriache, ed è pertanto in grado di accompagnare lo sconcerto cattolico sulla
via del riscatto, via che è indirizzata a una sensata alternativa alla
catastrofe, in atto secondo i piani banca usuriera.
La
radice del male è invisibile ai cattolici abbagliati dalla teologia dei
reazionari brasiliani, che ammirano le felici banche e le innocue massonerie
d'oltre oceano, mentre un libertarismo di conio laidamente americano e bancario
altera e avvelena la morale, promuovendo la sodomia e suggerendo i
travestimenti femminili dei bambini che frequentano le scuole elementari.
Marco,
in quanto sagace esploratore delle strutture dell'ateismo, che ha generato le
filosofie politiche del mondo moderno, è invece qualificato alla costruzione di
un argine, finalmente idoneo a respingere l'aggressione organizzata dal vettore
ideologico dell'odio contro la vita e contro la religione.
Sostiene
infatti Marco che "è la rimozione della trascendenza a eludere
nell'uomo il problema della mediazione, che è invece indispensabile a ogni
ipotesi sull'alterità e la differenza, così che la decisione moderna per il
molteplice, ricercando negli enti finiti mondani l'unità altrimenti altra, la
individua nella stessa finitezza, rispetto alla quale ogni cosa finita è
simile, ossia omologa ad ogni cosa finita. L'unità di condizione, eliminato il
referente oppositivo in Dio, diventa uguaglianza esistenziale, cioè sociale,
economica e politica".
L'ordine
tradizionale di conseguenza si rovescia nello stato laicista, che promuove
l'ostilità al potere ecclesiastico e, in ultima analisi, l'avversione contro il
principio secondo cui, "come l'anima deve guidare il corpo, così la
Chiesa deve vigilare, ammonire, correggere e, nel caso, sanzionare l'autorità
laica".
Di qui
la possibile fondazione di una cultura politica atta a contrastare la
buonistica e falsa uguaglianza, in circolazione nella chiacchiera dei compari e
delle comari in scena nel piccolo schermo. Fondazione desiderata ma non ancora
conosciuta e condivisa dall'arcipelago delle destre concorrenti.
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