sabato 7 febbraio 2015

Marco Zacchera, testimone di una comunità fedele alla tradizione italiana

 Ricordo con viva simpatia un professore Marco Zacchera, classe 1951, animoso e brillante candidato del Msi, a sostegno del quale, durante la trionfale/illusoria campagna elettorale del 1994, intervenni a un'affollata conferenza, tenuta in Verbania, ridente città piemontese, affacciata sul Lago Maggiore.
 Con piacere ritrovo il deputato Zacchera vent'anni dopo, nella veste brillante e per me nuova dello storico, che con bello stile narra la vicenda della sua famiglia, la storia recente della sua città, ed evoca i progetti politici umiliati e liquidati, tra Perugia e Montecarlo, dall'insipienza di un bellimbusto, portoghese della politica.
 La città di Verbania è uno fra i tanti emblemi della religiosità e della laboriosità italiana, che, dopo aver contribuito, nel dopoguerra, al miracolo economico, oggi anima una tenace resistenza ai motori della crisi. causata dalla gigantesca truffa del banchiere americano Madoff.
 La famiglia Zacchera e autorevole protagonista della storia cittadina, alla quale ha dato due ottimi sindaci, un democristiano (Zacchera padre) e un esponente della destra moderata (Marco Zacchera).
 Amante della pesca, Zacchera ha messo a frutto la sua abilità insegnando a pescare e alleggerendo i problemi alimentari degli africani residenti sulle rive del lago Turkana, nel Kenya.
 Laureato in economia alla Bocconi, e in storia delle civiltà all'università di Milano, Zacchera  ha rappresentato, fino a ieri, la figura dello studioso e dello scrittore di polso imprestato, a cominciare dagli anni Settanta del Novecento, alla disarmonica chiacchiera del partito guidato dal fascinoso oratore Giorgio Almirante e dal suo imitatore e successore.
 Nel partito delle contraddizioni irrisolte, Zacchera ha militato con coraggio e sagacia, conquistando un successo mondano (è stato eletto cinque volte deputato) che (paradossalmente) ha umiliato anziché premiare la sua personalità e la sua notevole attitudine allo studio e alla scrittura.
 La paradossale regola imposta al partito della destra da un intellettuale nemico dell'intelligenza, quale fu Almirante, contemplava, infatti, l'umiliazione o l'abbassamento alla chiacchiera comiziale e/o all'attacchinaggio delle intelligenze che, per loro sfortuna, aderivano al Msi.
 Il militante missino, che per seguire l'aquilone della cultura, si sottraeva alle incombenze degli umili, era sospinto al margine e reso inoffensivo da una macchina alimentata dalla scalpitante e gaudente mediocrità.  
 L'emarginazione di studiosi d'alto spessore quali (ad esempio) Giano Accame, Fausto Gianfranceschi, Ernesto Massi, Giovanni Volpe, Enzo Erra, e la promozione dell'ufo Plebe,  sono i drammatici risultati della guerra della destra spensante contro  la propria cultura. 
 Nel saggio La moscheruola Sessant'anni di vita italiana, edito da Alberti in Verbania, Zacchera, finalmente sciolto dai lacci della politica politicante, conferma la sua qualità di letterato, consumata, forse sprecata nell'interminabile fatica di giornalista politico, autore di migliaia di articoli, e narra, con elegante e godibile scrittura, la dignitosa storia della sua famiglia, della sua piccola città, e della sua attività politica.
 Il filo conduttore del racconto è la nostalgia dell'Italia, che fu trascinata nel gorgo scalmanato dell'utopia sessantottina prima d'essere dissanguata dalla conseguente crisi demografica, la vera e taciuta madre della altre crisi,  artisticamente promosse dalla setta dei banchieri atlantici.
 Il più allarmante risultato della cultura marcusiana, importata dalla California sessantottina e tradotta in disonesta e disgraziata legge dal duo lib-lab Loris Fortuna e Antonio Baslini, infatti, sono una diffusa e quasi surreale dissocialità e una soffocante denatalità.
 Scrive Zacchera: "la famiglia è meno coesa e a complicare le cose si è anche creato il fenomeno acuto delle famiglie allargate che sempre più strettamente intersecano il periodo della formazione di un ragazzo. Più della metà dei matrimoni non ha poi una sua conferma stabile, è ormai regola e non eccezionalità doversi adattare a nuovi nuclei familiari a seconda delle diverse vicende personali dei singoli genitori".
 Le difese immunitarie di una società flagellata dall'instabilità familiare si abbassano rapidamente e  stendono invitanti tappeti davanti alle suggestioni del nichilismo: "per evitare grane  rinunciamo alle nostre tradizioni e ai nostri usi in modo ingiustificato. Un esempio? Riflettete (non so quanti lo abbiano notato) da quanto tempo non mangiamo più un salume a bordo di un aereo dell'Alitalia".  
 La crisi dell'identità nazionale, secondo Zacchera, è associata alla crisi della Chiesa cattolica: "l'Italia non ha fatto che seguire le realtà del Cristianesimo di fine XX secolo in tutte le società accidentali. Se ciò sia solo la conferma di una crisi o invece un sintomo di rinnovamento e di riscossa sarà il correre degli anni a confermarlo, anche se l'elezione di Papa Francesco sembra stare a confermarlo".


Piero Vassalllo

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