venerdì 30 dicembre 2016

Luigi Gedda, cattolico refrattario alla teologia dei disobbedienti

Una delle conseguenze della preghiera certamente la più vantaggiosa, è che possiamo guardare tutto dal punto di vista dell'eternità, cosicché le difficoltà del mondo ci appaiono realmente sciocchezze.
 Giulio Alfano


Docente di filosofia politica nell'Università Lateranense, Giulio Alfano è un autorevole e geniale studioso e un navigatore impavido nelle acque post moderne, agitate, intorbidate e intossicate dai furori dell'anarchia laica ed estenuate dal debolismo teologizzante.

In violazione di un severo tabù laicista, impiantato nella mente labile dei fedeli modernizzanti, Alfano osa proporre (nella intrepida collana dell'editore teatino Marco Solfanelli) un magnifico saggio su Luigi Gedda, nobile protagonista del Novecento cattolico, purtroppo deprezzato, censurato e declassato dal giornalismo pio e dalla setta degli storiografi di bassa ed esangue sacrestia.
Vir bonus, illustre scienziato (le sue tesi sui gemelli fanno testo tuttora nelle scuola di medicina) e intrepido militante cattolico, Luigi Gedda (Venezia 1902- Roma 2000), attraversò imperterrito le feroci tempeste del xx secolo senza nulla concedere alle suggestioni squillanti e trionfanti tra progetti anacronistici, poteri scriteriati, ideologie vaneggianti, e teologie depresse e/o sbigottite dalla imperiosamente labile figura del mondo moderno.
Alfano, che di Gedda fu cristianamente amico e seguace, rammenta che la collaborazione del professore con papa Pio XII “fa parte di una storia calpestata, oscurata e dimenticata a volte nell'ambiente cattolico stesso e sul libro di storia le pagine oscurate sono troppe e Luigi Gedda e papa Pacelli sono illustri vittime di tale oblio della memoria”.
Gli storiografi di scuola laica e catto-progressista fingono di dimenticare il fatto che Gedda “ha servito il papa Pio XII che si accingeva a compiere un'opera storicamente ancora non da tutti riconosciuta: salvare l'Italia dal comunismo e i comunisti italiani stessi da Stalin”.
Alfano rammenta che, alla fine degli anni Cinquanta, Gedda, con la collaborazione di Gianni Baget Bozzo, tentò di orientare spiritualmente la politica italiana “ispirando e partecipando attivamente alla fondazione di Ordine Civile, un sodalizio intellettuale e sociale che intendeva rifondare i presupposti della politica come azione di servizio orientata al Magistero”.
L'impresa più notevole di Gedda, tuttavia, fu la fondazione dei Comitati civici. Nella drammatica vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Gedda, consapevole che “erano in gioco i diritti di Dio sulla persone e sulla collettività” fondò i Comitati civici, che costituirono l'argine sul quale si infranse la rivoluzione social-comunista: Vero è che ”nel giro di tre mesi i Comitati Civici riuscirono a capovolgere la situazione e a creare la differenza”.

Ricostruita magistralmente da Alfano, la storia soggiacente al successo ottenuto dalla Dc nelle elezioni del 1948, indica la via d'uscita dalla latitanza spirituale in rovinoso atto nella politica italiana.

Piero Vassallo

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