venerdì 20 gennaio 2017

Il pianeta sull’orlo di una crisi di nervi (recensione di Francesco Maj)

La recente fatica letteraria della coppia Emilio e Maria Antonietta Biagini (Gaia. Il pianeta sull’orlo di una crisi di nervi, Tabula fati, Chieti, 2016) si aggiunge alle numerose pubblicazioni già prodotte controcorrente e che hanno come bersaglio evidentissimo tanti idoli del nostro tempo e i loro devotissimi adoratori.
Come non ricordare, per limitarci alle pubblicazioni più recenti, le gustosissime “Satire Clericali” con tante ombre vagamente ecclesiastiche che recitano “pezzi di giornali”, ripetono slogan molto buonisti… dove manca qualsiasi rispetto della verità e non v’è cenno della propria identità? Degni di molta attenzione restano anche libri come “Saccenti ed altri serpenti”, “La pioggia di fuoco”, “Labirinto oscuro”, ecc., che da vari anni  fanno la loro periodica comparsa, incuranti della reticenza e del silenzio di chi dovrebbe difendere i valori fondamentali e invece… lascia correre o, peggio, rema contro.
Sono testi in cui l’autore entra a spada tratta con grande libertà di denuncia, e senza sottintesi fa emergere vigliaccherie e chiari tradimenti…
Bisognerebbe proprio che venissero messi in scena!
Divertirebbero anche un largo pubblico di indifferenti, irriterebbero alcuni saccenti e forse farebbero riflettere… anche tante mosche cocchiere”!
L’ultimo prodotto di cui sono a conoscenza della dinamica coppia è GAIA… Il titolo promette un po’ tutto quello che la madre-terra può dire e soprattutto quanto ne dicono gli inquilini… chiamati sul palco ad accusare, a difendersi dai tentativi e dalle molte chiacchiere dell’“homo sapiens”. Si tratta di creature inanimate come il Vulcano, il Cielo stellato, gli Asteroidi, il Mare, le Nuvole che commentano le varie idiozie con cui l’uomo li accosta e li utilizza e talvolta li idolatra.
Soprattutto però il dialogo a più voci si fa contemporaneamente divertente, ironico e amaro quando parlano le ranocchie, i topi, i panda, gli aironi, le poiane, gli squali, le iene, gli avvoltoi, pinguini e zanzare…
Davanti al lettore si snodano quadretti più o meno lunghi, talora brevissimi, sovente accompagnati da un Io-vociante.
Troveranno un regista coraggioso che li presenta in qualche scena televisiva?
Se però si dovesse scegliere un “pezzo” da rappresentare veramente con tanto di apparato non si potrebbe assolutamente escludere le pagine dove sono di scena la Scimmie dai pittoreschi nome come Orango, Gibbone, De Gorillis… con vari altri animali chiamati in causa: il Picchio, la Bertuccia… Ci si trova nell’aula di un vero tribunale con tanto di apparato giudiziario dove le scene si succedono solennemente secondo le procedure canoniche… I vari personaggi si avvicendano con accuse e precisazioni, e le “dimostrazioni” dell’area evoluzionista vengono in definitiva vagliate e sottoposte a un duro esame da parte degli animali chiamati in causa…
“Indiscussi” venerati personaggi come Darwin e il suo mastino Huxley… sono sottoposti a domande imbarazzanti e all’implacabile logica del pubblico ministero Orango. Ne emerge una conclusione ben martellata dall’autore: ci possono essere state modifiche lentamente verificatesi, adattamenti dentro la stessa specie… ma la derivazione di una specie dall’altra resta indimostrata…
Soprattutto il “mistero umano” con la conoscenza del bene del male, con le doti artistiche che lo caratterizzano… non si lascia minimamente dedurre da una organizzazione sia pure complessa di molecole. Nel dibattito fa capolino anche una parola famosa: il caso… Nonostante i mirabolanti tentativi escogitati per farne il protagonista adatto a spiegare certe trasformazioni e il funzionamento dei vari organi… resta un puro vocabolo di origine molto chiara: non sapendo come un fatto sia avvenuto o avvenga, ci si abbandona a uno sbalorditivo atto di fede mascherato da una parola!
Interessanti spunti di ricerca storica sono offerti dagli accenni:
-                     alle relazioni fra Darwin e Huxley e i progetti del Club X (a cui lo scienziato non partecipava, anche perché non invitato!),
-                     al passaggio dal Darwin credente al suo finale agnosticismo,
-                     alla utilizzazione che vari atei hanno tentato di fare delle idee di Darwin, ecc.
Che dire in definitiva sulla questione dibattuta?
I vari colpi d scena che si succedono negli interventi portano lo spettatore non del tutto digiuno ad alcune conclusioni più volte e in molte forme proposte:
-                     lo scienziato si muove sul piano del dove, del quando, del quanto e del come e le sue conclusioni… non sono mai definitive. Quante “scoperte” che parevano definitive sono state smentite!
-                     lo scienziato nulla può dire sul perché di quanto avviene,
-                     lo scienziato non decide del bene e del male…
La tecnologia offre all’uomo mezzi, ma non gli insegna come usarli…
Sempre sulla questione calorosamente dibattuta nel tribunale… non sembra inutile precisare (e l’autore certamente lo sa!) che molti credenti pur seguendo Darwin lo correggono su un punto decisivo: parlano di Dio che guida l’evoluzione
Se si assiste, pensano, alla disposizione di varie lettere dell’alfabeto in parole, che a loro volta compongono una proposizione e questa si inserisce in un discorso, è troppo evidente che è all’opera un Autore! A questa conclusione si è avvicinato lo stesso Darwin…

Io confesso che mi pare il più alto assurdo possibile supporre che l’occhio sia stato formato, per mezzo di selezione naturale, con tutte le sue inimitabili disposizioni ad aggiustare il suo fuoco alle varie distanze, ad ammettere diverse quantità di luce e a correggere l’aberrazione sferica e cromatica.
(Prima edizione italiana de L’origine delle specie, 1864)
E la sua perplessità è del tutto ragionevole… Mentre sconcertante è quanto scrive in un secondo tempo…

L’occhio mi fa venire ancora oggi un brivido freddo ma… la ragione mi dice che dovrei superare questo brivido.
(in una lettera di qualche anno dopo…)

A quale tipo di “ragione” si appellava questo secondo Darwin?
Concludendo…
Non si sfugge al desiderio di augurare alla coppia che ci ha offerto GAIA di procedere perché il dibattito resta sempre aperto e il tentativo di ridurre tutto il reale a una organizzazione di particelle dai nomi sempre più strani… certamente continuerà finché dura l’uomo. E occorre chi smaschera camuffamenti e conclusioni ingiustificate anche se presentate in paludamenti scientifici e con cipiglio accademico e… ironizzando e calpestando la famosissima “ragione”!

FRANCESCO MAJ
Istituto Salesiano “Valsalice”, Torino

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