Bergoglio ne ha fatta un'altra. Ci siamo
abituati. Lo scempio della morale e della dottrina cattolica dovuto a lui è già
avvenuto. Qualunque cosa egli vi aggiunga, il risultato cambia poco. Basta
demolire una sola colonna portante per far crollare l'Edificio. Il danno
riguarda quelli che gli credono, ma sono tanti!
In
effetti, l'ultimo guasto prodotto dal forse-Anticristo quasi non ha fatto
notizia. Anche il rumore sollevato dagli osservatori della nostra parte sembra
perdersi nella monotonia. Tuttavia non è bello lasciare che silenzio e
dimenticanza presto ricoprano le malefatte.
Che cosa ha dunque combinato chi ha ridotto
l'eresia a un'unica falsa "eresia", che sarebbe la puntuale e severa
richiesta di rispettare i dogmi? Egli ha ora dichiarato che la convivenza dei componenti
la coppia è preferibile a un affrettato matrimonio sacramentale. Se fosse
sussistito qualche dubbio su una licenza concessa al concubinato, ora possiamo
dormire tranquilli. A questo riguardo ogni incertezza, suggerita dai solerti interpreti
dei documenti bergogliani (che maliziosamente si offrono a un'esegesi), è venuta meno: possiamo
respirare a nostro agio.
Gli
scrupolosi continueranno osservare che Bergoglio emana sentenze (coerenti,
continue e universali) stando ai piedi dalla Cattedra; ma la sua manipolazione
e imposizione di cose serissime (concernenti fede e costumi) né si giustifica
col rifiuto, per principio, di dogmatizzare, ossia avendo rottamato il Dogma,
né perde il suo potere dogmatico (invertito e distruttivo). La scampano i pochi
provveduti, e di questi parecchi soltanto in parte.
Poiché
ci siamo, metto in conto anche la recente e chiarissima esternazione dell'abusivo
inquilino di Casa Santa Marta circa gli stranieri dalle molteplici professioni
religiose. Egli ha ribadito che devono essere bene accolti tutti
indiscriminatamente: cattolici e acattolici, maomettani e animisti: sono uguali
per lui, e dovrebbero esserlo anche per noi. Questo disprezzo (eretico)
mostrato nei riguardi dei suoi Predecessori e verso la Fede millenaria, verso
Cristo medesimo ("chi non è con me è contro di me", Mt. 12, 30), non
gli desta alcun turbamento. Disgraziato lui!
Piero Nicola
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