giovedì 30 ottobre 2014

Lo scandaloso squillo delle minorenni e il sordo fruscio della massa immorale

Il dito che nasconde la luna

Lo scandaloso squillo delle minorenni
e il sordo fruscio della massa immorale

 Dove andremo a finire? L'angosciosa domanda corre fra i difensori inconcussi delle adolescenti corrotte da adulti danarosi e depravati. In una nobile e stimabile attività predicatoria sono coinvolti magistrati, agenti di polizia, sociologi, giornalisti e intrattenitori televisivi.
 Se non che il qualunque difensore del buon costume oggi si attiene alla regola che suggerisce di prestare attenzione al particolare squillante e inquietante senza disturbare il disordine generalizzato e garantito dalle istituzioni.
 Il moralista cauto si scandalizza alla vista delle adolescenti abbagliate e attratte dalle vetrine della moda ossia trascinate nel gorgo del consumismo. Il moralista aggiornato vede solo il margine scandaloso di una società vastamente intossicata dall'immoralità esportata dalla vittoriosa America.
 Normale l'ordine occidentale? Spronate dalla sapienza francofortese e californiana, le società europee (Russia esclusa) stanno attuando una rivoluzione epocale: il passaggio (forse sarebbe meglio dire il regresso) dal patriarcato a una imperiosa ginecocrazia a sfondo libertino.
 Sul vessillo della rivoluzione ultima fiammeggiano le parole del nuovo ordine: l'utero è lo strumento del mio potere sul maschio con il quale mi accompagno momentaneamente.
 Una moltitudine di divorziati/impoveriti dal matriarcato, infatti, sta in mesta fila davanti alle cucine della misericordia. Non tutti si rassegnano, purtroppo. Molti (e le cronache narrano le vicende di una tale moltitudine) ritengono che all'umiliante potere femminista sia lecita la risposta armata dalla demenza criminale. All'imperativo della nuova società il maschio umiliato e stordito  risponde con il delirio in cui cova l'infame delitto.
 Quale alternativa lecita o surrogato del delitto, la cultura al potere propone una lodevole scelta opportunistica e in qualche modo calmante: l'obliqua ascesa del maschio al prestigio universalmente riconosciuto al pederasta, contraffatta ma applaudita figura (o controfigura) della  femmina americana trionfante.
 La reazione al maschile si esaurisce nei lampi orrendi del delitto o nell'insolente frastuono del gay pride. Tale è il ritratto reazionario di una società in movimento sfrenato verso il Nulla annunciato dagli scolarchi francofortesi e californiani. 
 Si chiede: una tale società è autorevole e ragionevole ossia indirizzata all'ordine morale, nella misura richiesta dalla delicata attività degli educatori, dei poliziotti e dei giornalisti scandalizzati?
 Mah. Per lo scatto di una morale di nicchia i pedofili sono arrestati e messi in galera. Le bambine squillo sono rieducate da sapienti psicologi.
 Se non che la cultura dominante corre su aperte piste libertine. Il taciuto ma lampante concetto di nicchia rinvia a un'etica marginale. Gridata da Bruno Vespa e tuttavia inchiodata all'angolo.
 Arresti legittimi e sacrosanti pistolotti volano in un cielo che non ha contatto con lo spirito del tempo. Dopo tutto: chi siamo noi per giudicare una meretrice in erba o un pederasta in fuga dall'orribile condizione del maschio represso? Inutilmente Vespa grida nel silenzio clericale.
 La prostituzione minorile, a ben vedere, è la punta di un gigantesco e indisturbato iceberg. Esploratori del mondo giovanile rammentano ai banditori del cagionevole moralismo che all'età di quindici anni vergini sono soltanto le ragazze poco attraenti.
 Alla luce della abbagliante e trionfante filosofia californiana, la verginità è giudicata alla stregua di un'inconfessabile vergogna e/o di una disonorante mutilazione. Si può pensare seriamente che il passaggio dal sesso per onore e/o per gioco al sesso per denaro contempli audaci acrobazie, intrepidi salti e inaudite trasgressioni? Si può credere seriamente che la stimata, romantica attività sessuale svolta senza amore nel frettoloso gabinetto di una scuola media statale, rappresenti una poietica splendente a stellare distanza dalle miserie del coito mercenario, consumato in una privata casa da appuntamenti?  
 Correva il marzo del 1999, quando l'allora cardinale Joseph Ratzinger, nel corso di un'intervista rilasciata a Ignazio Artizzu, ha indicato l'origine tenebrosa del libertinismo: "le avventure passeggere sono più facili di un amore profondo, di una vita. ... in questa vita umana un amore fedele, un vero amore, che va fino alle profondità del nostro essere, esige un impegno profondo, una disciplina interiore, l'umiltà d'impostare la propria vita alla sequela di Dio".
 Terreno di elezione della prostituzione minorile è la satanica religione dell'effimero, il gelido soffio dell'ateismo e del ribellismo squillanti nei cortei sessantottini.
 Il cardinale Ratzinger ha dimostrato che la cultura del disordine "appare in un primo momento come un allargamento del potere, delle esperienze, come una cosa bellissima: io divento come Dio. Ma alla fine la menzogna è sempre una realtà che distrugge. Vivere nella menzogna vuol dire vivere contro la realtà e quindi vivere nell'autodistruzione".    

 Non il vano e squillante pistolotto della sociologia televisiva ma una morale saldamente fondata sulla fede in Dio può costituire un argine al tenebroso malcostume che avvolge le minorenni e i minorenni educati/incantati dalla pedagogia francofortese & californiano. 

Piero Vassallo

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