mercoledì 22 marzo 2017

Le menzogne della storia contemporanea

 “Lo scientismo è la credenza assolutamente falsa
che la scienza sia l'unica fonte del sapere”.

Dalla instancabile tipografia veronese della casa editrice Fede & Cultura esce, in questi giorni, un'avvincente e godibile raccolta di scritti d'intonazione revisionistica - “Le storie più brutte”.
Si tratta di un avvincente e piacevole libro, del quale sono illustri autori Emilio e Maria Antonietta Biagini, due dotti coniugi, sagacemente e felicemente impegnati a svelare, confutare e ridicolizzare le solenni frottole e pinzillachere, diffuse dalla blaterante storiografia d'indirizzo laico, democratico ed iniziatico.
La godibile opera dei Biagini, unione strutturale di umorismo graffiante e di profonda conoscenza della storia nascosta dai gestori magici del pensiero unico, sta un'ottava più in alto pur rimanendo in perfetta sintonia con gli scritti degli autori revisionisti.
Il libro costituisce, infatti, una puntuale, godibile antologia, nella quale corre una efficace, persuasiva, graffiante, umoristica confutazione delle impudiche menzogne, che intossicano e intorbidano la storiografia, alterando la verità dei fatti fino ad abbassarla a strumento di una diseducazione calunniosa e sadica, indirizzata dal potere politico contro gli incolpevoli discenti e – sopra tutto - contro la verità cattolica.
La storia del c. d. risorgimento rivela l'intenzione stupida e maligna, nutrita dalla cialtroneria liberale, disgraziatamente alla guida dell'impresa unitaria, di “identificarsi con un'unità nazionale imposta con la forza a scapito di quanto avevano di più prezioso, il Cattolicesimo”.
I Biagini, inoltre, ricostruiscono impietosamente lo storico cammino della scuola nella direzione porno-rivoluzionaria: “Era essenziale, per il regime [sedicente liberale], che la scuola statale laica sostituisse quella privata cattolica. Una volta assunto il controllo della scuola, i massoni imposero un'ossessiva propaganda laicista ossia atea [si pensi al rugiadoso, stucchevole e piagnucoloso ateismo strisciante nel Cuore deamicisiano] prendendo a prestito qualunque cosa per negare l'esistenza di Dio. … La religione doveva diventare una faccenda puramente privata, confinata, imprigionata, repressa in modo da poterla soffocare e cancellare”.
Presupposto del saggio è il trascinamento nel sottosuolo pederastico del tramontato ateismo sovietico. Un impertinente e intrepido lettere dei Biagini potrebbe (dovrebbe) scrivere le cronache di una pedagogia affogata nel vespasiano massonico.
L'ossessione morbosa e tormentosa “che imperversa nel cosiddetto Occidente libero”, infetta i programmi scolastici, falsifica la storia al fine di avviare gli scolari nella foresta del progressismo selvaggio e della pederastia.
Affidato al furore di disturbate, orribili tardone e di furenti megere, il ministero della pubblica istruzione, è scosso dall'epilessia anticristiana, e indotto ad elucubrare le più disoneste, vomitevoli e surreali perversioni. La scuola inquinata dall'apostasia diffonde un infame e delittuoso insegnamento – una furente diseducazione - fin dalla scuola primaria.
Dalla gerarchia bergogliana, tra un sorriso alla cadaverica Emma Bonino e un inchino davanti al comico guru Eugenio Scalfari, soltanto criptici sussurri e cauti sventolamenti di bandiere candide come la purezza perduta dalla nuova e sgangherata teologia.
I Biagini demoliscono, con una prosa elegante e tagliente, lo sconcio massonico, che il potere. instaurato nella scuola demo-urologica, usa quale strumento della elevazione delle menti giovani ai miti della storiografia ultra progressista, finalmente associata ai traffici in corsa nella sotterranea abitazione dei severi vizi contro natura.

Il libro dei Biagini, pertanto, si raccomanda agli italiani irriducibili, ai refrattari che aspirano alla disintossicazione dagli stupefacenti distribuiti a cura di una scolastica demenziale e imperiosa, che aspira a trasformare l'altare della patria in un tempio/vespasiano del radical chic.

Piero Vassallo

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