Droga,
Seno rifatto e Deodorante sono tre simboli della mentalità e del comportamento
contemporanei.
Duole dover ammettere che il popolo italiano
ha cambiato faccia. Il suo volto morale di sessant'anni fa poteva ancora
raffigurarsi con una Tivù, una Seicento, una Coppia di ciuchi (uno bianco e uno rosso) col basto carico.
Stima pessimista e denigratoria? Vediamo. Intanto,
vorrei dire che non guardo indietro per una fissazione nostalgica: i confronti
tra realtà differenti proiettano una luce assai efficace sulle valutazioni
dettate dalla dottrina.
Dopo che la desolazione della corruzione
imperversa da decenni, dopo che la fiducia in chi possa dare speranza è caduta
o, altrove, è diventata un sostegno finto ed effimero, l'impulso vitale predominando
si rivolge alle voluttà, che risucchiano gli stessi costruttori piccoli o grandi. La prima costruzione della famiglia e
della prole è soppiantata dalle stordenti bramosie, da amori volatili, complice
la rimozione delle colpe.
Ecco allora la Droga; che ha sostituito la Tivù,
già inclinata ad addormentare la ragione, e la Seicento, mitico emblema del benessere accessibile.
Ma l'essere presi dalle fornicazioni e da altri
vizi, ai quali si è fatta una verginità, come si ottiene con la chirurgia plastica
(sul vizio del gioco hanno stampato la ludopatia, il tossicomane risulta essere
soltanto un malato), questo disordine getta in braccio alla falsificazione,
tanto che il falso appare più ambìto del genuino. Una volta capovolto il valore
delle cose, nascosta la loro bruttezza e colpevolezza con nomi belli o
innocenti, la vita consolata si regge sulle adulterazioni; l'artificio
dev'essere amato e preferito.
I presunti innamorati della natura e degli animali
si dimostrano, infatti, insinceri o fanatici: l'opposto della purezza. La bontà
benefica, coraggiosa, eroica, si è trasformata in vigliacco buonismo
conformista. Dunque che cosa ne viene, se non l'ambizione di figurare quello
che non si è e godere usando trucchi (trucchi cugini del viagra, degli
stupefacenti) cui si nega il loro nome, la loro essenza, considerandoli fausti
regali del progresso (che è un regresso).
Perciò: il Seno rifatto. Ne rende la spregevole sostanza il suo riscontro col
reggipetto imbottito di una volta; quando le donne ancora non depilavano le
ascelle, né la peluria sugli stinchi.
In questo costume prossimo al libertinaggio -
a cui darsi completamente sarebbe, in generale, troppo scomodo - la verità non
ha più cittadinanza. Coloro che dirigono la musica e il passo, e vogliono la società cosiffatta oppure
l'assecondano, demoliscono ogni assunto definito, ogni regola esatta,
invariabile, andando contro Colui che è Via, Verità e Vita. Sicché, tolta la disciplina
imprescindibile, le azioni e le opere puzzano e marciscono.
Ci vuole un palliativo: il sofisma, ovvero il
Deodorante. I profumi ci sono sempre
stati, il deodorante non da ieri è in vendita, però l'idea di coprire il
sudicio emanante il cattivo odore, adoprando un prodotto chimico che inganna
l'olfatto, si confà al nostro uomo postmoderno, americanofilo, e non è mai
stata accetta come egli l'accoglie.
Le farciture sottopelle e i surrogati che
compensano pietosamente alcune deficienze corporee palesano, sia pure con varia
gradazione, la qualità d’una vasta parte del comune genere umano.
Prima, qualcuno usava i profumi ammazza-lezzo,
c’erano i reggiseni mendaci, c’erano parrucche e occhi di vetro, c’era la
sbronza del sabato sera nei villaggi rurali, e il biliardo o la partita di
carte nei caffè e nelle osterie cittadine. A confronto con le compensazioni e i
risarcimenti attuali, estesi alla massa, quei sotterfugi e mezzucci per ovviare
alle malignità e alle vacuità della vita erano bazzecole.
Il
guaio peggiore sta nella convinzione e nell'orgoglio, inculcati e suscitati ad
arte dalle agenzie del potere, che propagandano le progredite deformazioni
delle abitudini già deformi. Sembrerebbe che convinzione e baldanza siano
indice d’animo vigoroso e ricco; invece è un animo pieno di finzione, che si
scora davanti alla realtà.
La brava nonna che, in gioventù, ricorreva a
espedienti per essere più attraente, lo aveva tenuto nascosto e non ne andava
fiera. Quella che usò senza risparmio rimmel, cipria e rossetto, si mostrò così
senza inganno. L’uomo riconosceva che i soldi spesi in sigarette, al caffè e
dal barbiere erano un salasso per la sua borsa magra; per lo più, gli bruciava
d’essersi lasciato andare avendo dato una capatina al bordello. Disponendo d'un
portafoglio ben fornito, egli poteva abbigliarsi molto elegantemente; i vanesi
non mancavano. Però gli eccentrici si vedevano di rado; capelloni erano
soltanto i poeti; e faceva rumore chi
violentava il buon senso estetico. Il debole per le gonnelle era il più
diffuso, oltre ai divertimenti un po’ straripanti già ricordati.
Al giorno d’oggi signore e ragazze sfoggiano
i risultati delle protesi e diversi rigonfiamenti e stiramenti di pelle; ne
discorrono anche piacevolmente, li impongono a mariti e compagni, li porgono
con un piglio che è di compiacimento, di sfida o di commiserazione, secondo il
soggetto con cui hanno a che fare.
Non pochi giovanotti e uomini fatti si
sbizzarriscono nella ricerca di stimolanti, si danno a coltivare gli stati
euforici, non disdegnano l’idea di sperimentare il sesso in modi eterogenei.
Per essere più belli e interessanti hanno cessato di fare i galletti o i rudi
puri e duri. Ormai sono propensi a condurre la loro maschilità sulle orme
dell’estetica femminile con tutte le sue pratiche; se non basta, si rimpolpano
i muscoli con le pasticche. La figura importa al massimo. L'offerta è vasta: depilazioni,
orecchini, orpelli conficcati nella carne, tatuaggi ricercati, trattamenti
chimici, abbronzanti e massaggi. Roba
che sarebbe stata orripilante per i loro padri, è voluta per sé con sicumera ed
impegno. Ai giovani che non l'adottano, non viene in mente di canzonare i nuovi
pavoni, tanto meno si scandalizzarno. Eh, la libertà...
Ciò mostra bene la snervatezza contenuta nei
muscoli scolpiti e appariscenti, nelle pose sportive, nei visi sempre con la
barba lunga di una settimana, anche brizzolata, ispida e imbruttente. E che
dire delle scatole craniche rasate o zazzerute?
Nessuna cellula, in esse, nessun neurone, si
rizza e vibra al pensiero che le donne s’impegnano a comportarsi anche da
uomini, a competere con gli uomini, e menandone vanto. Non battono ciglio i
baldi militari, scapoli o padri di famiglia, agli ordini di un’ufficialessa che
deve maltrattare e congelare la sua femminilità. Se una reazione dev’esserci, sia
per loro d'accomodamento al procedere della civiltà, di questa civiltà, tutto
sommato evoluta e senza ricambio, composta e ricevuta democraticamente dalle
generazioni precedenti, di cui essi sono la continuazione! L’uso dei deodoranti impedisce loro sia di percepire
la fragranza tradizionale, sia di disgustarsi di questo fetore democratico.
Piero Nicola
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