giovedì 23 ottobre 2014

ADDOLORATI E NELL’INTIMO SERENI (di Piero Nicola)

Dolenti in letizia sembra un controsenso. Eppure questo è il sentire dimostrato dai cattolici più veri: dai Santi. Essi non si crucciano a causa delle proprie pene, che sanno di meritare per quel che possano essere peccatori; anzi le sofferenze se le procurano onde condividere la Passione e aggiungervi qualche loro merito a vantaggio del prossimo.
  Essi sono consapevoli che, assolto il nostro compito, qualunque cosa avvenga è giusta, sottostando alla divina Giustizia, che interviene nelle cose del mondo o permette che accadano.
  I Santi condividono i dolori dei Cuori di Gesù e di Maria per il male perpetrato da tutti gli uomini, per le loro malvagità, per i loro vizi, per i tradimenti dei figli della Chiesa, che contribuiscono alla perdita delle anime. Se si preoccupano della propria carne inferma, nessuno potendo mai essere certo del glorioso ingresso nell’aldilà, umilmente profittano con perseveranza della grazia speciale (che Dio ha voluto largire a loro immeritevoli) al fine d’un altrui beneficio e di raggiungere degnamente il termine di questa valle di lacrime.
  Ora, mi è avvenuto di leggere un articolo in cui si riferiva il giudizio d’un apprezzato teologo sulla infallibilità o sull’inerranza (distinzione sottile ma notevole) della Chiesa nel procedere alla canonizzazione. Il teologo avrebbe concluso che Papi e Concili non diedero definizioni con le quali dichiarassero infallibili le proclamazioni dei Santi. Da ciò l’autore dello scritto ricava una conseguenza sconcertante. Che importa a noi se la persona messa sull’altare da un processo canonico ci induca al dubbio sulla sua santità? Che importa se non fu un autentico modello di vita cristiana, degno della unanime venerazione dei fedeli, poiché non si esclude un errore nella valutazione della Chiesa?
  In generale, la questione appare delicata e la rimettiamo a chi abbia l’autorità per trattarla: l’autorità e la facoltà concesse, Roma non essendosi ancora pronunciata al riguardo. Cionondimeno, possiamo esporre alcune considerazioni ragionevoli sull’argomento, che implica insegnamenti edificanti e consolanti, usciti da esperienze concrete in cui si è manifestato il soprannaturale e conformi alla sacra dottrina.
  È vero e giusto che la Rivelazione si chiude con gli Apostoli del Nuovo Testamento, che nessuno in seguito vi aggiunse alcunché. Dunque le testimonianze dei santi sarebbero superflue, di esse possiamo non tenere conto, ma resta il fatto che esse ci furono, che Dio intervenne in loro con grazie e con miracoli del tutto simili a quelli operati con gli Apostoli; e Dio non inganna.
  Se di alcuni prodigi e profezie è forse lecito dubitare, di altri le prove scientifiche non mancano. Spesso i Pontefici addussero la santità dei membri della Chiesa come una delle certificazioni della santità e credibilità di Essa presso atei, eretici e infedeli, resistenti o disposti alla conversione.
  La purezza dei miracolati testimoni del Signore - dopo l’Apocalisse di san Giovanni - non fu necessariamente esente da errori dottrinali (anche questo la Chiesa ha stabilito), tuttavia la loro esistenza dovette essere esente da scaldalo per le pie anime. Bisogna che Dio, dandoci i Santi, abbia inteso aiutarci con grazie straordinarie, manifestate tramite loro.
  D’altra parte, la Scrittura insegna che il demonio può operare prodigi (vedi quelli di Simon Mago) e che, specie nei tempi ultimi, alcuni rivestiti di apparente santità inganneranno quanti non siano abbastanza preparati a riconoscerli.

  Ma un presunto santo che errò e, in definitiva, insegnò l’errore e fece positivamente il male della Chiesa, costituisce uno scandalo più evidente di quello dato dai falsi profeti, uno scandalo  inaccettabile. Dalla sua vita non si trae per nulla quel bene della pace interiore, offerto con certezza dai benedetti di Dio, i quali continuano a mostrarne la gloriosa giustizia su questa terra tormentata e causa di tormento soltanto per i peccatori non in Grazia di Lui.

Piero Nicola

Nessun commento:

Posta un commento