Per diventare leggibile e comprensibile dai
disorientati spettatori della crisi spirituale in atto, la corrente definizione
del pensiero postmoderno deve essere aggiornata e adattata all'evidenza che
rivela la discendenza del tenebroso pessimismo d'oggi dall'illuminato ottimismo
di ieri.
Incombe
infatti il rischio che una critica debole al catastrofismo imperante nelle
leggi abortiste , eutanasiste ed omofile, suggerisca di ricorre alle vecchie
idee del mondo moderno e in tal modo impedisca di comprendere la verità,
peraltro coperta dal frastuono sollevato dalle nacchere dei poteri forti: la
discendenza del regressismo thanatofilo dal progressismo professato dai
filosofi illuminati o abbacinati, che hanno perfezionato l'eresia di Lutero e
il delirio sifilitico di Enrico VIII.
L'ostinazione
con cui i cattolici modernizzanti e gli spettrali cattocomunisti proclamano e
incensano le immaginarie ragioni del dialogo e con gli eredi dell'errore
luterano e anglicano e con i continuatori delle spente ideologie sinistrorse,
testimonia purtroppo la gravità del danno causato al pensiero tradizionale
dall'ostinata inavvertenza della coerenza dell'errore moderno con il nichilismo oggi trionfante nella
devastazione.
Tale
disattenzione è la causa delle avventurose, cieche e anacronistiche aperture
clericali al c. d. umanesimo progressista/buonista, aperture suggerite
dall'abbagliata teologia, in devastante circolazione dopo il Vaticano II.
Il
presente saggio è il tentativo di dimostrare che il nichilismo dei postmoderni,
che a prima vista sembra irriducibile all'ottimismo dei progressista, non è
l'abiura ma la puntuale e fedele continuazione dagli errori in uscita dalle
sette protestanti, dagli abbacinati circoli anglo-francese e dalle imparruccate
accademie germaniche.
L'illusoria
strategia dei cattolici modernizzanti suppone che la resistenza al pensiero
postmoderno suggerisca e giustifichi l'alleanza della verità cattolica con quel
pensiero moderno, che la Scienza Nuova di Vico aveva tempestivamente rigettato,
dimostrando la sua invincibile inclinazione alla decadenza e alla ritornante
barbarie.
Quando
il giornalista che sussurra al papa dichiara che i filosofi del nostro tempo
sono i pessimisti radicali, Schopenhauer, Leopardi e Nietzsche, non intende
definire l'inversione del pensiero moderno ma il suo perfetto, logico
compimento.
La
sfida cattolica al disordine oggi in scena deve pertanto cominciare da
un'aggiornata riflessione sulle fonti moderne della barbarie all'orizzonte.
Piero Vassallo ha iniziato la sua attività di
pubblicista cattolico collaborando con le riviste "Lo Stato" di
Gianni Baget Bozzo, "Il Centro" di Guido Gonella, "La
Torre" di Giovanni Volpe. Nella rivista "Renovatio" (fondata da
card. Giuseppe Siri) ha segnalato la presenza di suggestioni neognostiche nelle
opere di intellettuali militanti nella sinistra borghese, ad esempio Jean Paul
Sarte e Thomas Mann.
Fedele
all'insegnamento di Cornelio Fabro, Piero Vassallo ultimamente ha pubblicato
nelle edizioni Solfanelli alcuni saggi finalizzati all'aggiornamento dei
giudizi cattolici intorno agli esiti del pensiero moderno e all'urgenza di
recuperare l'eredità italiana censurata dal progressismo: "Itinerari della
destra cattolica", "Futuro e Tradizione", "Il fascismo e la
tradizione italiana".
Piero Vassallo
RAGIONE E FEDE
dopo le mitologie intorno al progresso
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-871-7]
Pagg. 216 - € 16,00
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