giovedì 5 marzo 2015

LA CIVILTÁ DELLA DROGA, DEL SENO RIFATTO E DEL DEODORANTE (di Piero Nicola)

  Droga, Seno rifatto e Deodorante sono tre simboli della mentalità e del comportamento contemporanei.
  Duole dover ammettere che il popolo italiano ha cambiato faccia. Il suo volto morale di sessant'anni fa poteva ancora raffigurarsi con una Tivù, una Seicento, una Coppia di ciuchi (uno bianco e uno rosso) col basto carico.
  Stima pessimista e denigratoria? Vediamo. Intanto, vorrei dire che non guardo indietro per una fissazione nostalgica: i confronti tra realtà differenti proiettano una luce assai efficace sulle valutazioni dettate dalla dottrina.
  Dopo che la desolazione della corruzione imperversa da decenni, dopo che la fiducia in chi possa dare speranza è caduta o, altrove, è diventata un sostegno finto ed effimero, l'impulso vitale predominando si rivolge alle voluttà, che risucchiano gli stessi costruttori piccoli o grandi. La prima costruzione della famiglia e della prole è soppiantata dalle stordenti bramosie, da amori volatili, complice la rimozione delle colpe.
  Ecco allora la Droga; che ha sostituito la Tivù, già inclinata ad addormentare la ragione, e la Seicento, mitico emblema del benessere accessibile.
  Ma l'essere presi dalle fornicazioni e da altri vizi, ai quali si è fatta una verginità, come si ottiene con la chirurgia plastica (sul vizio del gioco hanno stampato la ludopatia, il tossicomane risulta essere soltanto un malato), questo disordine getta in braccio alla falsificazione, tanto che il falso appare più ambìto del genuino. Una volta capovolto il valore delle cose, nascosta la loro bruttezza e colpevolezza con nomi belli o innocenti, la vita consolata si regge sulle adulterazioni; l'artificio dev'essere amato e preferito.
  I presunti innamorati della natura e degli animali si dimostrano, infatti, insinceri o fanatici: l'opposto della purezza. La bontà benefica, coraggiosa, eroica, si è trasformata in vigliacco buonismo conformista. Dunque che cosa ne viene, se non l'ambizione di figurare quello che non si è e godere usando trucchi (trucchi cugini del viagra, degli stupefacenti) cui si nega il loro nome, la loro essenza, considerandoli fausti regali del progresso (che è un regresso).
  Perciò: il Seno rifatto. Ne rende la spregevole sostanza il suo riscontro col reggipetto imbottito di una volta; quando le donne ancora non depilavano le ascelle, né la peluria sugli stinchi.
  In questo costume prossimo al libertinaggio - a cui darsi completamente sarebbe, in generale, troppo scomodo - la verità non ha più cittadinanza. Coloro che dirigono la musica e il passo, e  vogliono la società cosiffatta oppure l'assecondano, demoliscono ogni assunto definito, ogni regola esatta, invariabile, andando contro Colui che è Via, Verità e Vita. Sicché, tolta la disciplina imprescindibile, le azioni e le opere puzzano e marciscono.
  Ci vuole un palliativo: il sofisma, ovvero il Deodorante. I profumi ci sono sempre stati, il deodorante non da ieri è in vendita, però l'idea di coprire il sudicio emanante il cattivo odore, adoprando un prodotto chimico che inganna l'olfatto, si confà al nostro uomo postmoderno, americanofilo, e non è mai stata accetta come egli l'accoglie.
  Le farciture sottopelle e i surrogati che compensano pietosamente alcune deficienze corporee palesano, sia pure con varia gradazione, la qualità d’una vasta parte del comune genere umano.
  Prima, qualcuno usava i profumi ammazza-lezzo, c’erano i reggiseni mendaci, c’erano parrucche e occhi di vetro, c’era la sbronza del sabato sera nei villaggi rurali, e il biliardo o la partita di carte nei caffè e nelle osterie cittadine. A confronto con le compensazioni e i risarcimenti attuali, estesi alla massa, quei sotterfugi e mezzucci per ovviare alle malignità e alle vacuità della vita erano bazzecole.
  Il guaio peggiore sta nella convinzione e nell'orgoglio, inculcati e suscitati ad arte dalle agenzie del potere, che propagandano le progredite deformazioni delle abitudini già deformi. Sembrerebbe che convinzione e baldanza siano indice d’animo vigoroso e ricco; invece è un animo pieno di finzione, che si scora davanti alla realtà.
  La brava nonna che, in gioventù, ricorreva a espedienti per essere più attraente, lo aveva tenuto nascosto e non ne andava fiera. Quella che usò senza risparmio rimmel, cipria e rossetto, si mostrò così senza inganno. L’uomo riconosceva che i soldi spesi in sigarette, al caffè e dal barbiere erano un salasso per la sua borsa magra; per lo più, gli bruciava d’essersi lasciato andare avendo dato una capatina al bordello. Disponendo d'un portafoglio ben fornito, egli poteva abbigliarsi molto elegantemente; i vanesi non mancavano. Però gli eccentrici si vedevano di rado; capelloni erano soltanto i poeti; e faceva rumore chi violentava il buon senso estetico. Il debole per le gonnelle era il più diffuso, oltre ai divertimenti un po’ straripanti già ricordati.
  Al giorno d’oggi signore e ragazze sfoggiano i risultati delle protesi e diversi rigonfiamenti e stiramenti di pelle; ne discorrono anche piacevolmente, li impongono a mariti e compagni, li porgono con un piglio che è di compiacimento, di sfida o di commiserazione, secondo il soggetto con cui hanno a che fare.
  Non pochi giovanotti e uomini fatti si sbizzarriscono nella ricerca di stimolanti, si danno a coltivare gli stati euforici, non disdegnano l’idea di sperimentare il sesso in modi eterogenei. Per essere più belli e interessanti hanno cessato di fare i galletti o i rudi puri e duri. Ormai sono propensi a condurre la loro maschilità sulle orme dell’estetica femminile con tutte le sue pratiche; se non basta, si rimpolpano i muscoli con le pasticche. La figura importa al massimo. L'offerta è vasta: depilazioni, orecchini, orpelli conficcati nella carne, tatuaggi ricercati, trattamenti chimici, abbronzanti e  massaggi. Roba che sarebbe stata orripilante per i loro padri, è voluta per sé con sicumera ed impegno. Ai giovani che non l'adottano, non viene in mente di canzonare i nuovi pavoni, tanto meno si scandalizzarno. Eh, la libertà...
  Ciò mostra bene la snervatezza contenuta nei muscoli scolpiti e appariscenti, nelle pose sportive, nei visi sempre con la barba lunga di una settimana, anche brizzolata, ispida e imbruttente. E che dire delle scatole craniche rasate o zazzerute?
   Nessuna cellula, in esse, nessun neurone, si rizza e vibra al pensiero che le donne s’impegnano a comportarsi anche da uomini, a competere con gli uomini, e menandone vanto. Non battono ciglio i baldi militari, scapoli o padri di famiglia, agli ordini di un’ufficialessa che deve maltrattare e congelare la sua femminilità. Se una reazione dev’esserci, sia per loro d'accomodamento al procedere della civiltà, di questa civiltà, tutto sommato evoluta e senza ricambio, composta e ricevuta democraticamente dalle generazioni precedenti, di cui essi sono la continuazione! L’uso dei deodoranti impedisce loro sia di percepire la fragranza tradizionale, sia di disgustarsi di questo fetore democratico.


Piero Nicola

Nessun commento:

Posta un commento