"Il
male viene dal cielo"
La strage di Gorla,
una storia dimenticata
Elegante biografo di
personalità anticonformiste, instancabile studioso della storia moderna e
intrigante narratore di vicende che emanano imbarazzo, Claudio Mauri ha
pubblicato nella preziosa collana "Proscenio" di Tabula Fati, anticonformistica e scorretta
casa editrice attiva in Chieti, un atto unico, Il male viene dal cielo,
scritto per rievocare l'infame e demenziale bombardamento della scuola di
Gorla, un crimine compiuto da un distratto liberatore americano.
Nella
prefazione al testo per il teatro si legge la notizia che ha ispirato l'autore:
"Il 20 ottobre 1944 un carico di bombe sganciato su Milano da un
bombardiere americano ha stroncato la vita di 184 alunni della scuola
elementare Crispi di Gorla, quella delle loro insegnanti e di un bidello"
La
strage, attuata dal dal 451° Bomb Group, fu un inutile, criminoso e
demenziale atto che oltrepassava perfino i criteri della strategia
angloamericana intitolata bombardamento del morale, cioè semina della
disperazione e del disfattismo nei popoli nemici.
Nell'ottobre del 1944,
infatti, la sconfitta della Rsi era fuori discussione, la
maggioranza degli italiani era rassegnata alla sconfitta, l'Italia del Nord non
aveva difese contraeree e ad ogni modo a Milano si trovavano soltanto obiettivi
classificati secondari dai comandi alleati. Infine si sapeva che lo sterminio
di bambini non era un'impresa adatta ad incrementare la simpatia dei rassegnati
italiani nei confronti dei c. d. liberatori.
Nel
testo teatrale Mauri fa parlare una testimone che esprime il giudizio conforme
allo stato d'animo dei milanesi: "Era il 20 ottobre, il 20 ottobre 1944
... avevamo pensato di andarcene via dalla città e rifugiarci in campagna, ma
in molti dicevano: Ormai la guerra è quasi finita, smetteranno di bombardare.
Poi, perché dovrebbero bombardare Gorla? ... L'Italia era un fronte di guerra
secondario, un paese battuto ormai quasi totalmente occupato dalle truppe
alleate. ... Milano era indifesa, la maggior parte degli uomini era in guerra,
colpire la nostra città significava fare un'inutile strage di vecchi, donne e
bambini ... quell'azione è stata un facile tiro al bersaglio su persone
indifese, non la guerra degli eroi che vediamo in tanti film idioti".
Invece
la strage fu compiuta, ufficialmente a causa dell'affrettata e colpevole
decisione del comandante di un aereo, che ordinò di alleggerire
sull'abitato di Gorla, obiettivo ben visibile dal cielo alle ore 11,25
di un mattino soleggiato, il carico di bombe, che non aveva potuto
sganciare, sugli obiettivi previsti,
l'Isotta Fraschini e l'Alfa Romeo, a causa di un'errata manovra.
Lo
sganciamento delle bombe inutilizzate era un'operazione, che poteva essere
effettuata agevolmente e senza causare vittime dopo pochi minuti, quando
l'aereo stragista avrebbe sorvolato l'aperta campagna (distante da Gorla alcuni
chilometri) o il non lontano Mar Ligure. La scelta di scaricare le bombe sulla
scuola fu pertanto inescusabile.
"Gorla
era uno dei tanti quartieri della vecchia periferia di Milano ... un quartiere
come quelli di tante altre città del mondo ... era pieno di gente laboriosa,
sembrava di sentire l'allegro ronzio della vita", narra un
protagonista della tragedia, che è messo in scena da Mauri
Quel
lontano episodio della storia criminale a stelle e strisce, ha ispirato il
testo che Mauri ha scritto con la consumata abilità di un conoscitore della
tecnica teatrale.
Mauri
mette in scena James, nome teatrale del comandante dell'aereo che ha sganciato
le bombe assassine sulla scuola di Gorla, e lo rappresenta turista appagato e
festante, che negli anni Settanta sosta in un albergo milanese prima d'iniziare
un viaggio in Italia.
A
turbare il felice viaggio di James è la presenza del cameriere Luigi
Massirelli, nome fittizio di un superstite della strage di Gorla.
Massirelli,
mentre serve a tavola il bombardiere e la moglie di lui, ascolta una
conversazione durante la quale si rivela l'identità dell'ospite americano
dell'albergo.
Tale
intrigante invenzione scenica è il preambolo dell'irruzione, annunciata a James
dal portiere dell'albergo, di Massirelli accompagnato dai suoi genitori, nella
stanza degli ospiti americani, dove ha inizio un dialogo avvincente, che
l'immaginazione di Mauri conduce con accorta misura.
Gli
indesiderati ospiti di James sono i genitori e i fratelli di un bambino di se
anni, vittima del selvaggio bombardamento di Gorla.
La
conclusione del dialogo tra superstiti e carnefice suona a smentita della
vulgata che esercita il potere culturale. Mauri, infatti, fa dichiarare dal
Massirelli la verità proibita: "Viviamo in un mondo falso in cui tutti
si piegano alla legge del più forte e pochi hanno il coraggio di chiamare le
cose con il loro nome ... che nome vogliamo dare a bombardamenti come quelli di
Gorla, di Dresda o di Hiroshima?"
Ora il rispettoso
silenzio sul nome delle imprese liberatrici e la ferrea e implacabile
censura delle ragioni e perfino delle attenuanti dei vinti, ha una chiara ed
eloquente spiegazione nel noto testo di George Orwell, che recita: "chi
comanda la storia comanda il presente".
L'opera di Mauri aiuta
a capire che il potere invincibile, oggi esercitato dalla finanza americana,
discende dalla signoria che i vincitori esercitano sulla storia delle origini e
dello svolgimento della seconda guerra mondiale e sulla parallele imprese
compiute dalla criminalità dei vinti e dei vincitori: lo stermino degli ebrei e
lo sterminio dei kulaki, la strage alla Fosse Ardeatine e la procurata morte
per freddo e per fame dei seicentomila militari tedeschi fatti prigionieri
dagli americani nel 1945 ecc..
La
mitologia che nutre il potere degli strozzini vieta con speciale cura lo
svelamento dei misteri dell'inizio, ad esempio, ed è solo un esempio:
perché gli anglo-francesi dichiarano guerra agli aggressori tedeschi della
Polonia e non ai loro alleati russi?
L'orrore
di Auschwitz non può essere cancellato dal libro della vergogna disumana. Ma è
tempo che a quel volume siano aggiunte le storie degli impuniti orrori dei
vincitori. In questo senso la rievocazione della strage di Gorla compiuta da
Mauri è un prezioso contributo non alla revisione ma al completamento
della lacunosa storia del xx secolo, che è data in lettura obbligata ai
vinti.
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