sabato 14 maggio 2016

CATTOLICESIMO OPPOSTO A QUELLO RISPETTOSO DEI GOVERNI PRO SODOMA (di Piero Nicola)

  Il nostro governo - in particolare - è tranquillamente qualificabile pro Sodoma. Il suo operato mira a rendere la gente italiana degna delle bibliche città che Dio incenerì per i loro vizi elevati a sistema. Scampiamo al rogo immane perché Renzi & Compagni non riescono a ridurre a meno di "dieci" (Gen. 18, 32) - in proporzione forse seimila - gli uomini giusti come Lot. Quella divina giustizia fu compiuta "perché servisse da esempio a coloro che sarebbero vissuti da empi" (II Pt. 2, 6). L'empio laicismo, che sta perdendo i sedicenti cattolici abbandonati alle loro voglie, induce Renzi a dire - mettendo a tacere certi suoi perplessi correligionari - che ha giurato sulla costituzione, non sul Vangelo, a proposito della legge sodomitica, la cui approvazione è stata vincolata alla fiducia posta dal governo. Un'enormità, il renziano argomento, resa possibile da un governo pastorale sovvertito e dall'abrogata difesa della dottrina dovuta a un clero usurpatore delle sante cariche.
  Nell'Inghilterra della prima metà del Novecento abitarono figli della Chiesa che ebbero conoscenza e sacro scrupolo della Legge del Signore. Uno dei massimi scrittori britannici di quel tempo, Evelyn Waugh, pubblicò nel 1945 Ritorno a Brideshead, un romanzo di successo. Charles, il protagonista agnostico, entra in varia relazione con una famiglia della grande nobiltà cattolica inglese. Universitario, egli coltiva una carissima amicizia con un figlio cadetto, che diverrà alcolizzato e vagherà per le strade del mondo sino a riparare come coadiutore laico in un convento tunisino. Sposatosi e tradito dalla moglie, da cui ha avuto due bambini, il soggetto narrante Charles (viene in lui alquanto adombrato lo stesso autore) s'innamora della nondimeno maritata splendida figlia del Lord divenuto miscredente, il quale vive a Venezia da concubino. Sua moglie (che muore prematuramente), il primogenito e una figlia minore restano fedeli al loro credo e alla Chiesa, pur con le umane magagne dei loro caratteri. L'intreccio segue le vicende psicologiche e passionali lungo i casi della vita. Nella loro inevitabile caducità, s'impone la ricerca d'una certezza, d'uno approdo, che infine risiede nella religione. La storia si svolge tra il primo dopoguerra e il Secondo Conflitto mondiale.
  Dopo il ritorno all'osservanza del povero alcolizzato, le cui ricadute nel vizio non potranno impedire un'assoluzione in extremis, sarà la volta del capofamiglia - rientrato alle prime avvisaglie della guerra nella superba magione di campagna insieme alla seconda consorte - di affrontare la propria fine. Al suo rifiuto del prete, nell'orrore della morte imminente, segue la controversa riproposta degli estremi sacramenti. Ricevutili, il suo farsi il segno della croce quando sembrava ormai in coma, suggella la conversione per la salvezza.
  Usciti dalla camera, il sacerdote dice pacifico: "Be', per me è stata una cosa bellissima. Ho visto far così tante di quelle volte. Il diavolo resiste fino all'ultimo, ma poi la grazia divina è troppo forte anche per lui".
  Poi la bella figlia adultera, in cui il germe della fede non ha mai cessato di lavorare, sacrifica il suo amore per il protagonista e il progetto del matrimonio. "Andrò avanti... da sola. Come faccio a dirti quello che farò? Tu mi conosci a fondo. Sai che non sono fatta per una vita vissuta nel lutto. Sono sempre stata cattiva. Probabilmente lo sarò di nuovo, di nuovo sarò punita. Ma quanto peggiore sono, tanto più ho bisogno di Dio. Non posso tagliarmi fuori dalla sua misericordia. E proprio questo significherebbe iniziare una vita con te, senza di Lui [...] Mi sono resa conto che c'era un'unica cosa imperdonabile [...] la cosa che ero sul punto di fare, che non sono abbastanza cattiva per fare; opporre un bene che rivaleggi con quello di Dio. Perché a me è concesso di capirlo e non a te, Charles? Forse per via della mamma, della tata, di Cordelia [la sorella] [....] perché il mio nome è sempre ricorso nelle loro preghiere; o forse è un patto segreto tra me e Dio, per cui se rinuncio all'unica cosa che mi sta davvero a cuore [l'unione amorosa], per cattiva che io sia, non perderà del tutto ogni speranza con me alla fine".
  Ciò accende un barlume di comprensione nell'innamorato cui si spezza il cuore.
  Evelyn Waugh, in altre opere sottile scrittore satirico, cui si deve tra l'altro Il caro estinto, si convertì al cattolicesimo - come ebbe a dire - per via di raziocinio. Chissà se la forza della nostra dottrina oggi gli sarebbe pervenuta con efficacia? Prima di rendere l'anima nel 1966, all'età dei 63 anni, ebbe a criticare le innovazioni, specie liturgiche, apportate dal Concilio. Durante la Guerra d'Etiopia, corrispondente in Abissinia, i suoi articoli vennero censurati per la sua posizione filo-italiana. Il memoriale Waugh in Abissinia (1936) gli valse l'accusa di fascista, non avendo nascosto il suo apprezzamento per Mussolini. Partecipò alla Seconda Guerra mondiale e scrisse una trilogia sulle sue esperienze (romanzate) e osservazioni di quel periodo. Esse sono una preziosa fonte di notizie per rifare la storia, in particolare, quella dell'azione svolta dai partigiani iugoslavi, da Tito e dal governo di Churchill (Resa incondizionata, 1961).
  Waugh non costituì affatto un caso isolato di celebre autore inglese cattolico. Occorre ricordare Ronald Knox (ex prete anglicano), Graham Greene, G. K. Chesterton.


Piero Nicola  

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