lunedì 30 maggio 2016

‘INTIMILIUM LIGURIAE PARS EST’ (di Lino Di Stefano)

In quest’icastica espressione del grande storico latino Publio Cornelio Tacito (54/55-120 circa), tratta, dall’opera ‘De vita Iulii Agricolae liber’, VII – anche alla luce dei recenti afflussi migratori ‘in loco’ – è racchiusa l’intera identità romana ed italiana della cittadina bagnata dal fiume Roia. L’Autore, nato nella Gallia Narbonense, si riferiva, nell’occasione, non solo al saccheggio operato dai soldati di Ottone a danno della città, ma anche all’uccisione della madre di Agricola, Giulia Procilla, nei suoi possedimenti.
 Fondata dal popolo autoctono dei Liguri Intimeli, dopo la conquista romana (II sec. a. C.) essa assunse sia la denominazione di ‘Albintemilium’, sia di ‘Albintimilium’. Lo stesso autore degli ‘Annales’ una volta usa la dicitura ‘Albintimilium’ e un’altra volta quella più semplice di ‘Intimilium’.
 La storia dell’antico insediamento è secolare per il semplice motivo che esso si distende dal periodo preromano e romano a quello medievale, moderno e dei nostri giorni; ma, com’è noto, è stata Roma a conferire alla cittadina l’impronta che, oggi, ne fa non solo una graziosa località di mare, ma anche la porta occidentale dell’Italia.
 E meno male che i Trattati di pace, susseguenti alla seconda guerra mondiale, ci hanno imposto soltanto il doloroso sacrificio, a favore della Francia, di Mentone – diventato Menton - altrimenti anche Ventimiglia avrebbe cambiato nome e sarebbe, a sua volta, diventata Vintimille.
 Tornando a Roma, la città eterna non le attribuì solo una degna fisionomia, ma le lasciò in eredità notevoli resti archeologici i più importanti dei quali restano il teatro romano, le Terme e l’’Antiquarium’ che è un Museo archeologico. Il teatro romano aveva una capienza di circa duemila posti e vi si svolgevano rappresentazioni varie come commedie ed altri tipi di spettacoli.
 Tacito menziona Ventimiglia pure nelle ‘Historiae’ allorquando – esattamente nel capitolo XIII del secondo libro – durante le lotte fra Galba ed Ottone, “inritatus eo proelio Othonis miles verit iras in municipium Albintimilium” (I soldati di Otone erano arrabbiati per quella battaglia e scaricarono la loro ostilità sul municipio di Albintimilio”; la rappresaglia avvenne per punire il procuratore Mario Maturo che difendeva le Alpi Marittime e si opponeva agli Ottoniani.
 A proposito di Mario Maturo, “Tacito lo presenta come un vitelliano passato al partito di Vespasiano. I procuratori (cavalieri ma talora anche liberti) erano di nomina imperiale e curavano soprattutto aspetti amministrativi (riscossione di tasse ecc.) delle province (‘Historiae’, II, 42-43, nota, n. 18, p. 434). (Grandi Tascabili Economici Newton’, Roma, 1995)
 Ma l’Autore della ‘Germania’ – per la precisione ‘De origine et situ Germanorum liber) – non fu il solo a menzionare la località ligure perché molti altri scrittori, come, ad esempio, Plinio il Vecchio, nella sua monumentale ‘Naturalis Historia’ (III, 48), parla addirittura del fiume Roia che attraversa Ventimiglia nei seguenti termini.
 “Flumen Rutuba, oppidum Albium Intemelium”. Sempre lo storico di Como scrive testualmente: “Patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram CCXI”, (III, 50). (Il litorale della Liguria si propaga, tra i fiumi Varo e Magra, per 211 miglia).
 Ciò, conferma l’importanza strategico-militare della cittadina, fin dai tempi di Roma, visto e considerato che il medesimo Giulio Cesare nell’anno 705 di Roma (49 a. C.), in viaggio verso la Spagna, fu ospite di un certo Domizio - suo seguace ed oppositore di Pompeo - fatto, poi, uccidere da un sicario. Cesare vi soggiornò anche al ritorno da altre missioni fuori dall’Italia.

 Municipio romano – IX regione augustea - la città ebbe duumviri ed edili ed anche Strabone (60 a. C.- 21 d. C. circa), nella sua poderosa ‘Geografia’, la cita chiamandola ‘Albion Intemélion’ per ribadire l’importanza di una località che è sempre stata un punto determinante nelle vicende dell’estremo occidente dell’Italia. In Sicilia, esiste un’altra Ventimiglia: un grazioso comune, di circa 2.000 abitanti, in provincia di Palermo.

Lino Di Stefano

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