lunedì 6 novembre 2017

IL REGNO ECONOMICO (di Piero Nicola)

  Cadute le ideologie novecentesche, piovuto il discredito sulla politica e sulla classe dirigente, precipitate filosofia e religione nel nichilismo e nel solve ecumenico, lavoro e produzione in funzione della prosperità economica e del carpe diem edonistico, sembrano esaurire le aspettative popolari. Soltanto qualche popolo europeo, provocato dalla minaccia dell'immigrazione abusiva, ritrova la Patria e un poco Nostro Signore. In Cina, la Patria è quella colorata di mitologia comunista e provvida di efficienza economica. Se ieri cercarono di far attecchire laggiù la democrazia, stante la desolazione del maoismo, oggi il regime che funziona è diventato intangibile. Domani, a scadenza imprecisata, anch'esso andrà incontro alla sua decadenza. Ma in futuro potrebbe intervenire una guerra a ridare le carte ai contendenti, o a condurre all'ultima spiaggia.
  Per ora la Cina è il paese esemplare, essendo del tutto idoneo a svilupparsi materialmente. E la competizione mondiale si gioca affatto su questo piano materialistico.
  In un articolo pubblicato su Il Giornale il 29 ottobre, lo studioso Riccardo Ruggieri spiega il motivo dell'eccellenza cinese: la dittatura. Ciò non è per niente scandaloso, anzi risulta ragionevole. Poiché, a questo punto, lo Stato deve provvedere a soddisfare la mentalità e i desideri prevalenti dei cittadini, bisogna che esso agisca alla stregua di un'azienda. E l'azienda per sua natura è organizzata gerarchicamente, quasi come l'esercito: aliena dalla democrazia. Per dare frutto, l'impresa riposa su un solido organico e su un vertice avente pieni poteri; né sarà imbarazzata da scioperi e contestazioni dei dipendenti. Quando il vertice fallisce, la sostituzione diventa inevitabile, ma fintanto che regge, quasi nessuno trova da ridire.
  L'autore dell'articolo descrive lo stato-imprenditore e regolatore della società, vigente in Cina. Un unico Timoniere (Xi Jiuping), un Comitato ristretto, un solo partito monolitico, il potere giudiziario sottomesso al potere esecutivo. In tal guisa tutta l'economia e i bisogni sociali sono sotto controllo, ogni aggiustamento si attua con prontezza, la potenza militare (sempre necessaria) viene assicurata, le industrie strategiche sono in regime di monopolio. E i risultati appaiono evidenti.
  S'intende che un sistema politico efficace (giacché di politica sempre si tratta) non si giustifica con la sua sola efficacia. Anche il nazismo visse d'un successo cosiffatto, i tedeschi entusiasti o consenzienti. Il male può abitare nel totalitarismo in auge o in un regno assoluto comunque giustificato, come il Regno del Vaticano, istituito nientemeno che da Gesù Cristo. La Chiesa è pure uno Stato sovrano. Resta il fatto che il sistema strettamente gerarchico e autorevole, privo di contrasti  e di divisioni, assolve la sua funzione meglio di ogni altro. Del resto, le democrazie non hanno dato prova di sanare lo Stato e i costumi, semmai il contrario; tanto che oggi la maggioranza non vota alle elezioni o vota soprattutto per protestare.
  Ne viene che il male si rimedia soltanto con una giusta Costituzione, con leggi fondamentali e irrevocabili fatte rispettare da una potestà robusta, atta alla tutela del bene. Naturalmente il male pratico non sarebbe eliminato, data la debole natura umana. Ma lo Stato non sarebbe iniquo, quando i governanti dovessero per principio, volenti o nolenti, custodire la Verità (antidoto della corruzione), permettendo ai giusti di preservarsi e di contagiare gli iniqui, tenuti in soggezione.
  Riprendiamo l'esempio della Chiesa. I Pontefici inetti o corrotti (p.e. Alessandro VI) non poterono fare un danno eccessivo, avendo mantenuto il Deposito della Fede. Dopo di loro, la Sposa di Cristo ebbe modo di risollevarsi, maggiormente benefica. Soltanto gli occupanti del Trono di Pietro che hanno osato violare la Legge eterna, hanno prodotto la necessità d'un ripristino del Regno da essi usurpato: reso nocivo e inservibile, per quanto resti in piedi.


Piero Nicola

1 commento:

  1. salve
    sottoscrivo ogni parola, compreso le virgole, dell'articolo
    un saluto
    Piero e famiglia

    RispondiElimina