martedì 13 marzo 2018

CONFERME VATICANE (di Piero Nicola)


  Pur quando si è certi di un fatto storico, che anche prosegue nel presente, è confortante riceverne le conferme. E non tanto per se stessi, quanto per la persuasione degli indecisi, dei non rassegnati alla realtà.
  Vediamo di riassumere il fatto in questione: un caso di importanza massima per l'umanità, per il suo Sommo Bene e Giudice, che è Dio.
  Posto che la Chiesa, Corpo Mistico di Gesù Cristo, e massime il suo Vicario successore di Pietro, sono necessari alla salvezza dei fedeli e alla diffusione del Verbo nel mondo; posto che a tale sacro ministero e magistero è indispensabile la Verità, ossia la fedele trasmissione dei riti e del Vangelo, è chiaro che lo stravolgimento (eresia) dell'oggetto della Fede (Rivelazione), operato da chi occupa il seggio di papa o di gerarca ecclesiastico, rende lo strumento-Religione non solo inefficace, lo rende mezzo di perdizione, mezzo diabolico. Ciò, oggettivamente: che il tradimento sia consapevole o ignaro, colpevole o incolpevole.
  S'intende che, nonostante il tradimento, la Chiesa usurpata e martoriata non sparisce, né sparirà.
  Farei a meno di mostrare lo stravolgimento della dottrina indispensabile, l'eresia pratica, l'obbrobrio del Magistero pastorale e missionario. Troppe volte ho allegato le probanti argomentazioni di eminenti uomini di Chiesa e di teologi veritieri; io stesso mi posi all'opera che stabilisce come il Nemico abbia lavorato e viepiù lavori in Vaticano contro l'elementare volere di Dio, contro la sua misericordia e la sua giustizia, contro il suo amore rivolto a noi tutti.
  Tuttavia cercherò un compendio, alcune formulazioni del male primario commesso dai traditori.
  -  La relativizzazione della Legge di Dio e la conseguente mortifera indulgenza.
  -  La generale, universale mancanza di necessità del Battesimo e degli altri Sacramenti.
  - L'abolizione del male recato dai vari non cattolici in quanto tali (o dai falsi cattolici) e dell'obbligo di combatterlo, bensì con la separazione del gregge dagli erranti.
   -  La pervicacia con cui tali e altri mortiferi errori vengono spacciati sotto veste di misericordia e di carità, insieme alla negazione dei cattivi frutti prodotti dall'albero guasto.
  Tanto basta alla condanna senza appello. Beninteso: non andiamo contro ai servi di Dio come tali (sempreché ancora lo siano, grazie a valide ordinazioni e consacrazioni), ma puntiamo l'indice sui falsificatori del Decalogo e della funzione dei Sacramenti, mezzi della Grazia, senza la quale ci si perde.
  La conferma sopra menzionata viene oggi da una lettera di Ratzinger spedita alla Segreteria di Francesco I e resa nota dalla stampa. Benedetto XVI sostiene con forza la "continuità interiore" dei due pontificati: del suo e di quello di Bergoglio. E ha ragione, tanta ragione quanto aveva torto a rivendicare la continuità con il regno di Pio XII e antecessori. Il presunto papato bergogliano è conseguenza, è sviluppo del precedente, come entrambi lo sono dell'infausto Concilio Vaticano II.
  Coloro che ancora si illudevano sulla bastante ortodossia di Ratzinger possono mettersi l'animo in pace. "Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica" dichiara il predecessore emerito; tra di loro c'è soltanto una "differenza di stile e di temperamento". Ma si è formato "lo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica e filosofica".
  L'intervento avviene in concomitanza con la celebrazione del quinto anniversario dell'investitura di Francesco I, onorata dall'uscita di 11 volumi redatti da teologi di fama internazionale. La collana a cura di Roberto Repole, è intesa alla difesa dell'abusivo papa regnante, debolmente attaccato da sparsi prelati e preso di mira da isolate voci sincere, fuori dal coro.
  Che quei teologi siano di fama internazionale è una condizione che li squalifica automaticamente. La Scrittura ci avverte che l'onestà e la veridicità di chiunque si deve (oggi più che mai) all'avversione, alla persecuzione del mondo, non già alla sua stima. "Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti" (Lc. 6, 26).
  Il che vale per il cosiddetto Papa buono, per i suoi successori, per Madre Teresa di Calcutta, ecc.
  Se poi i conformisti laici e sedicenti cattolici tributano lodi a Santi certissimi, per esempio a San Francesco d'Assisi, la loro empietà ha occasione di manifestarsi nel peggiore dei modi. Quei santi vengono travisati e sfruttati a pro dell'eresia, mentre San Francesco fu un campione del combattimento contro gli eretici e celebrò i suoi monaci martiri andati a convertire gli infedeli. Invece Francesco I se la intende con i figli del peggior eresiarca: Lutero.
  Naturalmente ci sarà chi a furia di arzigogoli, di sofismi, di esegesi moderniste cercherà di negare la luce del sole, ma il sofisma bisogna che esista, bisogna che esista il male: privazione del bene, privazione di Dio, bisogna che il demonio svolga il suo mestiere.
  Sono stato troppo cauto prima, parlando di stravolgimento del Vangelo. In effetti si tratta di un vero capovolgimento, se un telegiornale, forte dell'implicita approvazione degli ascoltatori, ha chiamato a chiare lettere "velenosi" i piuttosto ortodossi tradizionalisti, critici di Bergoglio in seno alla pseudo-chiesa, quando il velenoso in ogni senso è proprio lui.

Piero Nicola

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