martedì 24 maggio 2016

Chi reca agli altri l'errore non fa mai il bene, chi nega la nota verità offende lo Spirito Santo (di Piero Nicola)

Non esiste carità senza verità, come non c'è fede valevole senza le opere ad essa conformi. La carità, come la fede, non è priva della dottrina, non può essere informata da una dottrina errata, né può manifestarla. Chi crede cose false, che contraddicono i dogmi, quand'anche avesse una buona coscienza e fosse in Grazia di Dio (caso eccezionale) per forza di cose trasmetterebbe l'errore, che genera il peccato grave; egli costituisce uno strumento di perdizione.
  Ciò è comprensibile per chiunque possieda il concetto della fede (sensus fidei). Non occorre teologare; è un dato dogmatico non più discutibile.
  Per maggiore chiarezza considero le sentenze emesse a tale riguardo da Gesù Cristo e dagli Apostoli nel Nuovo Testamento.
   Preghiera di Cristo al Padre: "Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità [...] Non prego solo per essi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me" (Gv. 17, 16-20).
  "Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta per la verità ascolta la mia voce" (Gv. 18, 37).
  "Chiunque abbia osservato tutta la legge, ma sia inciampato in una sola cosa, è diventato reo di tutto" (Giac. 2, 10).
  "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico che, se non passa il cielo e la terra, non passerà uno jota o un punto solo della legge, sino a tanto che tutto sia compiuto" (Mt. 5, 17-18).
  "È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo apice della Legge" (Lc. 16, 17).
  "Chiunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli" (Mt. 5, 19).
  "Se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna" (Mt. 5, 30).
  "La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo" (Gv. 1, 17).
  "Chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui" (Gv. 3, 36).
  "I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità" (Gv. 4, 23).
  "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi [...] Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato [...] Chi è da Dio ascolta le parole di Dio [...] Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte" (Gv. 8, 31-51).
  "Io sono la via, la verità, la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv. 14,  6).
  "Chi crede in me compirà le opere che io compio" (Gv. 14, 12).
  "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama [...] Chi non mi ama non osserva le mie parole" (Gv. 14, 21-24).
  "Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca" (Gv. 15, 6).
  "Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore" (Gv. 15, 10).
  "Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati" (At. 3, 19).
  “Ma quand’anche noi, o un angelo del cielo, evangelizzi a voi oltre quello che abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema. Come dissi per l’innanzi, dico anche adesso: Se qualcuno evangelizzerà a voi oltre a quello che avete appreso, sia anatema” (Gal. 1, 8-9).
  "Nessuno vi seduca in alcun modo, perché ciò [la seconda venuta di Cristo] non avverrà se prima non ci sia stata la ribellione, e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio di perdizione … Perché egli [l’Anticristo] già lavora il mistero d’iniquità … fino che sia levato di mezzo. E allora sarà manifestato quell’iniquo (che il Signore Gesù ucciderà col fiato della sua bocca, e lo annichilerà con lo splendore di sua venuta); l’arrivo del quale, per operazione di Satana, sarà con tutta potenza, e con segni e prodigi bugiardi, e con tutte le seduzioni dell’iniquità, per coloro i quali si perdono per non aver abbracciato l’amore della verità per essere salvi. E perciò manderà Dio ad essi l’operazione dell’errore, talmente che credano alla menzogna” (II Tess. 2, 3-10).

  Posta la necessità di non accogliere da nessuno l'errore, si passa dal suo spaccio per verità operato quasi in buona fede, agli inganni introdotti dagli strumenti di Satana, sino all'Anticristo.
  "Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome [...] Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità l'amore di molti si raffredderà [...] Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo [...] Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda [...] Vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino ad ora [...] Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e prodigi, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti" (Mt. 24, 4-24).
  "Quando vedrete l'abomino della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca..." (Mc. 13, 14-segg.).
  "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terrà? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre..." (Lc. 12, 31-32).
  "Ma qualunque spirito che divida Gesù non è da Dio; e questi è un Anticristo, il quale avete udito che viene, e già fin da adesso è nel mondo" (I Gv. 4, 3).
  Se non abbiamo l'Anticristo, se non abbiamo l'"abominio della desolazione nel luogo santo", che altro di differente si trova adesso nel "Luogo santo"? I prelati e il loro capo negano apertamente i comandamenti del Signore e ne dispongono o impongono la negazione. Dobbiamo ripeterci? E sia! Gesù mantiene la Legge e i Profeti, ne completa la Verità con i precetti del Vangelo. Questo clero usurpatore contraddice punti essenziali della Verità.
  In che modo? Negando che sia assolutamente empio e nocivo per le anime il contrario del Dogma, ossia l'errore, l'eresia e le altre false credenze religiose. L'occupante del "Luogo santo" ammette una qualche bontà dell'eresia confermando i decreti e un governo che stabilirono il diritto umano alla libertà religiosa e dimostrando amicizia agli erranti nemici di Cristo.
  “L’uomo eretico, dopo la prima e la seconda correzione, fuggilo, sapendo che questo tale è pervertito, e pecca come quegli che per suo proprio giudizio è condannato” (Tit. 3, 10).
  Ora, è impossibile che gli eretici (pertinaci nell'affermazione delle loro false dottrine e perciò condannati dalla Chiesa) non siano più tali.
  “Molti impostori sono usciti nel mondo … Chiunque recede e non sta fermo nella dottrina di Cristo non ha Dio … Se qualcuno viene da voi e non porta questa dottrina, non ricevetelo in casa e non lo salutate. Perché chi lo saluta partecipa delle sue opere malvagie” (II Gv. 7-11).
  Ancor oggi - se ce ne fosse ancora bisogno - è giunta la conferma della massima eresia che apprezza colui che offende Nostro Signore. Si è visto il direttore della Sala stampa vaticana F. Lombardi apprezzare l'"eredità umana e spirituale importante" di un defunto, non convertitosi, esponente della più grande inimicizia con Dio, cui Bergoglio manifestò la sua amicizia. E questi ha acconsentito davanti al coro di lodi tributate all'empietà, provenienti altresì da sedicenti cattolici.
  Sono di certo affronti recati allo Spirito Santo, e non semplici sacrilegi o comportamenti ereticali. Che cosa di peggio si potrebbe compiere per il male delle anime? È arduo immaginarlo.
  Rivestito dell'errore proprio degli eretici, coperto dell'infamia spettante al sodale dei nemici di Dio, scandalo dei figli della Chiesa, il quale scampa alla scomunica perché usurpa il posto del giudice designato a processarlo, egli non può sfuggire al giudizio di Dio e dei fedeli costretti a disubbidirgli, ad allontanarlo come peggior peste che non sia un eresiarca. Che cosa resta a lui di cattolico? Un bel nulla. Non dobbiamo odiarlo, né giudicare la sua anima, ma esecrare quello che fa e combatterlo.

Piero Nicola


Nessun commento:

Posta un commento