Pur quando si è certi di un fatto storico, che anche prosegue nel
presente, è confortante riceverne le conferme. E non tanto per se stessi,
quanto per la persuasione degli indecisi, dei non rassegnati alla realtà.
Vediamo di riassumere il fatto in questione: un caso di importanza
massima per l'umanità, per il suo Sommo Bene e Giudice, che è Dio.
Posto
che la Chiesa, Corpo Mistico di Gesù Cristo, e massime il suo Vicario
successore di Pietro, sono necessari alla salvezza dei fedeli e alla diffusione
del Verbo nel mondo; posto che a tale sacro ministero e magistero è
indispensabile la Verità, ossia la fedele trasmissione dei riti e del Vangelo,
è chiaro che lo stravolgimento (eresia) dell'oggetto della Fede (Rivelazione),
operato da chi occupa il seggio di papa o di gerarca ecclesiastico, rende lo
strumento-Religione non solo inefficace, lo rende mezzo di perdizione, mezzo
diabolico. Ciò, oggettivamente: che il tradimento sia consapevole o ignaro,
colpevole o incolpevole.
S'intende
che, nonostante il tradimento, la Chiesa usurpata e martoriata non sparisce, né
sparirà.
Farei a meno di mostrare lo stravolgimento della dottrina indispensabile,
l'eresia pratica, l'obbrobrio del Magistero pastorale e missionario. Troppe
volte ho allegato le probanti argomentazioni di eminenti uomini di Chiesa e di
teologi veritieri; io stesso mi posi all'opera che stabilisce come il Nemico
abbia lavorato e viepiù lavori in Vaticano contro l'elementare volere di Dio,
contro la sua misericordia e la sua giustizia, contro il suo amore rivolto a
noi tutti.
Tuttavia cercherò un compendio, alcune formulazioni del male primario
commesso dai traditori.
- La relativizzazione della Legge
di Dio e la conseguente mortifera indulgenza.
- La generale, universale
mancanza di necessità del Battesimo e degli altri Sacramenti.
- L'abolizione del male recato dai vari non cattolici in quanto tali (o
dai falsi cattolici) e dell'obbligo di combatterlo, bensì con la separazione
del gregge dagli erranti.
- La
pervicacia con cui tali e altri mortiferi errori vengono spacciati sotto veste
di misericordia e di carità, insieme alla negazione dei cattivi frutti prodotti
dall'albero guasto.
Tanto
basta alla condanna senza appello. Beninteso: non andiamo contro ai servi di
Dio come tali (sempreché ancora lo siano, grazie a valide ordinazioni e
consacrazioni), ma puntiamo l'indice sui falsificatori del Decalogo e della
funzione dei Sacramenti, mezzi della Grazia, senza la quale ci si perde.
La
conferma sopra menzionata viene oggi da una lettera di Ratzinger spedita alla
Segreteria di Francesco I e resa nota dalla stampa. Benedetto XVI sostiene con
forza la "continuità interiore" dei due pontificati: del suo e di
quello di Bergoglio. E ha ragione, tanta ragione quanto aveva torto a
rivendicare la continuità con il regno di Pio XII e antecessori. Il presunto
papato bergogliano è conseguenza, è sviluppo del precedente, come entrambi lo
sono dell'infausto Concilio Vaticano II.
Coloro che ancora si illudevano sulla bastante ortodossia di Ratzinger
possono mettersi l'animo in pace. "Papa Francesco è un uomo di profonda
formazione filosofica e teologica" dichiara il predecessore emerito; tra di loro c'è soltanto una
"differenza di stile e di temperamento". Ma si è formato "lo
stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di
particolare formazione teologica e filosofica".
L'intervento avviene in concomitanza con la celebrazione del quinto
anniversario dell'investitura di Francesco I, onorata dall'uscita di 11 volumi
redatti da teologi di fama internazionale. La collana a cura di Roberto Repole,
è intesa alla difesa dell'abusivo papa regnante, debolmente attaccato da sparsi
prelati e preso di mira da isolate voci sincere, fuori dal coro.
Che quei teologi siano di fama internazionale è una condizione che li
squalifica automaticamente. La Scrittura ci avverte che l'onestà e la veridicità
di chiunque si deve (oggi più che mai) all'avversione, alla persecuzione del
mondo, non già alla sua stima. "Guai quando tutti gli uomini diranno bene
di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi
profeti" (Lc. 6, 26).
Il che vale per il cosiddetto Papa buono, per i suoi successori, per
Madre Teresa di Calcutta, ecc.
Se poi i conformisti laici e sedicenti cattolici tributano lodi a Santi
certissimi, per esempio a San Francesco d'Assisi, la loro empietà ha occasione
di manifestarsi nel peggiore dei modi. Quei santi vengono travisati e sfruttati
a pro dell'eresia, mentre San Francesco fu un campione del combattimento contro
gli eretici e celebrò i suoi monaci martiri andati a convertire gli infedeli.
Invece Francesco I se la intende con i figli del peggior eresiarca: Lutero.
Naturalmente ci sarà chi a furia di arzigogoli, di sofismi, di esegesi
moderniste cercherà di negare la luce del sole, ma il sofisma bisogna che
esista, bisogna che esista il male: privazione del bene, privazione di Dio,
bisogna che il demonio svolga il suo mestiere.
Sono stato troppo cauto prima, parlando di stravolgimento del Vangelo.
In effetti si tratta di un vero capovolgimento, se un telegiornale, forte
dell'implicita approvazione degli ascoltatori, ha chiamato a chiare lettere
"velenosi" i piuttosto ortodossi tradizionalisti, critici di
Bergoglio in seno alla pseudo-chiesa, quando il velenoso in ogni senso è
proprio lui.
Piero Nicola
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