venerdì 10 luglio 2015

Eros & inciviltà

In altri, migliori tempi, gli spettatori italiani giudicavano disoneste, grottesche e surreali le storie narrate dai film americani, specchio di una società scivolata nelle gag di Leopoldo Fregoli, cioè costituita da nuclei tarantolati dall'instabilità mentale e sentimentale: non famiglie ma aggregazioni effimere, liberali, che si rovesciavano nel frenetico e squallido girotondo di matrimoni e divorzi, accompagnati da canzoni ora languide ora festose.
 La liberazione americana dal senso comune e dall'onestà sociale ha inquinato il pensiero degli italiani vinti, aprendo le porte attraverso le quali è passato il vento della maleodorante e scellerata legge divorzista. Legge antisociale, imposta alla fellonia democristiana dal disgraziato duo Fortuna-Baslini e tardivamente contrastata dai promotori di un plebiscito.
 La legge divorzista fu un'aggressione alla famiglia, subita dai democristiani, ossessionati dal problema di evitare la caduta del governo presieduto dell'esangue Mariano Rumor.   
 Descrizione dell'immoralità circolante fra gli italiani sconfitti e rieducati dall'imperioso liberatore è il magnifico romanzo Una ragazza moderna, scritto da Piero Nicola per svelare le cause delle avventure, esemplarmente insensate, vissute dai giovani natanti nel gorgo libertario, avviato dalla c. d. democrazia occidentale.
 L'autore è un angosciato e tuttavia irriducibile testimone del disastro sociale in atto nella nostra patria liberata dalla tradizione e dalla morale. Un paese abbandonata dal clero cattolico,  rapito da ecumenici abbagli e tentato dal lassismo; infine trascinato da fantasmi politicanti, che obbediscono alla pacifica invasione dei pornocrati, trainanti in tutte le direzioni dell'oscenità.
 Il racconto, scritto da Nicola con limpido e accorato stile, è edito in questi giorni dal prestigioso Marco Solfanelli in Chieti.
 Nicola descrive una normale vicenda vissuta da giovani italiani trascinati nell'avvolgente, squillante disordine che s-governa una società capovolta e avvelenata dalla lezione libertina, impartita  dal noto pederasta francofortese/californiano Herbert Marcuse. Lezione urlata giovanilmente portata avanti dal conformismo squillante/festante nei cortei dell'alienazione sessantottina.
 Il libro si raccomanda quale (purtroppo) veritiera e realistica descrizione dei mali in corsa forsennata nella fragile società italiana, vivente in equilibrio instabile tra una fede cattolica, debilitata e modernizzata dall'infelice Concilio ecumenico Vaticano. II e l'immoralismo, portato avanti dalle criminali società eleusine.
 Nicola propone il ritratto di un'Italia disarmata dal clero conformista, e tarantolata dalla modernizzazione pornocratica, attuata in obbedienza ai poteri forti, alle camarille onusiane, Trilateral, all'alta finanza, al Club di Roma, all'esigente massonerie da pisciatoio
 Protagonista dell'avvincente romanzo è Patrizia, una giovane, disinibita matricola di giurisprudenza, che vive il contrasto tra l'incontinenza libertina circolante nella società disinibita e la declinante saggezza cristiana.
 In umiliante e sofferta solitudine è testimone della fede di sempre il padre refrattario di Patrizia, ostinato e disistimato testimone delle indeclinabili verità cattoliche, e portatore del peso doloroso della misericordia infine oggetto di un'ostilità che contagia perfino i familiari.
 L'impetuoso, inavvertito vento che è sollevato dalla insindacabile/irresistibile cultura libertina e radical chic, trascina Patrizia nei luoghi della fatuità e dell'incontinenza. paradisi incensati/insensati, dove la donna si rovescia nella figura di una mantide tenera e feroce, quasi personificazione della natura contemplata dal tetro pessimismo di Giacomo Leopardi .
 Avvelenata dalla cultura demente e disumana importata dall'ovest, Patrizia diventa schiava di un'instabilità invincibile, che la trascina nel nomadismo sentimentale/sessuale senza ritegni. Abbandona il fragile fidanzatino per concedersi a un avvocato di successo, un uomo di successo, nutrito da opinioni evolute e felicemente divorziato, che per distrazione (e senza amore) la ingravida.
 Sfuggita per orgoglio al rapporto umiliante con il maturo ed egoista padre per disattenzione, Patrizia si rifugia nell'amore di un giovane, già amico del fratello morto in un incidente. Il nuovo fidanzato decide (con il consenso dei propri genitori) di sposare la problematica ragazza e di farsi carico del figlio generato dall'anonima distrazione del seducente professionista.
 All'orizzonte si profila la figura di un matrimonio in certo modo nobilmente riparatore. Se non che nell'apparente tranquillità irrompe il suicidio del primo fidanzato di Patrizia, il quale non era riuscito a dominare il desiderio di riavere la donna amata.
 La tragedia diventa occasione della pacificazione di Patrizia con il padre. Il racconto, una delle più avvincenti opere della letteratura italiana contemporanea, festosamente deragliante nella ovvietà progressiva, termina facendo balenare la possibilità che un filo di luce, accesa dal coraggio di un credente, irrompa nel buio di una società avvelenata dall'implacabile e sadica religione del piacere.

Piero Vassallo

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