Il
dito che nasconde la luna
Lo scandaloso squillo
delle minorenni
e il sordo fruscio
della massa immorale
Dove
andremo a finire? L'angosciosa domanda corre fra i difensori inconcussi delle
adolescenti corrotte da adulti danarosi e depravati. In una nobile e stimabile
attività predicatoria sono coinvolti magistrati, agenti di polizia, sociologi,
giornalisti e intrattenitori televisivi.
Se non
che il qualunque difensore del buon costume oggi si attiene alla regola che
suggerisce di prestare attenzione al particolare squillante e inquietante senza
disturbare il disordine generalizzato e garantito dalle istituzioni.
Il
moralista cauto si scandalizza alla vista delle adolescenti abbagliate e
attratte dalle vetrine della moda ossia trascinate nel gorgo del consumismo.
Il moralista aggiornato vede solo il margine scandaloso di una società
vastamente intossicata dall'immoralità esportata dalla vittoriosa America.
Normale
l'ordine occidentale? Spronate dalla sapienza francofortese e californiana, le
società europee (Russia esclusa) stanno attuando una rivoluzione epocale: il
passaggio (forse sarebbe meglio dire il regresso) dal patriarcato a una
imperiosa ginecocrazia a sfondo libertino.
Sul
vessillo della rivoluzione ultima fiammeggiano le parole del nuovo ordine:
l'utero è lo strumento del mio potere sul maschio con il quale mi accompagno
momentaneamente.
Una
moltitudine di divorziati/impoveriti dal matriarcato, infatti, sta in mesta
fila davanti alle cucine della misericordia. Non tutti si rassegnano, purtroppo.
Molti (e le cronache narrano le vicende di una tale moltitudine) ritengono che
all'umiliante potere femminista sia lecita la risposta armata dalla demenza
criminale. All'imperativo della nuova società il maschio umiliato e
stordito risponde con il delirio in cui
cova l'infame delitto.
Quale
alternativa lecita o surrogato del delitto, la cultura al potere propone una lodevole
scelta opportunistica e in qualche modo calmante: l'obliqua ascesa
del maschio al prestigio universalmente riconosciuto al pederasta, contraffatta
ma applaudita figura (o controfigura) della
femmina americana trionfante.
La
reazione al maschile si esaurisce nei lampi orrendi del delitto o
nell'insolente frastuono del gay pride. Tale è il ritratto reazionario
di una società in movimento sfrenato verso il Nulla annunciato dagli scolarchi
francofortesi e californiani.
Si
chiede: una tale società è autorevole e ragionevole ossia indirizzata
all'ordine morale, nella misura richiesta dalla delicata attività degli
educatori, dei poliziotti e dei giornalisti scandalizzati?
Mah.
Per lo scatto di una morale di nicchia i pedofili sono arrestati e messi in
galera. Le bambine squillo sono rieducate da sapienti psicologi.
Se non
che la cultura dominante corre su aperte piste libertine. Il taciuto ma lampante
concetto di nicchia rinvia a un'etica marginale. Gridata da Bruno Vespa e
tuttavia inchiodata all'angolo.
Arresti
legittimi e sacrosanti pistolotti volano in un cielo che non ha contatto con lo
spirito del tempo. Dopo tutto: chi siamo noi per giudicare una meretrice in
erba o un pederasta in fuga dall'orribile condizione del maschio represso?
Inutilmente Vespa grida nel silenzio clericale.
La
prostituzione minorile, a ben vedere, è la punta di un gigantesco e
indisturbato iceberg. Esploratori del mondo giovanile rammentano ai banditori
del cagionevole moralismo che all'età di quindici anni vergini sono soltanto le
ragazze poco attraenti.
Alla
luce della abbagliante e trionfante filosofia californiana, la verginità è
giudicata alla stregua di un'inconfessabile vergogna e/o di una disonorante
mutilazione. Si può pensare seriamente che il passaggio dal sesso per onore e/o
per gioco al sesso per denaro contempli audaci acrobazie, intrepidi salti e
inaudite trasgressioni? Si può credere seriamente che la stimata, romantica
attività sessuale svolta senza amore nel frettoloso gabinetto di una scuola
media statale, rappresenti una poietica splendente a stellare distanza dalle
miserie del coito mercenario, consumato in una privata casa da
appuntamenti?
Correva
il marzo del 1999, quando l'allora cardinale Joseph Ratzinger, nel corso di
un'intervista rilasciata a Ignazio Artizzu, ha indicato l'origine tenebrosa del
libertinismo: "le avventure passeggere sono più facili di un amore
profondo, di una vita. ... in questa vita umana un amore fedele, un vero amore,
che va fino alle profondità del nostro essere, esige un impegno profondo, una
disciplina interiore, l'umiltà d'impostare la propria vita alla sequela di Dio".
Terreno
di elezione della prostituzione minorile è la satanica religione dell'effimero,
il gelido soffio dell'ateismo e del ribellismo squillanti nei cortei
sessantottini.
Il
cardinale Ratzinger ha dimostrato che la cultura del disordine "appare
in un primo momento come un allargamento del potere, delle esperienze,
come una cosa bellissima: io divento come Dio. Ma alla fine la menzogna è
sempre una realtà che distrugge. Vivere nella menzogna vuol dire vivere
contro la realtà e quindi vivere nell'autodistruzione".
Non il vano
e squillante pistolotto della sociologia televisiva ma una morale saldamente
fondata sulla fede in Dio può costituire un argine al tenebroso
malcostume che avvolge le minorenni e i minorenni educati/incantati dalla
pedagogia francofortese & californiano.
Piero Vassallo
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