E
levò si tasca un foglio di carta rossa sul quale era scritto, in
lettere maiuscole: qui sono stati i ragazzi della via Pal.
Ferenc
Molnar
Augusto Del Noce e
Giano Accame, due lungimiranti critici delle ideologie serotine e/o
notturne, messe in circolo dei vincitori della Seconda Guerra
Mondiale, hanno elaborato una puntuale teoria sull'eterogenesi dei
fini onirici, che turbano e scompongono i pensieri senili, in
notturna agitazione fra i tardi promotori delle crisi epilettoidi,
abusivamente definite progressi civili.
Motore
delle ideologie intorno alla rivoluzione immaginaria era una furia
ancestrale, del genere di quella in attività nelle sassaiole
compiute dagli immaginari ragazzi della via Pal e narrate dal
lacrimoso Ferenc Molnar.
Dopo
le elezioni di domenica nella scena politica italiana ha fatto
irruzione l'incubo di un vano programma, concepito dietro le quinte
dell'avanspettacolo prima di irrompere nel sottobosco sociale.
Mossa
da gridi infantili, il grillismo ha prodotto un concerto di parole,
che abbassa il pensiero politico alla funzione spazzina
di sollevare tempeste di foglie morte e volanti tra malumori,
escandescenze e deliri politici.
Disgraziatamente il delirio
grillino ottiene un consenso fecondato dal regresso economico e dalla
corruzione civile. Si profila – ultimamente – il rischio
rappresentato dalla costituzione di un governo capace di deliziare il
malinconico Massimo Cacciari e (quel che è peggio) di sollevare la
maligna e devastante risata dell'Europa spocchiosa sull'Italia, paese
mandolinista, che esegue la musica grillina per far ballare il
sottosviluppo.
Il
colpo vibrato dall'ammirazione grillina del qualunquismo ateo, grazie
a Dio, ha aperto gli occhi dei più attenti politici italiani,
rendendoli finalmente capaci di riconoscere, nel gridato programma
del comico genovese, il decomposto e brulicante cadavere
dell'ideologismo illuminato.
Ora
si tratta di capire che – dopo la ingloriosa discesa nel sottosuolo
delle ideologie di stampo illuministico – è in atto la implacabile
guerra tra il nichilismo da cabaret atlantico e la fede
cristiana.
Dall'umiliante scenario,
disegnato dal perpetuo, eterodiretto voto dei sonnambuli, si può
uscire soltanto se i partiti della destra, contemplato il profilo
della temibile minaccia all'orizzonte, osano avviare una spietata
critica delle suggestioni piovute sull'Italia dalle nubi del laicismo
europeo. L'alleanza tra la destra e il capitalismo deve essere
rifiutata categoricamente. Di conseguenza i dirigenti della destra
italiana devono uscire dal perdurante sonno finiano e scegliere tra
il naufragio nelle acque infettate dal laicismo europeo –
puntualmente rappresentato dal comico genovese – e la risalita
sulla rischiosa barca di San Pietro.
La
fioca risposta del perbenismo laico e democratico affonda miseramente
nel frastuono destato da una cultura largamente finanziata dagli
abitanti accucciati nella sentina della banca, sulla quale viaggiano
gli usurai e i loro adulatori.
Piero
Vassallo
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