L'imponente diffusione dell'ideologia gay fa parte di
un programma filosofico [il neo-illuminismo
nichilistico e incolto, che mira ad instaurare
il Regno dell'Uomo] che ha veramente gettato alle ortiche ogni senso comune
e ogni senso morale, ogni tradizione autenticamente
religiosa e anche la conoscenza della vera psicologia.
Johan Huizinga (1872-1945)
Il naufragio della filosofia illuministica
nelle acque di quel delirio americano/onusiano, che giustifica e approva gli
atti dell'immondo vizio contro natura, è l'oggetto di una puntuale, convincente
introduzione dell'autorevole Paolo Pasqualucci al saggio “La scienza dice NO. L'inganno del
matrimonio gay”. Il testo in questione è stato scritto dall'autorevole
psicoterapeuta olandese Gerard J. M. Van Den Aardweg e magistralmente
commentato da Paolo Pasqualucci, al fine di confutare l'opinione pseudo
scientifica ma squisitamente democratica e progressista, che nell'omosessualità
contempla e quasi venera un orientamento sessuale naturale e innato e non una
deviazione libertina, trattabile e riducibile con le terapie suggerite dalla
scienza medica (purtroppo minoritaria e silenziata) che non è asservita alla
rumoreggiante utopia postmoderna.
La benda americana, posata sugli occhi dell'umanità democratica, impedisce di vedere il delirio sodomitico in corsa rovinosa e squillante nei cortei, che esibiscono le vittime di una patologia non soccorsa ma approvata e incentivata dalla medicina d'ispirazione progressista.
La benda americana, posata sugli occhi dell'umanità democratica, impedisce di vedere il delirio sodomitico in corsa rovinosa e squillante nei cortei, che esibiscono le vittime di una patologia non soccorsa ma approvata e incentivata dalla medicina d'ispirazione progressista.
Il testo pubblicato da Marco Solfanelli
irriducibile editore in Chieti, affronta risolutamente la mitologia diffusa
dalla rumorosa/fantasiosa subcultura gay ossia la tesi sulla naturalità e
normalità del vizio contro natura.
Il riconoscimento della normalità e quindi
l'attribuzione del perfetto decoro al sesso contro natura hanno origine da
un'opinione senza serio fondamento, una favola che ha purtroppo ottenuto il
consenso del giornalismo filosofante, della teologia
conformistica/postconciliare e la condivisione invincibile del vasto pubblico
appartenente alla disarmata/manipolata/asservita folla delle persone di mezza
cultura.
E doveroso rammentare che la popolarità della
sodomia – oltre che da ipotesi pseudo scientifiche sulla dipendenza della
struttura sessuale da una libera scelta – è nutrita dalla memoria della
persecuzione messa in atto dai nazisti contro gli omosessuali.
La giustificata indignazione suscitata dalla
discesa del moralismo nazista nell'odioso sadismo concentrazionario, ha
turbato e alterato il pensiero dell'Occidente, ispirando un sillogismo
irresistibile e fulminante: i malvagi perseguitavano gli omosessuali, dunque
gli omosessuali sono buoni e meritano la incondizionata approvazione degli
umanisti e dei sinceri democratici.
Dalla rotazione della morale democratica
intorno al convincimento secondo cui il nemico del mio nemico sarebbe un vero
amico ha origine l'identificazione (a tempo debito proposta da Gian Carlo
Zonghi Spontini) di sodomia e rivolta contro lo spregevole fascismo.
L'identificazione del persecutore
strutturalmente malvagio ha motivato una surrettizia assoluzione e una
fulminante approvazione della minoranza dedita alla sessualità contro natura.
I mitografi, in attività scapestrata sulle
piste mass-mediatiche del progressismo, nascondono e censurano le statistiche
intorno alla passione suicidaria, in corsa sfrenata oltre il radioso orizzonte
sodomitico. La buona stampa, ad esempio, occulta la statistica sui suicidi
giovanili nella progredita ed esemplarmente malinconica Svezia, dove la
percentuale dei suicidi commessi da omosessuali è superiore di venti volte
a quella dei loro coetanei non transessuali.
Opportunamente Pasqualucci rammenta che causa
della diffusione dell'ideologia omosessualista “è la generale corruzione dei
costumi ovvero l'influenza del modo sempre più depravato di vivere che
caratterizza le nostre società, giusto il quale si è smarrito il senso del
peccato e si mette tutto sullo stesso piano”.
I frutti tossici dell'omosessualità
giustificano la diffusa richiesta “di ristabilire la verità a proposito
dell'omosessualità, controbattere le distorsioni e le bugie della propaganda
gay; poter aiutare con le opportune psicoterapie orientate al cambiamento gli
omosessuali che vogliano guarire; ristabilire la libertà d'insegnamento e di
pensiero sul tema dei disordini sessuali: abolire l'attuale educazione sessuale
neopagana nelle scuole, denunciare la sua immoralità, cancellare le leggi e
norme pro gay esistenti a cominciare dal matrimonio gay e favorire il
matrimonio e la famiglia, come stabiliti secondo natura”.
Quasi a commento delle tesi esposte nel
magnifico saggio in questione sembra doveroso affermare la necessità di un
drastico aggiornamento della cultura politica della destra, cioè l'obbligo di
una svolta intesa ad aderire a quelle correnti della filosofia sociale, che
sono attive nella difesa dei princìpi essenziali al vivere civile.
Una tale scelta contempla il riscatto e
l'emancipazione della buona destra dall'ipoteca liberale (e libertina)
che, allo stato dell'opera, costituisce, disgraziatamente, il
certificato di minorità della vita italiana.
L'incombere di un'immigrazione aliena quando
non ostile obbliga la restaurazione di quell'ordine sociale che è stato
alterato dall'infelice e disastroso incontro della nuova teologia con il
decrepito progressismo.
Piero Vassallo
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